Primo concerto del 2023 all'insegna del puro rock’n’roll. Un battesimo ben'augurante, speriamo, con una delle migliori band italiane del settore.
Lu Silver (Luca Donini), una carriera trentennale alla spalle, divisa tra gli Small Jackets che lasciò nel 2010 per intraprendere una carriera solista che a sua volta si divide in due facciate "ma della stessa medaglia" come dice lui. E ieri sera le ha presentate entrambe in un concerto diviso in due set.
La prima faccia, quella "soft rock" del suo album solista Luneliness, frutto del lockdown, è più intimista e legata al folk, al country e a un certo west coast sound anni settanta. Ad accompagnarlo i fidi El Xicano, flemmatico, al basso, il tarantolato Ale Tedesco alla chitarra e Riccardo Bufalini alla batteria. Una maniera diesel per scaldare il pubblico in attesa della seconda faccia rockista ed elettrica. Veloce cambio di batteria ed ecco arrivare la furia di Danny Savanas direttamente dagli Small Jackets.
Un set incendiario quello dei romagnoli che ripercorre l'ultimo album intitolato citando e rubando dal canzoniere di Neil Young: Rock'N'Roll Is Here To Stay, uscito nel 2020 per la GoDown Records, è il loro secondo disco.
Lu Silver è carismatico e il boogie rock'n'roll che esce instancabile è un treno in corsa che ha poche soste, quando lo fa, si ferma nelle più calde stazioni rock popolate da Faces, Status Quo, Stones, Quireboys, Grand Funk e il caldo southern rock americano. Un set viscerale e vibrante con un pubblico partecipe e pure il sipario per una sorpresa "indigena" sul palco. Torino, "la Detroit d'Italia" come Lu Silver apostrafa la città, ha risposto alla grande.
In scaletta anche 'Hard Road' dell'australiano Stevie Wright "papà non accreditato" degli AcDc e una elettrica e sempre terremotante Ramblin' Rose degli MC 5 posta in chiusura.
Buon 2023!
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