martedì 22 luglio 2014

NEIL YOUNG & CRAZY HORSE live@Barolo (CN), Collisioni, 21 Luglio 2014

 











SETLIST: Love And Only Love/Standing In The Light of Love/Goin' Home/Days That Used To Be/Living With War/Love To Burn/Name Of Love/Blowin' In The Wind/Heart Of Gold/Barstool Blues/Psychedelic Pill/Cortez The Killer/Rockin' In The Free World/Who's Gonna Stand Up And Save The Earth


RECENSIONE:
“Grande Neil…ma la scaletta? Sì ma…la scaletta?”. Questo il tormentone  che ho sentito di più ieri sera e oggi. La setlist? Coerente con la “coerente” incoerenza di tutta la carriera. Strafottente esuberanza nel continuare a fare, suonare, cantare quello che ha in testa, senza compiacere nessuno (eppure ci ha regalato la t-shirt “Earth”, la stessa che indossava sul palco. Grazie). Con tutti i piacevoli difetti inchiodati ai ferri del cavallo pazzo: un “Poncho” Sampedro compagnone in vena di scherzi  che mostrava il dito medio dalla sua t-shirt personalizzata, un Ralph Molina quasi invisibile dietro ai suoi tamburi, un defilato e serafico Rick Rosas con l’arduo compito di sostituire l’assente Billy Talbot, due coriste a intensificare i cori e dare una pennellata soul ai feedback della vecchia Old Black di Young.
Neil Young non canta ciò che vuoi, fa quello che sente. In questa setlist ci ho visto un accorato messaggio di pace, amore e distensione in giornate con il mondo attento, sconvolto, indignato ma  impotente davanti alle sciagurate notizie che provengono da Russia e Israele. Così anche canzoni apparentemente di serie B o C del suo vastissimo repertorio rivivono con il significato aggiornato al 2014. ‘Living With War’ uscì nel 2006, un canto di protesta, elettrico, spontaneo e urlato in faccia al presidente degli Stati Uniti  George W.Bush e la sua assurda guerra in Iraq- allora era Bush, ora scegliete voi-questo il senso; ‘Name Of Love’ (prima che un’altra bomba esploda, fallo nel nome dell’amore/prima che un altro missile voli, fallo nel nome dell’amore/per ogni ragazzo e ogni ragazza, fallo nel nome dell’amore), un vecchio semplice, buonista e un po’ retorico pallino di Young,  addirittura ripescata dal “così e così” ‘American Dream’ (1988) (a me è sempre piaciuto e me la sono cantata tutta), disco di quella reunion tra CSNY promessa a Crosby dallo stesso Young come “premio” per un  eventuale rinascita  dalla disgraziata vita in cui era caduto Croz in quegli anni; l’incedere tribale di ‘Goin’Home’ con le metafore sempre calzanti, è l’unica traccia di ‘Are You Passionate?’ che vede i Crazy Horse nei credits, disco uscito all’indomani dell’11 Settembre-suonata con la stessa intensità con cui avrebbero suonato una più nota ‘Cinnamon Girl’( che non c’è, naturalmente). Per tutti  ci sono le due canzoni acustiche a metà concerto (le più famose e scontate della serata): risposte che soffiano nel vento da circa cinquant’anni e nessuno è ancora stato in grado di acciuffare e un cuore d’oro ancora tutto da conquistare che allevi la solitudine, altrettanto difficile, ma alla portata di tutti noi comuni mortali. Per il resto dell’universo c’è la versione monstre di ‘Cortez The Killer’…

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