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La band rivelazione dell'anno? Sì, probabilmente lo è. Un po' perché sostenuta da un battage pubblicitario ben mirato e diramato che sta toccando le riviste e i siti di ogni genere musicale, merito dell' ottimo lavoro della Nuclear Blast, veramente, fin troppo ed esagerato tanto da far nascere strani pregiudizi (siamo i soliti malpensanti), molto perché dietro al loro retro rock c'è freschezza, sostanza, bravura, genuinità e determinazione. Qualità vere e inconfutabili. Originalità? No, quella per ora latita ancora e si spera arrivi in seguito, quindi pazienza se i paragoni e i rimandi abbondano, si gode di qualcos'altro: in primis della passione sincera per quelle sonorità ascoltate e accumulate attraverso i vecchi vinili rubati alle discografie dei genitori. Un lavoro di gestazione lungo tre anni, preceduto da due EP (molte canzoni si ripetono e compaiono anche qui), ma è valsa la pena aspettare questo debutto. Una giovanissima band multietnica ma di casa a Orebro (Svezia) che manda avanti a dare il benvenuto, ad aprire la porta di casa, l'avvenenza, il talento e la bravura della cantante svedese Elin Larsson, voce soul/blues come quelle di una volta, tanto che i paragoni si sprecano (da Janis Joplin a Aretha Franklin, è già stato detto di tutto, ma lei adora Etta James), ma immediatamente dopo ti travolge dalle retrovie grazie alla compattezza d'esecuzione della sezione ritmica tutta americana (Zack Anderson al basso e Cory Berry alla batteria, anche se appena uscito dal gruppo e sostituito da André Kvarnström ) e dalla ispirata chitarra del francese Dorian Sorriaux, piccolo talento con le dita di un veterano, alimentate dal fuoco hendrixiano che affondano ma poi sanno lavorare così bene nei dettagli della superficie e perdersi nell'acidità degli assoli. L'apertura con il botto di High Class Woman è un viatico esemplare di quello che le dieci tracce ci proporranno lungo tutto il disco: sezione ritmica tuonante che spara pesantemente groovy, la voce della Larsson che si staglia su tutto ed un break centrale lisergico e sognante. Componenti semplici quelli del rock, se usati a dovere funzionano sempre, anche se ripetono la stessa lezione all'infinito.
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La versione deluxe oltre a presentare il buon artwork-ripescato direttamente dall'epoca d'oro dei tardi '60- dell' artista e madrina psichedelica Marijke Koger-Dunham, aggiunge un bonus DVD live registrato al Hammer Of Doom Festival nel 2013, con 7 tracce più un 'intervista.
vedi anche
RECENSIONE: GRAVEYARD-Hisingen Blues (2011)
ottimo album!!!!!!!!!!!!!
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