WILLIAM ELLIOTT WHITMORE
Radium Death
(ANTI)
Il giovane vecchio
I tatuaggi nascosti sotto la camicia tradiscono la gioventù passata ascoltando i dischi dei Minor Threat e i trascorsi musicali suonando in una punk rock band; lo scenario sul retro è, invece, un dipinto rurale che ritrae trattori, fattorie e i campi arati del suo Iowa.
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Mai come in questo ottavo disco le due anime del trentasettenne folksinger si sono mescolate così bene: la voce allenata con i vecchi dischi di Leadbelly posati sul giradischi è sempre una lama che raschia sul vetro, sia quando le chitarre elettriche ed una full band si prendono la scena (
Healing To Do, Don’t Strike Me Down), sia quando lo scarno folk blues tenuto in piedi da soli banjo e chitarra acustica riportano alle atmosfere agresti dei precedenti dischi (
Have Mercy, Civilizations). Whitmore si conferma tra i più credibili narratori americani dei nostri tempi: la vicenda delle povere operaie morte intossicate a Orange (New Jersey) conosciute come “radium girls” diventa lo spunto per costruire un sorta di concept album su una delle più grandi menzogne umane della storia del Novecento.
Enzo Curelli,
7
da Classic Rock #30 (Maggio 2015)
vedi anche
RECENSIONE: SEASICK STEVE-Sonic Soul Surfer (2015)
RECENSIONE: STEVE EARLE-Terraplane (2015)
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