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martedì 6 settembre 2011

RECENSIONE: TOM MORELLO the NIGHTWATCHMAN (World Wide Rebel Songs)

TOM MORELLO the NIGHTWATCHMAN World Wide Rebel Songs (NEW WEST, 2011)

Tom Morello sta dimostrando sempre più di essere stato, oltre che l'ascia imprevedibile, innovativa ed inimitabile dietro ai Rage Against the Machine, anche l'anima spirituale e barricadera dietro al progetto che rivoluzionò il rapporto rock/hip hop elevandolo a strumento di lotta contro il sistema capitalistico, assumendo, a tutti gli effetti, le connotazioni di band politica. Con il cantante Zack De la Rocha, da tempo un desaparecido chissà dove (ritornato alla ribalta solo per le estemporanee reunion live del gruppo), Morello ha continuato la sua battaglia su diversi fronti.
Lo abbiamo visto unire le forze con Chris Cornell, nel progetto Audioslave, durato tre album, lasciando un ricordo inferiore a quanto la somma dei componenti lasciasse presagire, abbandonando la lotta sociale fino al definitivo split con il bel Cornell tornato all'ovile del "giardino del suono grunge". La voglia di combattere, venuta meno negli Audioslave, si è rimpossessata di Morello, sotto forma di folk, all'inseguimento di chi la protesta la portò avanti con sola voce, slogan e chitarra, come un novello "antico" Woody Guthrie o "moderno" Billy Bragg, mettendo in piedi il progetto the Nightwatchman, che con questo "World Wide Rebel Songs" arriva al traguardo del terzo album. In mezzo e nel mentre, tanti altri progetti: sia musicali con i Street Sweeper Social Club in compagnia di Boots Riley (una sorta di RATM meno infervorati) e apparizioni a fianco di Bruce Springsteen, Robbie Robertson e Steve Earle , sia sociali, con la formazione di associazioni umanitarie no-profit come Axis of Justice in compagnia di Serj Tankian , cantante dei System of a Down.
"World Wide Rebel Songs", anticipato di qualche mese dall'ep "City Town", si differenzia dai due precedenti lavori per un ritorno alla full band e la ricomparsa della sua chitarra elettrica, libera di disturbare con i suoni da mago dell'effettistica. Non più solo folk per chitarra acustica ma un album di combat folk/rock che non disdegna puntate elettriche assumendo più sfumature e colori.
Black Spartacus Heart Attack Machine è un incalzante rock che apre il disco ma forse anche la canzone meno riuscita con quei chorus finali un po' imbarazzanti e forzati. Anthem e chorus saranno una presenza costante durante tutto il disco ma fortunatamente usati meglio. It Begings Tonight si candida ad essere la canzone che più si allaccia con il passato dei RATM, Morello rispolvera i riff e gli assoli che lo resero famoso e riconoscibile.
Con lo sguardo rivolto a Joe Strummer in The Dogs of Tijuana, nel canto di protesta anti guerra Stray Bullets e nella finale Union Town tra gospel e il combat/folk dei Clash e dello Springsteen più impegnato.
Ancora le ombre dell'amico del New Jersey fanno capolino nella seconda parte di Speak and make lightning: inizio da canzone folk che si trasforma in una sarabanda da big band sullo stile del progetto Seeger Sessions portato in scena qualche anno fa da Springsteen.

La title track è una chiamata alle armi che sfoggia un contagioso coro che dal vivo sarà protagonista. Più vicine ai due precedenti dischi il folk acustico di Branding Iron, la triste Whirlwind, la preghiera God Help Us All, oscura e vicina alle atmosfere delle American recordings dell'ultimo Cash e il duetto con voce femminile di The fifth Horseman of the Apocalypse con lo scambio chitarra /violino.
Discorso a parte merita Save the Hammer for the man, primo singolo dell'album, una folkie song, puntellata dall'hammond, che accarezza il soul grazie all'apporto di Ben Harper, coautore del pezzo. Un piccolo gioiello da conservare.
Morello prosegue semplicemente il discorso iniziato negli anni novanta con i RATM, cambia la forma ma non la sostanza. Coerenza di idee vestita di folk, più che mai attuale in questi mesi con il mondo a gambe all'aria.




vedi anche RECENSIONE: BRUCE SPRINGSTEEN- Wrecking Ball (2012)



5 commenti:

  1. Se posso, aggiungerei (senza ancora avere ascoltato l'album, in verità) tra i numi tutelari di Tom Morello il grande e spesso dimenticato Phil Ochs, considerando che la copertina del CD è una palese rivisitazione/citazione di quella di "Gunfight at the Carnegie Hall" dello stesso Ochs. A maggior ragione, quindi, chapeau a mr Morello.

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  2. Dopo diversi ascolti non posso fare altro che ringraziarti per questa segnalazione, veramente un bel disco (a me piace ancora chiamarli così) che probabilmente non avrei mia scoperto; ora non mi resta che andare alla ricerca della discografia precedente di TM !

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  3. Ottima recensione, concordo in particolare sul fatto che "Save the hammer for the man" è una perla, a mio avviso il pezzo più bello di TM in versione The Nightwatchman insieme a "The road i must travel" dell'album One man revolution.
    Segnalo inoltre che il pezzo "Black Spartacus..." è una love song (TM che scrive canzoni d'amore?) dedicata, non a una donna, ma alla sua ultima chitarra (ah, ecco...), una stupenda Gibson acustica tutta nera con la scritta Black Spartacus. :-)

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