venerdì 7 agosto 2015

RECENSIONE: JASON ISBELL (Something More Than Free)


JASON ISBELL
Something More Than Free
(SOUTHEASTERN RECORDS, 2015)





Rinato per restare
L’aver militato come chitarrista e autore nei Drive-By Truckers per sei anni, i migliori del gruppo di Athens immediatamente seguenti all’ acclamato SOUTHERN ROCK OPERA del 2002, potrebbe garantirgli un posto nell’enciclopedia rock di questi vuoti anni duemila. Ma Jason Isbell ha sempre saputo mettersi in gioco con talento. Prima inventando i 400 Unit, poi da solo, scrivendo con il precedente SOUTHEASTERN una delle più toccanti pagine di autoanalisi lette negli ultimi tempi: un disco di country/folk, crudo ed essenziale che metteva in mostra dieci anni di cadute nelle tenebre degli abusi (alcolismo ma anche droghe) e la conseguente riabilitazione grazie a ricoveri e all’incontro salvifico con Amanda Shires, la donna diventata sua sposa e violinista, in risalto nel singolo 24 Frames. Questo secondo passo della rinascita è musicalmente più ambizioso, collettivo (il blues rock Palmetto Rose), e alleggerito nelle liriche: “è più celebrativo” come dice Isbell, e la futura paternità  che sembra affrontata in Children Of Children ha influito nella stesura delle nuove undici canzoni, meno pungenti ma sempre di qualità.  Enzo Curelli 7  da Classic Rock #33 (Agosto 2015)



vedi anche
RECENSIONE: JASON ISBELL-Southeastern (2013)
RECENSIONE: LANCE CANALES-The Blessing And The Curse (2015)





Nessun commento:

Posta un commento