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Non so più come leggere i suoi dischi. Forse bisognerebbe limitarsi ad ascoltare e basta, ma anche questo è diventato un problema vista la massa di canzoni che Mark Lanegan ha riversato sui fan negli ultimi due anni, investito da una bulimia difficilmente controllabile: il più che ottimo Blues Funeral (2012), album vario e coraggioso nel cercare ed esplorare impervie vie elettroniche senza risultare troppo demodè, Black Pudding (2013) con Duke Garwood, una immersione a due nel folk in punta di piedi, la seconda trance di cover in Imitations (2013), viaggio nella sua memoria fanciullesca, l'inaspettato EP natalizio Dark Mark Does Christmas (2012), dissacrante e riuscito passatempo. E dire che l'anno lo aveva fatto partire più che discretamente con la doppia raccolta Has God Seen My Shadow? An Anthology 1989-2011, arricchita da ben dodici e scuri inediti. Nonostante l'annuncio, l'uscita del nuovo disco Phantom Radio, prevista in autunno (21 Ottobre), sembrava ancora abbastanza lontana per assimilare tutto e riprendere fiato. Ma al Lanegan targato 2.0 piace intasare il mercato e soffocarci. Se questo anticipo di cinque canzoni è solo un divertissement aspettando l'uscita autunnale dell' intero disco, il tutto si può considerare quasi piacevole e sopportabile (sempre nei limiti degli umori "laneghiani", ancora cupi e invischiati nelle acque torbide della vita), se invece vuole essere un assaggio e la linea guida delle prossime canzoni, ci sarà da preoccuparsi un pochino. Il troppo stroppia se non è supportato da un'ispirazione costante e tarata sull'ottimo, ma lo stakanovismo lavorativo prevale su tutto, anzi non accenna a diminuire "adoro lavorare, anche se scrivere e registrare canzoni non lo considero un lavoro".
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L'unica certezza-e da fan mi spiace pure dirlo- è l'inutilità di questo EP che si trova solo in versione vinile 12 pollici, per ora. EP che avrei bypassato a favore di qualche mese sabbatico (chiedere un anno sarebbe troppo). Il riposo fa bene. Comunque sia, ci si rivede in autunno.
vedi anche
RECENSIONE: MARK LANEGAN-Blues Funeral (2012)
RECENSIONE: MARK LANEGAN-Dark Mark Does Christmas (2012)
RECENSIONE: ANDI ALMQVIST-Warsaw Holiday (2013)
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