lunedì 4 aprile 2011

RECENSIONE: MANNARINO (Supersantos)


MANNARINO Supersantos (Leavemusic ,2011)

ROMANITÀ Un giorno una Signora forastiera, passanno còr marito sotto l'arco de Tito, vidde una Gatta nera spaparacchiata fra l'antichità. -Micia che fai?- je chiese: e je buttò; un pezzettino de biscotto ingrese; ma la Gatta, scocciata, nu' lo prese: e manco l'odorò. Anzi la guardò male e disse con un' aria strafottente: Grazzie, madama, nun me serve gnente: io nun magno che trippa nazzionale! Trilussa

 Roma, per chi ci vive o ha provato a viverla da turista curioso lontano dai cataloghi che promettono meraviglie, ha un magnetismo che difficilmente chi la cerca solamente per i suoi monumenti, riuscirà a scovare. Fortunatamente, in tanti hanno provato a raccontarcela in modo diverso. La Roma nascosta, quella del quartiere Monteverde di Pasolini, quella poetica e bizzarra di Fellini, quella dei rioni cantati negli stornelli romani ed interpretati da Lando Fiorini e Gabriella Ferri, rivive un po' anche nelle canzoni di Mannarino, un cantore che coniuga tutto questo come un Tom Waits nato tra i colli e il Vaticano. Con lui i perdenti hanno la ribalta, anche chi vive a Trastevere e si affaccia alla finestra può diventare protagonista di una sua canzone, basta avere poche prerogative: non essere famoso, tirare a campare e avere qualche vecchia bella storia da raccontare, meglio se d'amore anche se il finale è tragico e fa soffrire. Alessandro Mannarino ha percorso tutte le strade meno battute della sua Roma. Quelle che i turisti americani non toccano. Partendo da Casilina arrivando alla stazione Termini, ha incontrato i vecchi e giovani ubriachi che popolano il bar della "rabbia", le donne di strada, ha fatto amicizia con la comunità rom che popola casilino 900 e ora si è fermato al Vaticano a contemplarne la grandezza e a farsi molte domande. Perchè se sei di Roma , lo stato pontificio è nella tua pelle, nel bene e nel male e devi conviverci. Ed ecco che Supersantos diventa, oltre che il più acerrimo nemico del Super tele, palloni da poche lire, appesi fuori dalle edicole, indimenticati protagonisti di tante partitelle a calcio nei più malandati campetti di periferia, anche un santo "tanto", in carne ed ossa, quello a cui appellarci per liberarci dalla rovina imminente. Mannarino racconta un'apocalisse fatta di distruzione del libero pensiero e costruita su dogmi a volte inconcepibili e difficili da decifrare. Nascoste tra le pieghe delle canzoni sono tante le stoccate indirizzate alla chiesa, alcune sottili da cogliere, altre senza mandarle a dire.
"Serenata lacrimosa-sui gradini della chiesa-ma chi me sente-er vescovo c'ha er microfono e io niente- e lui vorebbe una cosa solamente-che se seccassero tutte le donne- che fà l'amore fosse un incidente..." da Serenata Lacrimosa "C'è chi ha detto " m'hanno derubato i preti e lo stato"- l'hanno condannato più le spese-e adesso fa la questua nelle chiese" da Serenata Silenziosa
In Maddalena ricostruisce a modo suo le sacre scritture, attraverso una tresca amorosa tra la Santa e Giuda arrivando ad una interessante conclusione. Ma in Supersantos, che rappresenta un grande balzo in avanti , anche a livello musicale, il viaggio di Mannarino tocca anche l'Europa e la patchanka di Manu Chao in L'era della gran pubblicitè , il sudamerica, spunti di Capossela ( il quale non ha mancato di benedire il suo figliol prodigo con belle parole), che escono a più riprese in canzoni quali Quando l'amore se ne va o la bella favola Merlo rosso, cantata in coppia con Claudia Angelucci. La tradizione degli stornelli nell'accorata dichiarazione d'amore di State zitta e la romanità che esce prepotente nell'iniziale Rumba magica e il suo colorato e a volte desolato ritratto della Roma di oggi.
"Chi per strada vape strada mòre sotto tangenziali di città e dal policlinico al Verano tutta vita tocca camminà da Gerusalemme al Vaticano tutti quanti fanno inginocchià alzati e balla contromano questa nuova rumba magica"
Mannarino è un personaggio umile ed onesto che ha confermato tutto il buono dell'esordio e si appresta a fare il grande balzo di popolarità.

vedi anche RECENSIONE: VINICIO CAPOSSELA- Marinai Profeti e Balene

2 commenti:

  1. A essere precisi, in Merlo rosso la voce è di Claudia Angelucci. In tutte le altre canzoni, invece, canta Simona Sciacca :)

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  2. Hai ragione!!!Grazie...prontamente corretto...;)

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