giovedì 13 dicembre 2012

RECENSIONE: BLUES TRAVELER ( Suzie Cracks The Whip )

BLUES TRAVELER  Suzie Cracks The Whip (429 Recordings, 2012)

25 anni sono tanti per passare inosservati. I newyorchesi Blues Traveler, invece, ignorati dal grande pubblico lo sono sempre stati, almeno qui da noi: sfortuna, maledizione (la morte in circostanze da "rockstar"del bassista Bobby Shenan avvenuta nel 1999, la lotta all'obesità di John popper) o cosa volete voi, eppure dopo un quarto di secolo il loro nome aleggia ancora, senza colpe o punizioni da retrocessione, nel mondo dei gruppi di culto.
Fanno le cose in grande, questa volta. Dopo il doppio CD antologico "25", che ne ha ripercorso la carriera condita da inediti e B-sides, ecco, a poche settimane di distanza (la recensione è stata scritta due mesi fa e dimenticata) anche il nuovo album di studio Suzie Cracks The Whip per festeggiare al meglio l'anniversario e tornare in pista con nuova carne al fuoco da presentare al loro fedele pubblico.
Se dal vivo continuano a portarsi dietro la nomea di jam band, acquisita con merito negli anni novanta e condivisa con una nutrita e agguerrita compagnia di viaggio tra cui  Phish e Dave Matthews Band in testa e occupando da anni i cartelloni dei più grandi festival musicali statunitensi, su disco riescono a raccimolare una dozzina di canzoni che scorrono e si fanno ascoltare in modo piacevole, facendo della varietà e della melodia-in alcuni casi peccando in eccesso- il loro punto di forza, avvalendosi anche dell'aiuto del cantautore canadese Ron Sexsmith in fase di scrittura.
Bello ritrovare in splendida forma la voce di John Popper, da misurare subito nella splendida ballata pianistica Cara Let The Moon che conclude il disco, o accompagnata dalla inseparabile armonica, sempre ben presente, come si intuisce dall'iniziale You Don't Have To Love Me, dove nel testo viene citata pure la "dolce" Lucinda Williams.
In mezzo, la chitarra di Chan Kinchla a seminare assoli come nella fin troppo "laccata" Recognize My Friend o a sostenere canzoni più poderosamente blues come Devil In The Details puntellata dalle tastiere di Ben Wilson, Things Are looking Up ed in generale tutta la seconda parte del disco, la migliore, con Nobody Fall In Love With Me, il gagliardo avanzare honk-tonk di Cover Me, Saving Grace e le atmosfere southern e solari di Big City Girls.
La freschezza e la positività del disco passano anche attraverso episodi inusuali: riusciti come  il reggae di All Things Are Possibile, i due minuti dall'andamento countryeggiante di Love Is Eveything(That I Describe), e meno riusciti come avviene nel duetto leggero e zuccherino del pop/rock I Don't Wanna Go in compagnia di Crystal Bowersox, giovane talento musicale uscito da American Idol.
Buon anniversario ai Blues Traveler!


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