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mercoledì 10 settembre 2025

RECENSIONE: GLENN HUGHES (Chosen)

 

GLENN HUGHES  Chosen (Frontiers Music, 2025)





"the voice" in my head

C'è chi a sessant'anni si è già sputtanato la voce ed è costretto a cambiare registro alle sue canzoni e poi c'è Glenn Hughes che a 74 primavere la preserva con mestiere d'altri tempi e canta come fosse ancora il 1974. Anche se concentrandoci  sulla voce ci si dimentica spesso del suo ruolo di bassista.

Il live visto l'anno scorso all'Alcatraz di Milano, incentrato sulle canzoni dei Deep Purple (si celebrava Burn) è buon testimone di tutto ciò.

Hughes ci disse pure che eravamo fortunati ad essere lì quella sera perché  lui è rimasto l'unico a cantare ancora le canzoni di album come Burn, Stormbringer e Come Taste The Band.

 Il segreto? Lo sa solo lui.

Sempre lui dice che questo Chosen (pubblicato dalla nostrana Frontiers Music) uscito a ben nove anni dall'ultimo solista Resonate e con in mezzo i progetti Black Country Communion e The Dead Daisy (abbandonati), sarà l'ultimo prettamente rock della sua carriera. Ma perché? Cosa si metterà a fare poi? In queste dieci tracce c'è poco spazio per la parte più funky della sua musica, quella che conquistò pure Stevie Wonder, pur se presente in canzoni come 'My Alibi' ,'Hot Damn Thing' e la nervosa 'Black Cat Moan', per il resto si picchia giù duro di hard rock alla vecchia maniera mantenendo sempre la faccia modernista  con il groove davanti a tutto ('Voice In My Head' è il buon inizio disco, 'Heal', la finale 'Into The Fade') ma con la melodia spiccata della title track ( "parla di libertà, di trovare se stessi in quest'epoca, in questo mondo folle in cui viviamo") e della ballata 'Come And Go', dove le acque si fanno meno impetuose, viaggiando a motore spento.

Ci sono poi due pezzi da novanta come le sabbathiane  'In The Golden' e soprattutto 'The Lost Parade', dove il buon chitarrismo del sempre sorridente Søren Andersen ( Ash Sheehan alla batteria e Bob Fridzema alle tastiere completano la band) cavalca le onde basse care al vecchio amico Tony Iommi, tanto che pare uscito dal disco Fused che Iommi e Hughes registrarono vent'anni fa .

Chosen è un disco fresco e vivace che pur ripetendo formule antiche e spesso già sentite, conferma Hughes come uno dei rocker meglio conservati di quell' epopea rock che sta lentamente navigando verso il tramonto.






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