lunedì 2 agosto 2010

RECENSIONE: LEONARD COHEN(Death of a Ladie's Man)...1977: anno cruciale anche per il grande poeta canadese...

...l'uscita di Death of a Ladies' man portò scompiglio tra i fans di Cohen, unanimemente considerato come il suo peggior disco, tra le pieghe dei suoi suoni, si nasconde però il futuro musicale da metà anni ottanta ad oggi...

LEONARD COHEN Death of a ladies's man (1977)

Ogni grande artista ha tra i propri album , una pecora nera che rinnega. Leonard Cohen, a più di trent'anni dalla sua uscita, considera Death of a ladies' man un mezzo passo falso. Quando uscì i fans più accaniti di Cohen gridarono allo scandalo ascoltando il famoso wall of sound che il produttore Phil Spector costruì intorno alle canzoni di Cohen. Quelle che fino ad allora erano poesie musicate dalla sola voce e chitarra di Cohen( in verità un primo cenno di cambiamento vi era già nel precedente New skin for the old ceremony), sotto la cura di Spector diventano canzoni piene di strumenti, suoni, cori e controcori che nessuno si sarebbe mai aspettato. Quello che andava bene per gruppi come le Ronettes o Tina Turner, strideva al cospetto di artisti come Cohen, senza dimenticare i mezzi disastri che Spector combinò con Let it be dei Beatles e successivamente con End of the Centuty dei Ramones.
Cohen dopo quattro album di grande spessore lirico, costruiti attorno al suono folk, sente la necessità di dare una sterzata alla propria musica ma commette l'errore di fare il passo più lungo della gamba, cosichè il cambiamento è talmente evidente da lasciare molte perplessità e domande che però troveranno senso compiuto e risposte qualche anno dopo, quando questo disco di rottura divenne un punto di partenza per il cambiamento dei dischi successivi.
Il lavoro in comunione tra Cohen e Spector portò alla stesura del doppio delle canzoni che finiranno poi su disco. Lavoro che alla fine venne pubblicato in modo incompiuto, dando per buone registrazioni vocali che necessitavano ancora di molto lavoro e questo non andò molto a genio a Cohen. Spector circondò l'artista di un numero infinito di musicisti riuscendo a far partecipare Bob Dylan e il poeta beat Alan Ginsberg, in quegli anni collaboratori nel bestseller dylaniano Desire, nei cori di Don't go home with your hard -on.Le ririche di questo album parlano di amori, persi, ritrovati, fugaci che poi sono una costante nei testi di Cohen." Come la nebbia non lascia ferite nell'oscurità della collina , così il mio corpo non lascia ferite su di te e mai lo farà". Si apre così True love leaves no traces, prima traccia di un album dedicato all'amore e ai falllimenti amorosi(Iodine). Amore accecante e pieno di gelosia, quando l'oggetto del desiderio è vicino ma irrangiungibile(Paper-Thin Hotel), amore pruriginoso e fugace, tra il sacro e il profano di uno studente che alla festa della scuola , darebbe in cambio la sua fede pur di vedere la sua preda amorosa nuda(Memories), amore oramai spento che cerca un punto d'incontro che non esiste più(I left a woman waiting).
Canzoni, forse troppo appesantite dalla mano di Spector ma che mantengono la peculiarità testuale e stilistica che ha fatto di Cohen un compositore, sì sofisticato, ma in grado di raggiungere quella profondità dell'animo e darne una sua interpretazione, facendola raggiungere anche a chi trova tutto ciò sfuggente.
Dopo soli due anni, Cohen si riprese dalla sbornia Spector con un disco che musicalmente voleva tornare alla semplicità come Recent songs.
Rimane un esperimento che alla luce dei lavori futuri sembra essere un capostipite da cui rubare nuove soluzioni sonore.

Nessun commento:

Posta un commento