NINA ZILLI L'amore è Femmina ( Universal Records, 2012)
Per chi già conosceva la bella e brava Nina Zilli, il suo passaggio sanremese non è stato una sorpresa ma una conferma dell'esuberante personalità dell'artista piacentina dal ricco bagaglio musicale.
Cresciuta musicalmente a pane, Soul e Rhythm and Blues, la sua carriera potrebbe conoscere una vera impennata di notorietà nazionalpopolare che la dura gavetta artistica, il primo Sanremo del 2010 ed i numerosi premi della critica hanno appenna sfiorato due anni fa.
Gavetta spesa come corista per svariati gruppi reggae (tra cui Africa Unite, Franziska, Smoke) e qualche passaggio televisivo a rinforzare l'altrettanto ricco bagaglio di vita tra l'infanzia passata in Irlanda e due anni di apprendistato musicale negli States. Poi il primo Sanremo con L'uomo che amava le donne, vero preludio al primo album Sempre Lontano del 2010, e il successo del singolo 50mila insieme all'amico Giuliano Palma.
Personalità, presenza scenica solare, autoironia e tanta determinazione che trovano conferma nel secondo album L'amore è femmina, con qualche cambiamento di sound rispetto al debutto: la semplicità travolgente, vintage e black che permeava i suoni (da live band) del primo disco si amplia con inserti di moderna elettronica, mai troppo invasivi come nell'apertura Per le Strade scritta da Pacifico. Un disco più controllato nel sound (Michele Canova Iorfida in produzione); vengono a mancare le numerose influenze jamaicane dell'esordio, sostituite da canzoni più soul e confidenziali, mantenendo l'amore e la leggerezza come protagonisti dei suoi testi, con quella punta di femminismo che piacerebbe ad Aretha Franklin, pur con qualche rara e piacevole eccezione. Non cercate troppo impegno, con Nina Zilli ci si svaga e ci si diverte, anche quando un sentimento come l'amore, da leggero si fa pesante.
La tradizione pop della musica italiana dei sessanta con Mina come saldo punto di riferimento, senza cadere mai nella pura imitazione e mettendoci un po' del suo: la sanremese Per Sempre, La Felicità (scritta da Diego Mancino).
Poi le solite influenze Motown e Stax, con Etta James, Nina Simone (il suo nome d'arte arriva proprio da qui), i Temptations e le più attuali Amy Winehouse e Caro Emerald sempre ben presenti in Una Notte , L'Inverno All'improvviso e nella struggente prova vocale di Non Qui.
Da segnalare il rocksteady di Un'Altra Estate scritto a quattro mani con Carmen Consoli, il travolgente R&B/rock Anna e il testo esistenzialista nella blueseggiante La casa sull'Albero.
Voce temprata dallo studio ( soprano) ma assolutamente naturale e mai forzata. Grande passione per la musica afro/black, temperamento e voglia di arrivare, sensualità, ricerca maliziosa del look; seguendo la sua indole ed una attitudine sincera, così lontana dal cantato "urlato" imposto dagli amici di Maria.
Se le sue polemiche dichiarazioni sui talent show (x-factor in particolare) hanno fatto parlare, facendola passare per spocchiosa, una base di verità nelle sue parole è comunque presente. A volte i talenti possono emergere senza passare dal calderone mediatico forzato e un po' (troppo)preconfezionato del fenomeno televisivo degli ultimi anni. I suoi sudati live-show (cercate il suo Live @ Blue Note 2010) sono una buona conferma, tanto da riuscire a guadagnarsi il rispetto della scena musicale alternativa italiana. Il duetto sanremese con Skye dei Morcheeba è stato tra le poche cose da salvare del recente Sanremo e resterà un buon biglietto da visita per il futuro, premiandola (per quel che può ancora valere nel 2012) con la partecipazione al prossimo Eurofestival in rappresentanza dell'Italia.
Ora la cosa più importante sarà scrollarsi di dosso le ingombranti ombre, mai negate da lei stessa(Mina , Amy Winehouse) che la seguono alla voce termini di paragone, dimostrando che Nina Zilli è Nina Zilli; proseguendo la sua carriera in modo libero ed indipendente come la carriera della prediletta Nina Simone insegna.
Lei deve ancora, come già ha fatto, ritagliarsi una scena nella musica alternativa. Ha molta personalità, una presenza scenica impressionante e diverte molto. E' spontanea, vera. Nel primo album mi facevano impazzire quelle sfumature reggae e sinceramente spero che il sound non sia cambiato radicalmente. Non ho ancora ascoltato l'album ma spero che sia un bel lavoro e mi aspetto tanto dai live. Con Nina è veramente facile ritornare negli anni '60, e i suoi concerti hanno un non so che di "vintage" che mi ricorda quei live dove la gente stava tutta ammucchiata, dove si sentivano le trombe suonare, quei live in piena notte. Brava Nina, brava!
RispondiEliminaCiao Enzo, mi piacerebbe poterti parlare in privato, ma non ho trovato contatti o indirizzi email a cui scriverti. StayTunedLive.com potrebbe essere interessato ad avviare una collaborazione. Se interessato scrivi a staytunedlive@libero.it.
RispondiEliminaCarlo Ghiani
StayTunedLive.com