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martedì 13 settembre 2011

RECENSIONE: GIORGIO CANALI & ROSSO FUOCO ( Rojo)

GIORGIO CANALI & ROSSOFUOCO Rojo (La Tempesta Dischi, 2011)

Dopo il primo ascolto di questo nuovo Rojo di Giorgio Canali & Rosso Fuoco, mi sono venuti in mente immediatamente i Gang, la band marchigiana dei fratelli Severini, il gruppo che più di tutti in Italia ha incarnato nei primi anni ottanta lo spirito di quel Combat Rock, importato da oltremanica e che proprio grazie ad una presa di posizione(nel loro caso politica) abbastanza radicale ha sempre dovuto faticare per ottenere il primo piano che avrebbe meritato. Bisogna però dire che Canali, grazie ad una intransigente attitudine ad una vena creativa e poetica diretta ed esplicita, un certo seguito è riuscito a crearselo divenendo una piccola scheggia impazzita dietro alla musica italiana da "prima pagina", almeno da "giorgiocanali&rossofuoco"(2004) in poi, diventando a tutti gli effetti uno dei pochi a non girare troppo intorno ai problemi, usando la canzone come forma di attacco diretto ai poteri forti a costo di cadere nella retorica o nella denuncia nel peggiore dei casi. Così è se vi piace.
Se l'amico ed ex compagno di CCCP, CSI e PGR, Giovanni Lindo Ferretti negli ultimi anni è stato protagonista di un discutibile ma comunque rispettabile dietro front di ideali(nel rock certi cambiamenti di rotta si pagano), Canali dopo il più tranquillo, meditato ed intimista "Nostra signora della dinamite"(2009), torna sospinto dai venti di rivoluzione che soffiano sopra ad una crisi che è piombata e che ci vede inermi spettatori , poco colpevoli e molto coinvolti nel subirne gli effetti. Lui i suoi ideali non li ha abbandonati e Rojo lo sottolinea con gran forza. Chi ascoltando il suo ultimo album(che comunque è venuto fuori alla distanza) aspettò invano quella cattiveria e il lato cinico rimanendone deluso, potrà avvicinarsi a Rojo con totale fiducia e sicuro di avere d'avanti il "vecchio" Giorgio Canali che recentemente ha dichiarato di aver ritrovato la vecchia ispirazione: la bestemmia! Il tutto, alzandosi una mattina con la rivoluzione nel cuore e i canti di protesta e ribellione in testa.
Canali torna a quei testi che non hanno paura di dire tutto quel che c'è da dire, senza giri di parole e con quella sarcastica ironia anarcoide che abbiamo imparato a conoscere già dai suoi primi lavori solisti(Che fine ha fatto Lazlotòz-1998 e Rossofuoco-2002) ed un avvicinamento molto marcato al rock/folk americano con tanto di armonica, una presenza che si fa sentire in parecchi brani, dando una direzione ben precisa al lavoro. Sempre accompagnato dagli ormai fidi Rosso Fuoco anche se con qualche defezione e cambiamento: esce di scena la bassista francese Claude Saut sostituita da Nanni Fanelli, acquista una nuova chitarra in Stewie Dal Col che si va ad aggiungere ai vecchi componenti rimasti, Marco Greco alla chitarra e Luca Martelli alla batteria.
Allora che inizi la rivoluzione! Partenza a mille con la canzone di benvenuto, Regola#1, che prende il posto che fu di Precipito, Verità, la verità e Quello della foto nei vecchi dischi. Una chiamata alle armi più intenta ad analizzare il triste rapporto tra i mass-media e i movimenti di protesta, sottolineandone quanto le notizie possano essere manipolate e manipolare a loro volta,
(...se non ora quando-onniveggenti telecamere-agli angoli di questa città-faranno di voi delle celebrità-sampietrini, bastoni, dateci sotto-regola#1 sfasciare tutto-linea alla regia per la pubblicità-e al rientro in onda, un primo piano dello sponsor...).

Con Carmagnola#3 , scrive il suo canto di rivoluzione del nuovo millennio, andando a ripescare la lingua francese, tanto presente nei suoi primi lavori e lo spagnolo creando idealmente un ponte con quei Indignados spagnoli che quest'anno hanno ottenuto le prime pagine dei giornali aprendo una strada non ancora seguita nel nostro paese. Un monito ad agire?
C'è poi l'attacco diretto al clero, alle sue istituzioni e alla fede con i suoi dogmi che limitano la libertà individuale e di scelta , nella tambureggiante e tra le più riuscite Sai dove:
(...e sai dove ficcarti la tua verità-la tua fede-hai ancora sulle chiappe i segni-degli artigli del tuo prete-io, sceglierò di crepare-"se" e "quando" pare a me-io, sono mio, dai vediamo-vieni qui davanti a dirmelo-che così non è...).
Ci sarà , con la sua armonica ci guida a cercare alternative, qualcosa di meglio ma soprattutto a non mollare mai anche quando cercano di privarci di tutto, ma non il diritto di morire di gioia quando la rivoluzione è in atto. Morire di Noja: (...Voglio un posto in prima fila-mentre tutto crolla-mentre tutto intorno brucia e tutto il mondo balla-libero di morire di gioja, di morire di noja...).
Divertente e nuovo per Canali il rock'n'roll alla stones di Rivoluzione strategica#6 e le atmosfere di Treno di mezzanotte che ricordano l'ultimo De Gregori , sopratutto nel ritornello e nella citazione:(...ma Alice, guardando i gatti, ha imparato a scopare-unghie piantate sul cuore a spremere lacrime rosse...).
Più vicine alla vena intimista del precedente lavoro sono il duetto insieme ad Angela Baraldi(i due hanno girato l'Italia questa estate portando in giro le canzoni dei Joy Division), una canzone che allunga la mano a quelle murder ballad americane nei suoni ma con una linea melodica che fa venire subito in mente un cantautore italiano che su queste ballad ci ha costruito la carriera e sinceramente poco sulle corde di Canali. Più interessante il testo e il rammarico di non aver usato la voce della Baraldi anche nel resto del disco. Molto meglio, allora, gli altri due lenti : la stupenda e notturna Controvento (...e controvento, ignoro i riti del traffico, in questa trance di miele e aritmie cardiache-urla un clacson, ignoro il ritmo del battito-immagini di noi e dentro-scariche elettriche...)e Orfani dei cieli che chiude il disco.
Anche se qualche "giornale fighetto" che nel nome di testata ha una "s" in meno del gruppo della coppia Jagger/Richards lo stronca in quattro righe, io mi terrei stretto il Canali impetuoso e preso dall'ansia di ribellione. La rivoluzione in musica non ha età(ditelo al povero Joe Strummer) e con tutti gli ultra cinquantenni cantautori italiani agiati ed adagiati nel godersi la secondà età, una mosca bianca(o rojo) come Canali deve essere sempre libera di volare dove le pare.


5 commenti:

  1. Il problema però è sempre il solito: dove trovare questi cd ?

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  2. Ciao...Questo lo dovresti trovare senza problemi nei grandi Media Stores.

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  3. Ti ringrazio, spero di riuscire a trovarlo ! Ciao

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  4. Canali è un patrimonio da conservare!!!!Bella recensione!!!

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  5. pienamente d''accordo, Canali è un patrimonio della musica italiana . Se vuoi trovare i cd di Canali l'unico modo è andare ai suoi concerti e alla fine dell'esibizione comprarli dall'immancabile banchetto che vende anche magliette e altri gadget.

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