Le rimpatriate in stile "compagni di scuola" dopo trent'anni di lontananza spesso si consumano in delusione. Ma ti ricordi come era bella quella lì? Ma cosa le è successo? E quello? Irriconoscibile senza capelli. Queste le conclusioni più scontate. La musica invece, a volte, fa miracoli e possono succedere cose straordinarie tipo: che i Karma tornino dopo 27 anni di assenza con un disco monstre come K3 e un nuovo tour che ne conferma tutta la bontà. L'hanno suonato integralmente creando un lungo ponte che dagli anni novanta li ha catapultati nei nostri giorni. Poi nel futuro. E il tempo sembra essersi fermato veramente ma con la maturità acquisita in tutti questi anni: Andrea Viti dall'alto della sua calma Zen è lo stesso motore ritmico di sempre, David Moretti canta e dirige (da art director) con strordinaria presenza scenica e pienezza, Ralph Salati (Destrage) è il chitarrista che in un mese ha imparato le canzoni di tre dischi ed è partito in tour in sostituzione dell'assente Andrea Bacchini, Pacho e Diego Besozzi là dietro creano un muro percussivo che ha pochi eguali, un fiore all'occhiello concesso a pochi.
La seconda tappa del tour, dopo l'esordio sold out in casa della sera prima, al Bloom di Mezzago, con tanto di ospite (Manuel Agnelli), li vede sul piccolo palco dello Spazio 211, locale che ha vissuto momenti terribili pochi mesi fa ma che oggi è ancora qui, aperto e resistente per ospitarci. La sua chiusura sarebbe stata un fallimento della società tutta e la musica non lo avrebbe certamente meritato.
Se K3 è un disco monolitico e intenso da prendere in blocco seppur ricco di sfumature, contempraneo e per nulla nostalgico, un'ascesa, le sue canzoni ('Neri Relitti', 'Abbandonati A Me', 'Atlante', 'Il Monte Analogo' e 'Eterna' le mie preferite) vanno a incastrarsi in modo perfetto con il passato, o meglio è K3 che sembra accoglierie e lasciare spazio al resto.
Alle due cover, 'Quello Che Non C'è' degli Afterhours (sbirciando la scaletta prima del concerto qualcuno aveva ipotizzato la presenza di Agnelli anche stasera ma "non possiamo portarcerlo sempre dietro" ha ironizzato Moretti) canzone che Viti contribuì a scrivere durante la sua permanenza nel gruppo di Agnelli, e 'Teardrop' dei Massive Attack, scritta e dedicata a Jeff Buckley, fino alle canzoni dei due storici album degli anni novanta: 'Cosa Resta', 'Terzo Millennio', 'La Terra', 'Jaisalmer' e l'immancabile 'Il Cielo' che fa da sipario e grido di liberazione. Un grido di nuova accoglienza e speranza per il futuro.
I Karma sono tornati. Guardando avanti non c'è più troppo spazio per un'altra lunga assenza, quindi per "restare" è l'imperativo che facciamo nostro. Il pubblico caloroso di questa sera il messaggio l'ha mandato chiaro e preciso. Bentornati.
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