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venerdì 15 ottobre 2010

RECENSIONE: WILLIE NILE ( The Innocent Ones)

WILLIE NILE The Innocent Ones (River House Records,2010)

Che Willie Nile, da qualche anno, stia vivendo una seconda parte di carriera è fuori da ogni dubbio. La sua prolificità artistica non è mai stata così alta e l'uscita di questo The Innocent Ones, a solo un anno di distanza dal più che buono House of a thousand guitars ne è la conferma tangibile.
Ascoltando il nuovo album si può percepire chiaramente quanto il piccolo cantautore di Buffalo, ma newyorchese d'addozione, stia vivendo un periodo di totale spensieratezza musicale e -penso- gioia interiore che vanno ad arricchire le sue liriche.
Visto questa estate sopra ad un palco, proporre alcune canzoni del nuovo album, si aveva l'impressione dell'impronta rock'n'roll e fun che il nuovo lavoro prometteva.
Echi di Ramones, da sempre amici e nel cuore di Willie, balzano subito all'orecchio nell'iniziale Singin'Bell, dopo che i rintocchi di campana annunciano e lasciano spazio a notizie di pace, amore e libertà per i soldati al fronte. Un punk'n'roll che si ripete nella corale dedica d'amore di Can't stay home e Hear you breathe. Nile si diverte, non deve più dimostrare nulla a nessuno e nemmeno a se stesso. I colleghi musicisti lo venerano e per i suoi fan è un idolo. Sembra aver trovato la sua speciale formula di giovinezza. La musica è parte integrante della sua vita e ha poca importanza dividere il palco con rockstar affermate come Springsteen o suonare in sperduti paesini italiani davanti a poche persone, quando si crede totalmente a quello che si fa.
Allora giù con il rock rollingstoniano nella storiaccia di provincia americana raccontata in Topless Amateur o con le ballate, quelle Folk/country come Rich and Broken, la pianistica e piena di speranza Song for you o il folk imtimo e solitario di Sideways beautiful.
Nile sa ancora essere un vecchio sognatore quando canta di una chitarra come unica arma a sua disposizione per combattere il mondo là fuori (One guitar) e sa catapultarsi nell'epicità della corale titletrack senza dimenticare il romanticismo che ancora vive dentro di lui.
Forse meno ispirato dei precedenti lavori, ma comunque un buon pretesto per far parlare di un artista, spesso dimenticato, ma che ha sempre messo in primo piano musica e fan. Assistendo ad un suo concerto si ha la prova di quanto Willie Nile sia un personaggio vero e schietto. Se vi capita a tiro...





vedi RECENSIONE: WILLIE NILE live ASTI musica 14 Luglio 2010




vedi anche RECENSIONE: WILLIE NILE-American Ride (2013)




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