domenica 17 luglio 2022

RECENSIONE: THE SHEEPDOGS (Outta Sight)

 

THE SHEEPDOGS   Outta Sight (Dine Alone/Warner2022)



un disco per l'estate

Con una copertina da cestino di vinili usati rigorosamente anni settanta, quelli a pochi euro con la copertina rovinata perché graffiata dalle unghie del gatto e con il segno di un bicchiere bagnato lasciato per troppo tempo sopra al cartone, sì insomma quelli che non si fila nessuno ma che sicuramente mi sarei portato a casa io, i canadesi Sheepdogs si riaffacciano al mondo dopo la pandemia con il loro settimo disco, il più marcatamente divertito, divertente e spensierato della loro carriera. "Una zattera di salvataggio" come loro stessi l'hanno definito, perché li ha salvati dalle loro ansie. Un po' anche nostre. E quella copertina così colorata, un mix daltonico tra cosmic country, pop rock e febbre del sabato sera, oppure da sigla di telefilm seventies,  sembra confermare il carattere delle canzoni.

Quando anni fa la rivista americana Rolling Stone regalò loro la copertina, Patrick Carney dei Black Keys si adoperò per produrre il loro album omonimo e la Atlantic li mise sotto contratto, la band sembrò per un attimo lanciata verso la notorietà mondiale. Niente di tutto questo naturalmente, ma la band guidata da Ewan Currie rimane una delle più credibili realtà in circolazione a masticare suoni, mood ed estetica anni settanta, risputando fuori tutto in modo credibile e pure originale con tour e live che ne misurano la temperatura a intervalli più che regolari.

Non ci sono barriere o confini nella loro musica, l'importante è suonare rock’n’roll, puro, diretto e senza troppe menate: puoi sentirci i Thin Lizzy nelle chitarre di 'Find The Truth', il fantasma di J.J.Cale sembra apparire  in 'So Far Gone' con tanto di batteria elettronica proprio come piaceva all'artista di Tulsa, il boogie glam nell'aperura 'Here I Am', i primi Kiss che amareggiano con i Doobie Brothers in I Wanna Know You'.

Ma è naturalmente il southern rock a dominare la scena: in 'Scarborough Street Fight', nell'assalto alla Lynyrd Skynyrd di 'Gooddamn Money', nei cori in stile Outlaws di 'Carrying On', nel soul intinto di psichedelia di 'Don't I', e nella rutilante jam finale 'Roughrider '89' che accelera nell'honky tonk mettendo in fila le loro capacità strumentali.

"Con il rock 'n' roll ci tiriamo su il morale" dice Ewan Currie. E non è mai stato così bello e facile farsi contagiare. Questa estate così torrida, poi, aiuta queste canzoni.






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