domenica 7 maggio 2023

RECENSIONE: COUNTRY WESTERNS (Forgive The City)

 

COUNTRY WESTERNS  Forgive The City (Fat Possum Records, 2023)



conferme

Nati a Nashville nel 2016, dall' incontro tra il cantante e chitarrista Joseph Plunket dei The Weight che nella città del country ci era andato per aprire un bar e il batterista ma anche attore Brian Kotzur con un passato nei Silver Jews, i Country Westerns, mai nome fu più ingannevole per capire cosa suonino, furono l'ultima scommessa di David Berman che intuendone le grandi potenzialità li spedì a New York sotto la visione del produttore Matt Sweeney per registrare il loro album d'esordio: uno dei migliori dischi usciti nell'annata 2020, un disco che fece incetta di premi e riconoscimenti.

Berman si suicidò nell'agosto del 2019 e non riuscì mai a vedere i tanti consensi rivolti ai suoi pupilli che adottando un suono minimale ereditato dal punk rock seppero attaccarci sopra le cose migliori della scena alternativa americana degli anni ottanta e novanta. Non è stato difficile rintracciare nella loro musica pezzi di Crazy Horse, Replacements, Green On Red, Dream Syndicate, Drive By Truckers, the Bottle Rockets, Son Volt, Old 97's, Lucero.

Ora, a tre anni da quell'esordio escono con il secondo disco, come sempre importante per saggiarne la salute e capirne le mosse, presenti e future.

Svanito il fattore sorpresa, i Country Westerns mantengono l'urgenza comunicativa, sparando dodici pezzi in poco più di mezz'ora. Con l'aiuto del confermato produttore Matt Sweeney anche chitarra solista in tre brani e con il basso di Jessica Wilkes (anche se il nuovo bassista è Jordan Jones), i Country Westerns guidati dalla voce roca di Plunket e dai suoi testi pregni di vita vissuta sulla propria pelle ('Country Westerns' è il suo manifesto, 'It's A Livin' "un incoraggiamento per coloro che devono andare avanti" che pare uscita da un cocktail alcolico ben shakerato tra Byrds e Television) si lanciano in canzoni d'assalto come l'iniziale 'Knucklen', la diretta  'Grapefruit' con le sue chitarre importanti, la rutilante e rock'n'roll 'Cussin' Christians', la scura 'Hell', anche se in questo secondo disco la furia è più addomesticata dando origine a canzoni come 'Speaking ill Of The Blues' ("la canzone più rilassante del disco" dice Plunket), la più orecchiabile e pop 'Wait For It', e che si avvicinano spesso al grande cantautorato rock americano e 'Something Goes Wrong' potrebbe uscire dalla penna di John Mellencamp.

Un disco di continuità, con una velata voglia di crescere, nella loro ancor breve carriera e i continuità con un certo tipo di american music che vuole avere ancor un peso ma tenersi lontana  dal mainstream imperante.







Nessun commento:

Posta un commento