UFO The Chrysalis Years (1980-1986) (box 5 cd,Chrysalis/EMI, 2012)
Con The Chrysalis Years (1980-1986) si completa l'intera discografia degli Ufo con la nota casa discografica. Come avvenuto nella precedente raccolta, in 5 cd sono raggruppati i cinque album registrati tra il 1980 e il 1986, più numerose registrazioni live (tra cui BBC in Concert -4th February 1980), b-sides ed inediti mai apparsi prima su disco.
Certo, artisticamente, la parte migliore del gruppo riposa negli anni settanta, ma qualcosina di buono si può trovare anche in questa prima metà degli anni ottanta.
L'abbandono di Michael Schenker è un colpo durissimo da mandare giù che si materializza all'indomani del concerto tenuto a Palo Alto in California nel 1978. Il live Strangers in the Night che ne conseguì è ancora adesso tra i migliori live album rock di sempre e lasciava intravedere ancora una band in gran forma, pronta ad affrontare l'arrivo degli anni ottanta.
La scena musicale britannica è in gran fermento e anche un gruppo come gli UFO, tra gli ispiratori della nascente NWOBHM, deve mettersi in riga con i nuovi idoli : Iron Maiden, Saxon, Def Leppard, tutti gruppi che non negheranno mai la grande influenza che il gruppo di Mogg ebbe nella loro formazione musicale e che in quel preciso momento mostravano, però, una freschezza compositiva che metteranno a dura prova il songwriting degli UFO.
Reclutato l'ex Lone Star, Paul "Tonka" Chapman in sostituzione di Schenker, che nel frattempo ricompare per un brevissimo tempo negli Scorpions per formare successivamente il suo gruppo personale MSG e che ritroveremo insieme agli UFO nella reunion degli anni novanta, ma queste sono altre storie.Con The Chrysalis Years (1980-1986) si completa l'intera discografia degli Ufo con la nota casa discografica. Come avvenuto nella precedente raccolta, in 5 cd sono raggruppati i cinque album registrati tra il 1980 e il 1986, più numerose registrazioni live (tra cui BBC in Concert -4th February 1980), b-sides ed inediti mai apparsi prima su disco.
Certo, artisticamente, la parte migliore del gruppo riposa negli anni settanta, ma qualcosina di buono si può trovare anche in questa prima metà degli anni ottanta.
L'abbandono di Michael Schenker è un colpo durissimo da mandare giù che si materializza all'indomani del concerto tenuto a Palo Alto in California nel 1978. Il live Strangers in the Night che ne conseguì è ancora adesso tra i migliori live album rock di sempre e lasciava intravedere ancora una band in gran forma, pronta ad affrontare l'arrivo degli anni ottanta.
La scena musicale britannica è in gran fermento e anche un gruppo come gli UFO, tra gli ispiratori della nascente NWOBHM, deve mettersi in riga con i nuovi idoli : Iron Maiden, Saxon, Def Leppard, tutti gruppi che non negheranno mai la grande influenza che il gruppo di Mogg ebbe nella loro formazione musicale e che in quel preciso momento mostravano, però, una freschezza compositiva che metteranno a dura prova il songwriting degli UFO.
Il primo album post -Schenker è No Place To Run(1980)**1/2, prodotto dal celebre George Martin. Un disco che accanto a pesanti hard/heavy song come Lettin'Go, Money Money e la bella e conclusiva Anyday, apriva le porte al rock/blues con la cover di Mystery Train portata al successo da Elvis , alle più cadenzate e
rockeggianti Young Blood, non lontana da quanto prodotto dagli AC/DC all'epoca, alla title track No place to Run e a canzoni più melodiche come Gone In the Night, Take It Or Leave It, dove la voce di Phil Mogg si dimostrava ancora efficace ed ispirata e dimostrava un Chapman comunque in vena negli assoli. Il successo non arrivò e il disco passò inosservato al grande pubblico rapito dalla nascente nuova ondata di Metal britannico.
Passa un solo anno e gli UFO, che nel frattempo continuano una intensa attività live, registrano The Wild, The Willing and The Innocent (1981)****, album più centrato rispetto al precedente. Gran merito va forse al completo controllo che la band ebbe sul lavoro, producendosi il disco ed a un Paul Chapman, perfettamente integrato e coinvolto maggiormente nella stesura dei pezzi. Chains Chains e Long Gone aprono il disco in modo superbo, ritrovando quella ispirazione che sembrava persa con l'uscita di Schenker.
Long Gone, soprattutto, stupisce, anche grazie al suo finale sinfonico con una orchestra d'archi perfettamente integrata con il roccioso hard. Mid-tempo come la title track, il fascino oscuro e notturno di It's Killing Me, il pesante hard di Makin' Moves, la presenza del sax di Neil Carter in Lonely Heart e la ballad finale Profession Of Violence con Chapman che sale in cattedra con assoli pieni di blues, rendono l'album un concentrato di ottime canzoni, scritte in un periodo di ottima forma, che non avranno mai la meritata ribalta. Un album assolutamente da riscoprire.
Mechanix (1982)***, ricordato più per essere stato l'ultimo disco registrato prima che il bassista Pete Way, finito il tour di supporto, abbandonasse gli Ufo per fomare i Fastway insieme a "Fast"Eddie Clarke dei Motorhead e l'allora sconosciuto Dave King, futuro cantante dei Flogging Molly. Mechanix prosegue il discorso del precedente disco, aumentando i campi di esplorazione. Dal classico hard di apertura The
Writer, si passa al rock'n'roll di Somethin'Else (cover di Eddie Cochran), ai cori west coast in stile Eagles di Back Into My Life, che ottenne giustamente un buon successo negli States. I vecchi fans rimasero disorientati. A rimettere tutto a posto ci pensano il feeling hard '70 di You'll Get Love, Feel It, Dreaming e Doing It All For You, il taglio fast e heavy di We Belong to the Night e la splendida ballad in odor di AOR Terri, con le tastiere di Neil Carter in primo piano, futura palestra per gli appena nati Europe.
Making Contact(1983)** può essere considerato insieme al suo successore, tra i punti più bassi toccati dalla formazione inglese. La febbre degli anni ottanta tocca anche i rocker come gli UFO. Le tastiere di Neil Carter si impossessano della scena e il nome del tastierista compare in quasi
tutti i credits delle canzoni. Diesel in the Dust offre ancora buoni spunti, When It's Time To Rock, The Way the Wild Wind Blows e All Over You cercano di colpire ancora a suon di hard rock, la finale Push, It's Love è veloce e incisiva. Ma i cori di Fool For Love sono imbarazzanti, e ballad come You and Me guidate dalle tastiere eccessivamente mielose. Molto meglio la b-side Everybody Knows.
In generale fu accolto tiepidamente , tanto da indurre gli UFO ad un temporaneo scioglimento, o meglio ad una dipartita di massa, con il solo Mogg a cercare di ricucire i pezzi e mantenere in vita il nome della band.
Nel frattempo gli UFO continuano la loro attività live e da segnalare è la temporanea presenza di Billy Sheenan al basso durante alcune date.
Difficile riconoscere gli UFO da un disco come Misdemeanor(1986)*, uscito a tre anni di distanza da Making Contact, ultimo registrato per la Chrysalis e a tutti gli effetti si potrebbe addebitare al solo Phil Mogg, rimasto l'unico componente originale a guida del gruppo.
Alla chitarra, poco incisiva e nascosta, troviamo Atomik Tommy M., al basso Paul Gray e alla batteria Jim Simpson. Le tastiere di Paul Raymond assumono il comando delle canzoni e poco si salva.
Il suono strizza l'occhio all'AOR melodico americano, lasciando veramente pochi ricordi. Uniche menzioni per le ballads The Only Ones e Wreckless.
vedi anche RECENSIONE: UFO-The Chrysalis Years (1973-1979)
rockeggianti Young Blood, non lontana da quanto prodotto dagli AC/DC all'epoca, alla title track No place to Run e a canzoni più melodiche come Gone In the Night, Take It Or Leave It, dove la voce di Phil Mogg si dimostrava ancora efficace ed ispirata e dimostrava un Chapman comunque in vena negli assoli. Il successo non arrivò e il disco passò inosservato al grande pubblico rapito dalla nascente nuova ondata di Metal britannico.
Passa un solo anno e gli UFO, che nel frattempo continuano una intensa attività live, registrano The Wild, The Willing and The Innocent (1981)****, album più centrato rispetto al precedente. Gran merito va forse al completo controllo che la band ebbe sul lavoro, producendosi il disco ed a un Paul Chapman, perfettamente integrato e coinvolto maggiormente nella stesura dei pezzi. Chains Chains e Long Gone aprono il disco in modo superbo, ritrovando quella ispirazione che sembrava persa con l'uscita di Schenker.
Long Gone, soprattutto, stupisce, anche grazie al suo finale sinfonico con una orchestra d'archi perfettamente integrata con il roccioso hard. Mid-tempo come la title track, il fascino oscuro e notturno di It's Killing Me, il pesante hard di Makin' Moves, la presenza del sax di Neil Carter in Lonely Heart e la ballad finale Profession Of Violence con Chapman che sale in cattedra con assoli pieni di blues, rendono l'album un concentrato di ottime canzoni, scritte in un periodo di ottima forma, che non avranno mai la meritata ribalta. Un album assolutamente da riscoprire.
Mechanix (1982)***, ricordato più per essere stato l'ultimo disco registrato prima che il bassista Pete Way, finito il tour di supporto, abbandonasse gli Ufo per fomare i Fastway insieme a "Fast"Eddie Clarke dei Motorhead e l'allora sconosciuto Dave King, futuro cantante dei Flogging Molly. Mechanix prosegue il discorso del precedente disco, aumentando i campi di esplorazione. Dal classico hard di apertura The
Writer, si passa al rock'n'roll di Somethin'Else (cover di Eddie Cochran), ai cori west coast in stile Eagles di Back Into My Life, che ottenne giustamente un buon successo negli States. I vecchi fans rimasero disorientati. A rimettere tutto a posto ci pensano il feeling hard '70 di You'll Get Love, Feel It, Dreaming e Doing It All For You, il taglio fast e heavy di We Belong to the Night e la splendida ballad in odor di AOR Terri, con le tastiere di Neil Carter in primo piano, futura palestra per gli appena nati Europe.
Making Contact(1983)** può essere considerato insieme al suo successore, tra i punti più bassi toccati dalla formazione inglese. La febbre degli anni ottanta tocca anche i rocker come gli UFO. Le tastiere di Neil Carter si impossessano della scena e il nome del tastierista compare in quasi
tutti i credits delle canzoni. Diesel in the Dust offre ancora buoni spunti, When It's Time To Rock, The Way the Wild Wind Blows e All Over You cercano di colpire ancora a suon di hard rock, la finale Push, It's Love è veloce e incisiva. Ma i cori di Fool For Love sono imbarazzanti, e ballad come You and Me guidate dalle tastiere eccessivamente mielose. Molto meglio la b-side Everybody Knows.
In generale fu accolto tiepidamente , tanto da indurre gli UFO ad un temporaneo scioglimento, o meglio ad una dipartita di massa, con il solo Mogg a cercare di ricucire i pezzi e mantenere in vita il nome della band.
Nel frattempo gli UFO continuano la loro attività live e da segnalare è la temporanea presenza di Billy Sheenan al basso durante alcune date.
Difficile riconoscere gli UFO da un disco come Misdemeanor(1986)*, uscito a tre anni di distanza da Making Contact, ultimo registrato per la Chrysalis e a tutti gli effetti si potrebbe addebitare al solo Phil Mogg, rimasto l'unico componente originale a guida del gruppo.
Alla chitarra, poco incisiva e nascosta, troviamo Atomik Tommy M., al basso Paul Gray e alla batteria Jim Simpson. Le tastiere di Paul Raymond assumono il comando delle canzoni e poco si salva.
Il suono strizza l'occhio all'AOR melodico americano, lasciando veramente pochi ricordi. Uniche menzioni per le ballads The Only Ones e Wreckless.
vedi anche RECENSIONE: UFO-The Chrysalis Years (1973-1979)