martedì 22 aprile 2025

RECENSIONE: MESSA (The Spin)

 

MESSA  The Spin (Metal Blade, 2025)



tutto gira

Ma che bello! Erano anni che non mi succedeva: mi sembra di essere tornato negli anni novanta quando aspettavo l'uscita di un disco con quella ingenua carica di aspettative che poi in un modo o nell'altro venivano rispettate, spesso a forza di tanti ascolti. The Spin, il quarto disco dei Messa è uscito da una settimana e si sta rivelando per quello che mi aspettavo: un disco importante che segnerà un prima e un dopo. 

Per di più di un gruppo italiano. Cosa volere di più?

Sono determinati i quattro veneti, sanno cosa vogliono ma allo stesso tempo sono una band che sembra non porre limiti alla propria ispirazione e crescita artistica. Dove vorranno mai arrivare? Intanto il mondo si è accorto di loro, prima di noi naturalmente, e il contratto con la Metal Blade è il sigillo di garanzia.

Ad oggi credo siano la più importante band rock italiana di questi ultimi anni ( chi può vantare una cantante come Sara  e un chitarrista come Alberto di questi livelli? E i loro live rapiscono. Sempre) e The Spin seppur diverso, mantiene saldamente la loro identità, un pò come l'uroboro (la ruota di motocicletta) raffigurato in copertina, svisa e si apre in mille direzioni, verso blues, jazz, hard rock, metal e dark wave targata eighties (la maggior novità) per poi tornare all'origine doom. Difficile oggi appiccicare loro delle etichette. Tanti spunti, tanta bravura, tanta sana ambizione, cura dei dettagli, professionalità con i piedi ben a terra, songwriting eccelso (Void Meridian, The Dress), idee mai scontate (Immolation, At Races), e canzoni che funzionano anche se non capisci bene dove finisca la loro semplicità (Reveal) e inizi la complessità (Fire On The Roof, Thicker Blood).

Tutto gira a meraviglia. Non fermatevi.





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