EDDA Stavolta Come Mi Ammazzerai? (Niegazowana, 2014)
Edda, sei anche mia mamma. Ricordatelo. Te lo avevo già detto. Quella mamma che oggi è preoccupata per un marito sotto i ferri. Com'è che i tuoi dischi solisti, e son già tre da quando ti sei rifatto vivo -no non "ri-farti" più di quell'altra cosa, ti supplico-escono sempre in periodi delicati della mia vita? Com'è che li ascolto sempre con il groppo in gola e i calci negli stinchi? Cosa c'è sotto? Mi vuoi male? Tu vuoi male a tutti, in primis te stesso. Vero? Eppure io ti adoro. Tanti ti adorano. Ti adotterebbero, figurati. Una mamma non può odiare un figlio. Un figlio non può odiare una madre. Ricordatelo. Non mi hai mai tradito quando sei stato presente: ho adorato i RitmoTribale, ho cercato la tua assenza (e qui mancavi), venero il tuo inaspettato ritorno. Cosa vuoi di più da me? L'unico tradimento è stata la tua scomparsa nel nulla, dove il nulla era droga, la droga era il tuo amore e gli amori non si discutono. Ma è acqua passata sotto i tuoi ponteggi. Che poi anche lì: che cazzo ci trovavi in quei ponteggi? Ti sei fatto perdonare: Semper Biot era il ritorno nudo e crudo che raschiava le ossa e scaldava il cuore, Odio i Vivi era un' altra parte di te, bella o brutta non so, Stavolta Come Mi Ammazzerai? mi sa che sei te con la corazza, il casco e un carrarmato sotto il culo. Ora hai pure la patente e il cingolato lo guidi tu, dove vuoi, contro chi vuoi. Fuoco! Come non è vero sei te... cantava quello là.
Edda pare pronto per tornare al gruppo madre: quante madri in questo disco, quante madri ha questo disco? Tante come tutte le donne amate carnalmente, odiate metaforicamente e citate nelle tue canzoni.
Orfani dei Ritmo Tribale, questo disco è anche per voi (noi). E' un ritorno alle famiglie che hanno svezzato la sua vita, ma allo stesso tempo un distacco da alcune certezze: c'è il rock minimale e scheletrico fatto di batteria, basso e chitarra che tanto ricorda i bei tempi dei Ritmo Tribale (Mademoiselle, il punk di Ragazza Meridionale, Ragazza Porno, HIV), c'è il papà (Pater), c'è la mamma (Mader) che aprono e chiudono questa raccolta di 17 canzoni registrate in soli due mesi con urgenza assassina insieme a Fabio Capalbo. Ma Edda ha anche abbandonato tutto il suo recente passato per registrarlo. Niente più costruir ponteggi come lavoro (l'avevo detto io), da Arona si è spostato ad Arezzo dalla sua (santa) donna; Walter Somà, il nome-quasi l'alter ego-che fino ad oggi abbiamo letto di fianco al suo come fossero i nostri Lennon/McCartney, Jagger/Richards, i già nostri Mogol/Battisti, o i fratelli La Bionda, lo leggiamo solamente poche volte ma è sempre spiritualmente presente (l'assalto di Dormi E vieni); non c'è più il produttore Taketo Gohara ma c'è tantissimo altro.
Ed è presente anche l'artista schietto, sincero e senza parafanghi che abbiamo imparato a conoscere, colui che vuole vendicarsi di tutto nel crescendo spasmodico di Pater (...tutte le volte che vedo mio padre, esco di casa con la voglia di ammazzare, non capisco perché ma io c'ho voglia di uccidere. E un giorno voglio anche essere Dio: vi inculo tutti. Sono contenta perché io c'ho voglia di uccidere. Voglio la carne di chi mangia carne e voglio il sangue di chi beve sangue. Sono contenta così, oggi è Pasqua ed è lunedì. Voglio vedere chi mi ha violentata a dodici anni...), ma anche vittima di vendette altrui mentre ci presenta l'altra metà della sua famiglia (i fratelli Rampoldi) in Coniglio Rosa: un fratello gemello ma diversissimo e distante e una povera sorella scomparsa troppo giovane. Tutto in piazza. Cose intime e private snocciolate sopra al tappeto jazzato di Tu E Le Rose (...io e l'amore non c'ho mai voluto niente a che fare. Ho il dolore di non aver saputo amare te. Nessuno però potrà portarmi via l'amore di averlo fatto davvero con te, tu e le rose. Conviene? A Cristina voglio bene...). Da lacrime.
Stellina è la canzone che vorresti sentire ora dagli Afterhours. Se ascoltate ancora Manuel Agnelli, ascoltate questa. Fate due più due e ditemi cosa è meglio oggi, nel 2014? "Andate affanculo è bellissima!" dice Edda a fine canzone. Questa l'hai detta giusta!
Un disco che viaggia veloce tra assalti di rock metropolitano e quiete pubblica, tra i beat elettronici e gli spasmi vocali in Puttana Da 1 Euro, tra la liquidità scarnificata di Yamamay e i loop industrial di Piccole Isole, tra le citazioni '80 di Bellissima e il finale pianistico e armonioso di Saibene. Una ballata con tutti i crismi.
Un disco di contrasti vincenti: tra carnalità e spiritualità, pornografia onanistica ed eroina come vecchio passatempo, sbocco e inadeguatezza, caos e crudezza istintiva, "killerismo" spietato e vittimismo innocente, genitori e figli. Poco tempo per il respiro. Salivazione azzerata. Un mantra da recitare tutto d'un fiato, tutto il giorno, tutto l'anno, tutta la vita. Grazie mamma. Grazie Edda. Questo disco è un viscerale capolavoro (poco) annunciato di un artista unico e senza eguali in Italia, e ci aggiungo pure l'estero.
vedi anche
RECENSIONE: EDDA-In Orbita (2010)
RECENSIONE: EDDA-Odio i Vivi (2012)
INTERVISTA a EDDA
LIVE EDDA, Tronzano Vercellese, 8 Gennaio 2011
RECENSIONE: RITMO TRIBALE-Bahamas
RECENSIONE: NO GURU-Milano Original Sountrack (2010)
INTERVISTA NO GURU (Alex Marcheschi)
RECENSIONE: ILVOCIFERO-Amorte (2013)
RECENSIONE: UOMINI-I Ritmo Tribale, Edda e la scena musicale milanese. Di ELISA RUSSO (2014)
EDDA live @ Torino, Blah Blah, 22 Novembre 2014
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