Pagine

lunedì 17 febbraio 2020

RECENSIONE: OZZY OSBOURNE (ORDINARY MAN)

OZZY OSBOURNE  Ordinary Man (Epic, 2020)




Un "all right now" gridato come ai vecchi tempi, poi la sua inconfondibile risata malefica. ORDINARY MAN, il nuovo disco di OZZY OSBOURNE inizia nel segno della tradizione. Un deja vu che ti fa pensare immediatamente: "Ozzy è tornato, è sempre lui". Quando qualche mese fa diceva che questo è il miglior disco della sua carriera però non gli credevo. Ora, parecchi ascolti gli credo ancor meno, ma mica perché sia brutto eh, solo perché ritengo non sia così. Ha voluto accontentare un po' tutti con questo disco e in qualche modo si è pure rimesso in gioco (l'hanno rimesso in gioco): ha messo in fila la sua carriera con una decina di belle canzoni. Sicuramente il miglior disco dai tempi di Ozzmosis.
Ci sono i riff pesanti e alcune veloci ripartenze in stile vecchi Black Sabbath (la schizofrenica e fumosa 'Goodbye') anche se non c'è Tony Iommi e nemmeno Zakk Wylde, c'è perfino un'armonica che porta il pensiero dritto dritto a 'The Wizard' in 'Eat Me', c'è la malignità horror e alcuni momenti ('Straight To Hell') che richiamano Blizzard Of Ozz e Diary Of A Madman (eccoli i motivi per cui questo non sarà mai il miglior disco di Ozzy), c'è una 'Under The Graveyard' in bilico tra eighties e i novanta di Ozzmosis ma in qualche modo con tutti gli attributi di un classico e una melodia che ti si inchioda nel cervello, c'è perfino una velocissima traccia dall'attitudine punk ('It's A Raid') che da un Ozzy settantunenne non ti aspetteresti più, forse mai, nata ricordando quei caldi giorni in California immersi nella cocaina durante le registrazioni di Vol. 4 dei Black Sabbath come ha recentemente dichiarato.
Di 'Ordinary Man' sappiamo già tutto, una ballata al pianoforte che da Ozzy Osbourne abbiamo già sentito tante altre volte. Ricordo: 'So Tired' , 'L. A. Tonight', 'Dreamer'. La grande differenza qui la fanno il pianoforte e la voce dell'ospite sir Elton John e l'assolo di chitarra lasciato da Slash.
"Mi sono accorto che assomigliava a una canzone di Elton. Così ho chiesto a Sharon: e se la cantassi con lui? Glielo abbiamo chiesto e, roba da non credere, ha detto di sì e ha cantato e suonato il pianoforte”.
Della sinfonica 'Holy For Tonight' sarà bello scoprire che ci piacerà con gli ascolti, grazie a quelle antiche reminescenze da Electric Light Orchestra che si trascina dietro.
Ci sono Chad Smith alla batteria, Duff McKagan al basso in tutte le tracce, Slash e Tom Morello a piazzare assoli e il giovane produttore, classe 1990, Andrew Watt alle chitarre, tutti insieme fanno il loro dovere facendo suonare il disco alla grande, seppur registrato in tempi brevissimi e un Ozzy a mezzo servizio. Il 2019 non è certamente stato tra i suoi anni da incorniciare.
C'è perfino l'auto-tune (orribile), soprattutto nella finale e già edita 'Take What You Want' e ospiti inconsueti (ma qui il vero ospite è Ozzy) come Post Malone e il rapper Scott Travis, da non confondere con Travis Scott, batterista dei Judas Priest (sarebbe stato certamente più utile), per accontentare le nuove generazioni che forse nemmeno sanno da dove spunti fuori un tale, tremolante, che si fa chiamare Ozzy, balzato agli onori delle cronache non musicali qualche anno fa per un reality ambientato in famiglia. Ah sì, poi ci sono i Black Sabbath. La sua strana famiglia che ora pare stringersi intorno a lui per proteggerlo.
E pensare che i primi 40 secondi promettevano pure bene. Ecco, forse di quest' ultima avremmo fatto volentieri a meno.
Ozzy Osbourne ha il morbo di Parkinson, già combattuto in passato, forse annullerà ancora una volta il suo ultimo tour, già più volte rimandato. Molto probabilmente questo sarà il suo ultimo disco in carriera e i pochi rimpianti per una vita condotta in corsia di sorpasso che affiorano in mezzo a cannibali e alieni verdi (quelli della inconsueta 'Scary Little Green Men') i tanti messaggi di addio sparsi nei testi sembrano purtroppo confermarlo. Il solo pensiero mi rattrista parecchio. Pare proprio un disco di commiato.
Ozzy è stato uno dei miei primi miti musicali.
Faccio ripartire tutto dal principio: un altro "all right now" ci seppellirà…








Nessun commento:

Posta un commento