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giovedì 24 gennaio 2019

DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA # 73: CINDERELLA (Long Cold Winter/Heartbreak Station)

CINDERELLA  Long Cold Winter (Mercury, 1988)



inizia il lungo inverno
Allora perché non tirare fuori un disco dalla candida ed elegante copertina che all’epoca spazzò via in un solo colpo i vestiti colorati e il trucco pesante di NIGHT SONGS, il pur buon debutto uscito solo due anni prima e messo in piedi con l’aiuto di Bon Jovi. Lo si capisce subito dalla slide che introduce ‘Bad Seamstress Blues’ e che si trasforma subito in ‘Fallin’ Apart At The Seams’ che qualcosa è maturato in meglio: la consapevolezza di essere una delle migliori band uscite negli Stati Uniti a metà anni ottanta prende forma. I Cinderella cambiano vestiti e pelle musicale e LONG COLD WINTER guidato dalle sue perle bianche come neve è un disco da conservare gelosamente: la trascinante ‘Gypsy Road’, la ballata pianistica ‘Don’t Know What You Got (Till It’s Gone)’ in grado di succhiare lacrime ad ogni ascolto e prenotarsi un posto nelle immancabili compilation in cassetta dell'epoca dedicate alle ballads, le chitarre di ‘The Last Mile’ e ‘Fire And Ice’ colpiscono tra hard e southern rock, mettendo in fila influenze catturate a Aerosmith, Led Zeppelin, Lynyrd Skynyrd e AC/DC. Nata a Philadelphia, la band di TOM KEIFER, fino compositore e voce aspra, abrasiva e graffiante come poche-e corde vocali delicate visti i tanti problemi che arriveranno dopo-del chitarrista Jeff Labar, del bassista Eric Brittingham e del batterista Fred Coury (ma sul disco ci suonarono Cozy Powell e Danny Carmassi) da qui in avanti metterà da parte l’iniziale sbandata glam così vicina a ciò che girava nei marciapiedi di Los Angeles all’epoca, per gettarsi dentro alle acque più torbide e stagnanti del blues (‘Long Cold Winter’ è un blues ammaliante e notturno, ‘la finale ‘Take Me Back’ va giù di slide), per poi asciugarsi sdraiata sull’erba sempre verde del country (l’altra ballata ‘Coming Home’), anticipando le mosse del successivo e altrettanto bello HEARTBREAK STATION (1990). Uno dei migliori album americani dell’epoca, in grado di raccogliere estimatori ad ogni latitudine musicale.






CINDERELLA Heartbreak Station (Vertigo, 1990)


Tra il portico in legno di una vecchia casa abbandonata in Pennsylvania, gli infiniti binari di una ferrovia che attraversa il nulla e gli stadi stracolmi di fan, i Cinderella di Tom Keifer registrano uno dei miei album americani perfetti, senza scomodare tanti altri nomi blasonati. C'è tutto quello che mi piace qui dentro: voce graffiante e unica, grandi chitarre slide ('The More Things Change'), rock alla Aerosmith vecchia maniera ('Love's Got Me Doin' Time'), rock'n'roll che strizza l'occhio a Keith Richards ('Sick Gor The Cure','Make Your Own Way'), country ('One For The Rock And Roll'), RnB ('Shelter Me'), ballad perfette ('Heartbreak Station'), western song ('Dead Man's Road'), anthem trascinanti ('Love Gone Bad'). E c'è pure John Paul Jones come arrangiatore di archi. Me lo porto dietro da quasi trent'anni...





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