mercoledì 18 dicembre 2013

RECENSIONE: ME PEK E BARBA (Mé, Pék e Barba 2003-2013)

ME PEK E BARBA Mé, Pék e Barba 2003-2013 (autoproduzione, 2013)



La "scatola magica" dei parmensi Me Pek e Barba è quasi senza fondo. A poco più di un anno dall'uscita del precedente disco, ritornano con un bel progetto per festeggiare i dieci anni di attività. Un CD e un DVD registrati durante il concerto tenuto al "mitico" locale della bassa reggiana, il Fuori Orario di Taneto di Gattico (RE), il 16 marzo del 2013.
"Quindici anni fa, uno dei miei sogni era poter essere su un palco come quello del Fuori Orario in un sabato sera e sognavo che dall'altra parte ci fosse tanta gente, la prima parte si avvererà, perché sul palco noi ci saremo, speriamo che si avveri anche la seconda parte" così diceva il cantante del gruppo Sandro Pezzarossa prima dell'avvenimento. Dalle immagini del docufilm e dalle canzoni del Cd sembra che anche la seconda parte si sia avverata. Il loro è un sogno folk semplice e appassionato. Un progetto audio-visivo che riesce ancora ad emanare la buona e sana passione per la musica-tra Pogues e Modena City Ramblers- che ha consolidato l'amicizia di tutta una vita. Quando l'irish folk irlandese incontra le storie della "bassa" sospese tra la terra e il cielo, il passato si mischia al presente dell'Emilia, il dialetto dialoga con l'italiano, up tempo sfrenati si alternano a mistiche e sognanti ballate, nascono canzoni senza tempo, buone per ballare tutta la notte con boccali di Pills in mano (l'alticcia danza irish La Festa Di San Luppolo contagia), saltare al ritmo del combat folk che si dilegua nel reggae (Voodoo Padano), ricordare le proprie radici con quadretti di quotidianità che non hanno date di scadenza (La Piasa), ascoltare e sognare con le storie dondolanti tra realtà e leggenda di Striament, Aloisa, e Solstizio D'Estate dove è l'antico suono della ghironda a rubare la scena.
Il docufilm girato dal regista Andrea Rossi ci racconta, invece, la preparazione dell'avvenimento e ci presenta i numerosi protagonisti con le loro stesse autopresentazioni: Sandro "se non ci fosse lui, saremmo disorganizzati...è maturato molto come leader, come animale da palcoscenico"; Stefano "detto il toro del Salento...è un bravo arrangiatore", Federico "l'anima poetica del gruppo", Davide "è pazzo... eclettico...vive delle forti passioni", Filippo "un musicista vero...che fa la differenza", Nicola "il saggio del gruppo", Michela "è uno spettacolo...presenza scenica stupenda", Simone "ci ha fatto fare un salto di qualità", Roberto "è il chierichetto, il più spirituale del gruppo", Fede due "una persona portata in modo incredibile per la musica", il Dido "persona entusiasta per qualsiasi cosa", e con la partecipazione straordinaria, durante il live, di Gigi Cavalli Cocchi alle percussioni (già produttore del precedente La Scatola Magica), Franco Giordani al mandolino che ha scritto la melodia di Polvere e Brina, ispirata da un'intervista a Mauro Corona, "quell'alpinista pazzoide che vedete in mezzo alla neve in maniche corte" e infine la banda G.Verdi di Busseto "è una figata!", ospitata nei loggioni del locale e gran protagonista nella sfrenata Il Fojonco.
Un concerto intenso e riuscito, con le immagini che riescono a trasmettere bene il calore che permeava il Fuori Orario, gremito di giovani e anziani coinvolti in balli sfrenati, abbracci e sana condivisione. Uno zoccolo duro di fan locali che spero possa espandersi e valicare  presto i  confini regionali per i festeggiamenti del prossimo ventennale.




vedi anche RECENSIONE: ME PEK E BARBA-La Scatola Magica (2012)












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