mercoledì 28 ottobre 2020

RECENSIONE: BRENT COBB (Keep 'Em On They Toes)

 

BRENT COBB  Keep 'Em On They Toes (Ol' Buddy Records, 2020) 

 


ballate per l' autunno 

Il quarto disco di Brent Cobb è un po' quella foto presente nel retro copertina: un pick up che viaggia senza troppa fretta in una strada sterrata di campagna con due file di alberi ai lati e un uomo (Cobb naturalmente) con la chitarra seduto nel retro. Brent Cobb è tornato a vivere in Georgia dopo aver esplorato Nashville con l'aiuto del più famoso cugino Dave Cobb, ricercato e famoso produttore. Accelera solo un paio di volte per superare un paio di ostacoli (l'impetuosa armonica di 'Shut Up And Sing' segna i solchi, l'up tempo 'Dust Under My Rug' li ricopre), mantenendo sempre una bassa velocità su ballate country agro dolci, nel minimalismo di 'When You Go', nella lenta galoppata di 'This Side Of The River', giocate anche sul piano (Soapbox') in grado di emanare la serafica pace della quiete del mattino presto e il silenzio della notte fonda, la tranquillità di chi non ha troppa fretta di arrivare e non ha nessunissima voglia di mettere in mostra quello che non è. Come sedersi sulle rive di un fiume e parlare con un amico. 
 "I miei ultimi due album riguardavano persone e luoghi, e volevo che questo album parlasse di pensieri e sentimenti". Non alza mai la voce Cobb, coinvolge tutta la sua famiglia ( la moglie, il padre, i figli come ispiratori) in dieci canzoni che non rivoluzioneranno un bel nulla, pagano dazio alla scrittura di John Prine, Willie Nelson e in particolare a un vecchio album di Jerry Lee Lewis, Country Memories che Cobb non nasconde essere stato di forte ispirazione. 
Prodotto da Brad Cook che Cobb ha fortemente voluto in questo album. "Tutti i suoi dischi suonano così scarni, ma allo stesso tempo c'è molto spazio occupato". Proprio così, come questo disco dal tono autunnale, dal foliage ricco e dalla classica luce fioca e arancione che esce dalle finestre al primo imbrunire d'inverno.





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