Prendete tre carcasse di bufalo (copertina brutta, brutta) ancora paradossalmente sbuffanti e scalcianti, ricucite addosso la polposa carne grondante rosso sangue e date loro tre chitarre Gibson/Fender; rinchiudete il tutto dentro ad uno studio con il produttore guru dei chitarristi Mike Varney e chiamate per nome e cognome quello che avete ottenuto, così come si faceva una volta con i supergruppi, e avrete uno dei dischi di hard/blues più spumeggianti e freschi dell'anno.
Arriva a sorpresa questo 3 Skulls And The Truth, dopo la partecipazione dei tre axe men al Experience Hendrix Tour, tributo annuale ed itinerante dedicato al leggendario chitarrista di Seattle, che vedeva, tra i tanti, anche la partecipazione di altri luminari viventi della chitarra come Steve Vai, Buddy Guy, Johhny Lang, Eric Johnson... Una collaborazione nata quasi in modo improvviso, fortunoso e fatta di reciproco rispetto che riesce in 12 canzoni (per 65 minuti) a camuffare tutta questa apparente casualità e diversità musicale grazie ad una intesa collaborativa che sembra frutto di anni trascorsi insieme sopra ad un palco a jammare. I tre si dividono in modo equo, soli e vocals, facendosi aiutare dallo stesso produttore Varney e Steve "Lightin" Malcolm in fase di scrittura (l'unica firma assente nei credits è quella di Hidalgo) e dalla sezione ritmica formata da Jeff Martin alla batteria e Steve Evans al basso.
Luther Dickinson dopo North Mississippi AllStars e Black Crowes, ed un anno solare impegnatissimo tra dischi solisti e collaborazioni con South Menphis String Band, papà Jim e The Wandering è diventato, a tutti gli effetti, il nuovo prezzemolino del rock/southern/blues americano, cercato e venerato un po' da tutti, David Hidalgo è in libera uscita dai suoi Los Lobos, in vena di divertimento ed in cerca di decibel dopo la collaborazione su Tempest di Dylan e Mato Nanji , è leader e chitarrista pellerossa degli Indigenous, carriera marchiata e devota al blues, che si porta dietro il batterista della sua band.
Per chi è rimasto parzialmente deluso dalla cura Rubin, e dal ventilato (anche qui, parziale) ritorno alle radici dei nuovi ZZ Top in La Futura, in 3 Skulls And The Truth potrà trovare la semplicità di quel hard/blues grezzo, poderoso ed incontaminato. Canzoni crude e corpose come The Truth ain't What It Seems o l'opener Have My Way With You perfetto incrocio tra ZZ Top e Hendrix.
Duelli chitarristici che raramente sfociano in jam improvvisate, preferendo la forma canzone: il funk/blues di Make It Right, il trascinante vortice boogie di Coming Home, il southern di All I Know, l'incedere hard di The worldly And The Divine, la calma dilatata e darkeggiante di Cold as Hell, i devoti omaggi a Hendrix in Natural Comb e Woke Up Alone che chiedono solo un palco dove essere suonate, se mai capiterà e se il progetto non si fermerà qui, sul più bello.
Un equilibrio quasi perfetto, per un gruppo improvvisato, dove tecnica, feeling e canzoni non prevalgono mai l'una sull'altro. A prevalere sono sempre le chitarre, assolute protagoniste. Poco originale, certo, ma assolutamente fresco, di impatto e piacevole.Non so se è sola casualità, ma tre dei dischi più interessanti, sorprendenti, anarchici e divertenti dell'anno (gli altri due sono i lavori firmati Chris Robinson Brotherhood) arrivano da progetti messi in piedi da membri dei Black Crowes in libera uscita. Sempre aria buona dalle parti di Atlanta.
...io li ho trovati molto derivativi e poco originali a tanta classe mi aspettavo un tantino in più!
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