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domenica 25 settembre 2011

RECENSIONE: ALBERTO MARCHETTI(Alberto Marchetti)

ALBERTO MARCHETTI Alberto Marchetti (EP,Penthar Music, 2011)


Nei tempi odierni del tutto e subito, dove le scelte devono essere immediate e fatte con un semplice "clic" ed un banale "mi piace", prendersi del tempo sembra fuori moda e chissà perchè nocivo, alieno e pericoloso.
Questo ep con 5 canzoni (il primo) di Alberto Marchetti va controcorrente e obbliga ad una breve e rilassata pausa alla freneticità della vita.
Ho avuto modo di ascoltarlo per la prima volta sotto il silenzioso calore ipnotizzante di questa estate , con la natura ferma ed intenta ad abbronzarsi, suo malgrado, sotto il sole, senza un soffio di vento, quasi metaforicamente con l'orecchio immaginario sintonizzato alle casse.
Alberto Marchetti, quarantottenne, è un artista romano(anche teatro e pittura nella sua biografia) che scrive da sempre, ma che solamente ora grazie alla Phentar Music di Andrea Romano riesce a vedere i suoi testi impressi su disco e musicati grazie al prezioso aiuto di Loris Deval, Giovanni Gobbi e Daniele Giario.
Le canzoni di Marchetti pur aggangiandosi alla migliore tradizione cantautorale italiana, dalla scuola romana(De gregori) a quella genovese(Lauzi, Tenco, DeAndrè), possono contare su uno spiccato senso descrittivo facendo leva sulla suggestione, in particolar modo quando va a pescare nel passato. Da qui, le sue canzoni si incastrano alla perfezione in quel limbo di tempo fatto di antichi valori e di elogio alla lentezza di cui parlavo prima. Lettere Smarrite, liberamente ispirata da un racconto di Melville("Bartleby lo scrivano") sembra avvalorare la tesi del rifiuto della moderna società, emanando profumi immaginari di vecchie stanze piene di carta e polvere, dove il protagonista vive a suo agio con le fantasie che le lettere riescono a trasmettergli diversamente dall'asettica incomunicatività del mondo che lo aspetta fuori. Già andare a recuperare un mezzo di comunicazione "perduto ed obsoleto" come la lettera è un segnale della scrittura di Marchetti così come lo è andare a recuperare la storia di un'isola, L'isola che se ne andò (tanti i nomi attribuitegli: Giulia, Nerita, Corrao, Hotham, Graham, Sciacca , Ferdinandea) sommersa vicino a Sciacca e disputa, in passato come oggi, per la rivendicazione da parte di molti stati europei e musicata in modo elegante. Un modo per denunciare la bramosia degli uomini.
L'amore viene trattato nei suoi due punti estremi, la nascita e la fine: E' bello è una romantica dedica d'amore in una sognante atmosfera jazzata con la tromba protagonista, mentre Un pò di pace è una sarcastica presa di posizione verso una storia finita musicata su un allegro e disincantato walzer. E' lei non sa, il primo singolo, la canzone che mi ha convinto di meno di questa piccola raccolta.
Marchetti arriva allla sua prima incisione di canzoni dopo anni di dura gavetta, quasi per caso ma ottimo esempio di come i sogni non abbiano date di scadenza. Ora come minimo ci si aspetta un album completo per allungare la nostra doverosa "pausa" dalla freneticità della vita.

1 commento:

  1. Ho ascoltato alcuni brani di questo album di Alberto Marchetti e ho avuto la sensazione piacevolissima di un tuffo artistico nel passato, quando le canzoni di De Andrè ci facevano riflettere, ci davano qualcosa che poi ci portavamo dentro ben custodita. I testi di Alberto Marchetti e le musiche che egli ha creato formano un connubio di grande valore artistico. Insomma a me piace come canta Alberto e credo che appena i media si accorgeranno di lui, otterrà lo spazio che merita, la riconoscenza di un pubblico di nicchia, attento alle cose di valore.
    Buona fortuna Alberto a te e alla tua arte.
    Alessio Patti

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