TODD SNIDER Cash Cabin Sessions, Vol.3 (Aimless Records/Thirty Tigers, 2019)
semplice e solitario
A tre anni di distanza da Eastside Bulldog, l’ultimo album solista, TODD SNIDER mette da parte anche la sua superband sfogo Hard Working Americans e ritorna capovolgendo completamente le carte. Quell’album era un puro spasso rock’n’roll swing, un disco sghangherato, corale, con fiati e cori ubriachi, questa volta invece indietreggia al suo passato remoto: torna a vestire gli abiti larghi del folk singer alla vecchia maniera. Solitario, si siede sopra una sedia e tira fuori dodici canzoni di puro folk blues accompagnato da una chitarra Martin, un’armonica, un mandolino e un banjo (‘The Blues On Banjo’) . Registrato alla Cash Cabin a Hendersonville nel Tennessee, il fantasma del vecchio man in black sembra aggirarsi con frequenza a benedire le registrazioni: ‘The Ghost Of Johny Cash’ è chiarissima subito, fin dal titolo. Anche se io ci vedo di più l'ombra di Bob Dylan.
Non sono dei fantasmi invece Jason Isbell e sua moglie Amanda Shires che si materializzano spesso ai cori (bella ‘Like A Force Of Nature’). Una prova brillante come sempre, che profuma d’antico, confermata da una scrittura ficcante, acuta (‘Watering Flowers In The Rain’ è dedicata a un vecchio roadie di Elvis Presley), ironica (‘Talking Reality TV Blues’ è un talking folk chitarra-armonica che rimanda e cita il primissimo Bob Dylan) e aggrappata all’attualità (‘A Timeless Response To Current Events’).
Nel titolo del disco compare un Volume 3, ma è solo uno dei tanti scherzi di Todd. C'è da aspettarsi un Volume 2 in tempi brevi?
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