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sabato 5 novembre 2011

RECENSIONE: BILLY JOEL (Piano Man-Legacy Edition)

BILLY JOEL Piano Man-Legacy Edition ( Columbia-SONY, 1973/2011)

In uscita l'8 Novembre, la Legacy Edition di Piano Man, album che proiettò Billy Joel tra i più grandi songwriters pop americani del '900. Ancora lontano dai fasti che arriveranno da lì a pochi anni, Piano Man è tra i suoi capolavori indiscussi.
Questa nuova edizione esce in 2 Cd. Il primo conterrà le dieci canzoni rimasterizzate dell'album originale, il secondo, una rara performace radiofonica eseguita nel 1972.

Anche se oramai la vita artistica di Billy Joel sembra ancorata al passato (Joel non pubblica un disco pop dal lontano 1993, anno di uscita del fortunato "River Of Dreams"), il suo nome, almeno negli States continua a circolare insistentemente grazie a tour da tutto esaurito da solo o in coppia con l'amico "piano man" sir Elton John. Il suo avvicinamento alla composizione di musica classica, che lo portò ad incidere un disco strumentale "Fantasies & Delusions" nel 2001, sembra per ora scongiurato da un timido riavvicinamento alla musica pop-rock che speriamo lo riporti ad incidere qualcosa di nuovo.
Piano Man è il secondo lavoro solista del performer newyorchese. Trattasi senza dubbio di uno dei suoi tre capolavori. Uscito nel 1973 dopo due anni di totale demotivazione verso il music business. Billy Joel, erano anni, che provava a sfondare nella musica, prima come componente di gruppi che toccavano anche l'hard, come gli Echoes, gli The Lost Souls, gli Hassles e gli Attila, poi da solista con lo sfortunato esordio "Cold Spring Harbour" uscito nel 1971, ma che venne rivalutato solo a metà carriera quando il suo nome era al top.
La delusione del mancato successo portò Joel ad abbondonare la strada delle case discografiche per tornare al suo vecchio amore , il piano bar. Inizia così a girare l'America con lo pseudonimo di Bill Martin. Intanto, continua a scrivere e dal suo piano esce quella lunga "Captain Jack" che gli valse un nuovo contratto con la Columbia e che costituirà l'asse portante di un nuovo album alle porte.
"Piano Man" vede la luce nel 1973 e può vantare almeno tre composizioni che entreranno di diritto nella scaletta dei suoi concerti negli anni a venire. La title track è senza ombra di dubbio una delle sue migliori canzoni di sempre. Joel traduce in musica con uno stupendo crescendo la vita di quel Bill Martin che solo pochi mesi prima sbarcava il lunario girando le città americane in compagnia del suo solo strumento, il pianoforte. Le atmosfere creano un gioco di immedesimazione dove l'ascoltatore può scegliere se stare dalla parte del pianista o dalla parte del pubblico seduto ai tavoli, alticcio e con l'orologio che segna le prime ore del mattino.
In questo album Joel decide di infarcire il suono di nuovi strumenti avvicinandosi di più alla tradizione americana a differenza del precedente album in cui a farla da padrone era quasi esclusivamente il suo amato piano. Compaiono così strumenti tradizionali come armonica, violini e banjo. Gli strumentisti che lo accompagnano non sono ancora la band che inizierà a collaborare dall'album "Turnstiles" (1976) in avanti.
Lo spettro sonoro di Joel si arrichisce di nuovi colori come l'iniziale invocazione al Signore di Travellin' Prayer, veloce country song guidata da un banjo indemoniato con una coda di violino da festa campestre. Country sono anche l'evocativa dedica d'amore di You're My Home con una pedal steel in sottofondo e la stupenda Stop in Nevada canzone malinconica e triste su quanto sia difficile dire addio a qualcosa di caro.

Ci sono poi due canzoni dal forte sapore gospel che anticipano di dieci anni il Billy Joel di An Innocent Man(1983), come Ain't No Crime e Worse Comes To Worst, in cui compaiono le The Creamers alle voci.
A completare il tutto, la saga western di The Ballad of Billy The Kid e le più classiche canzoni If I Only Had The Words(To Tell You) e Somewhere Along The Line che si ricollegano al debutto.
Purtroppo "Piano Man", pur essendo un signor disco, non porto' immediata popolarità a Joel che dovette aspettare altri due album per arrivare al successo mondiale che gli portò "The Stranger" (1977), ma questa e' un'altra storia...

Il secondo cd comprende un intero concerto eseguito per una stazione radio. Registrato il 15 Aprile 1972 presso il Sigma Sound Studio, WMMR a Philadelphia. Oltre ad aver eseguito brani dai due dischi fino ad allora pubblicati, tra le 23 tracce compaiono tre canzoni mai apparse prima nella sua discografia ufficiale anche se già conosciute come bootleg: il "classico mancato" Long,Long Time, lo scatenato rock'n'roll tra Chuck Berry e Jerry Lee Lewis di Josephine e la pianistica e sentimentale Rosalinda, che poco ha a che fare con Rosalinda's eyes che comparirà nel 1978 su "52nd Street".

Vorrei inoltre segnalare per i completisti la versione demo di "Piano Man" (per scoprire come è nato un piccolo capolavoro) e due canzoni del periodo mai uscite ufficialmente: "Oyster Bay" e "The Siegfried Line", contenute nel bellissimo Box "My Lives" uscito nel 2005 (4 cd e un DVD che ripercorrono la carriera di Joel con preziosi inediti) che con un piccolo sforzo potevano essere incluse anche qui.


Parti di recensione compaiono in origine nella mia recensione su Debaser:
http://www.debaser.it/recensionidb/ID_27943/Billy_Joel_Piano_Man.htm
Billy Joel, vedi anche: http://enzocurelli.blogspot.com/2011/04/cover-art-1-billy-joel-glass-houses.html

1 commento:

  1. Grande Enzo!
    Ti seguo sempre soprattutto quando pubblichi su artisti a me cari: Joel, Mellencamp ecc
    Ti consiglio (ma lo avrai sicuramente) anche l'ultimo box Live, il famoso concerto allo Shea Stadium che ho recensito sul mio blog:
    Live at Shea Stadium
    Joel è un grande, ho praticamente quasi tutta la discografia compreso il mega box che hai citato...effettivamente mi manca proprio Piano Man, e la tua recensione, tenuto anche conto del formato speciale mi ha invogliato a prenderlo..del resto di Billy ormai si possono comprare o concerti o rimasterizzazioni deluxe:(
    a presto

    Massimo

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