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sabato 23 ottobre 2021

RECENSIONE: THE ROLLING STONES (Tattoo You, 40th Anniversary)

THE ROLLING STONES  Tattoo You - 40th Anniversary (Interscope, 1981/2021)



40 anni di scarti di valore

Nonostante Emotional Rescue non fosse andato così male in fatto di vendite, i Rolling Stones ridussero al minimo la promozione senza fare tour. Quando arrivò il momento di girare nuovamente  il mondo, Mick Jagger e Keith Richards si rinchiusero invece in uno studio insieme a Chris Kimsey, rispolverando vecchie canzoni per fare qualcosa di nuovo da portare in giro, come se non avessero già abbastanza materiale da cui attingere. Le sedute di registrazione di Black And Blue, Some Girls e Emotional Rescue furono prolifiche tanto da lasciare in eredità un sacco di outtake, ma si andò a pescare ancora più indietro, recuperando in annate lontane come il 1972: saltarono fuori canzoni come 'Tops' con la chitarra di Mick Taylor che venne lasciata senza essere accreditata. Naturalmente il chitarrista rivendicò le sue royalties appena ascoltò il disco. 

Jagger fu quello che lavorò di più in studio, sopra incidendo gran parte delle voci, in alcune venne aggiunto il sax di Sonny Rollins (in 'Slave' dove c'è pure Pete Townshend ai cori, nella scatenata 'Neighbors' scritta da Jagger "è la prima canzone che Mick scrive per me" dirà Richards. E nella conclusiva 'Waiting On A Friend'). 

Come le migliori case che custodiscono in cantina  pezzi vecchi ma ancora pregiati, i Rolling Stones avevano da parte canzoni così buone da farci un disco che per qualcuno diventò l’ultimo grande album della band, per altri addirittura la chiusura della loro migliore stagione rock. C'era chi già li considerava dei vecchi dinosauri, è bene ricordarlo. 



"Quelle canzoni non si prestavano ad essere inserite in nessun altro album. Ma sono belle canzoni" dirà Mick Jagger. 

Il disco fu lanciato dal  primo singolo apripista  ‘Start Me Up’, una canzone nata con sonorità reggae addirittura ai tempi di Black And Blue nel 1975 e registrata lo stesso giorno di 'Miss You' come raccontato dal produttore  Chris Kimsey. 

"Start Me Up è il motivo per cui l'album rimase nove settimane in cima alle classifiche" ironizzò Ron Wood. 

In verità Tattoo You pur nella sua apparente disomogeneità (convivono bene il rock'n'roll di 'Little T&A' cantata da Richards con il blues ispirato da Hop Wilson di' Black Limousine' e ballate come la notturna 'Heaven' e 'Worried About Me' con il falsetto di Jagger a dominare)  è un disco che funziona alla grande, incartato dentro al lavoro grafico minuzioso del trio Peter Corriston (grafico), Hubert Kretzschmar (fotografo) e Christian Piper (disegnatore), diventato in poco tempo uno dei più amati dai fan. 

"È un disco onesto. La maggior parte delle canzoni sono state scritte in pochissimo tempo" Mick Jagger. 

Uno scatto in avanti messo in piedi con il minimo degli sforzi.

A quarant'anni dall'uscita anche un disco fatto di scarti ha la sua bella nuova vetrina: è stato oggi rimasterizzato e per mettere bene in mostra il quantitativo di canzoni su cui si stava lavorando all'epoca, sono state aggiunte ulteriori nove canzoni (Lost & Found) tra cui spicca sicuramente 'Living In The Heart Of Love', dimostrazione di quanto bastasse loro poco per tirare giù un singolo che funzionasse. Questo funziona in qualsiasi decennio lo si ascolti. Il brano non trovò posto nella scaletta originale così come il rock blues tirato e tagliente di 'Fiji Jim', il blues 'It's A Lie' con l'armonica di Sugar Blue, lo sgangherato honk tonk 'Come To The Ball' con il piano di Nicky Hopkins, la bella e notturna ballata 'Fast Talking, Slow Walking' con la presenza di Mick Taylor e Billy Preston e una versione alternativa di 'Start Me Up'. 

Più una serie di cover: 'Trouble's A-Comin' della band di Chicago CH-Lites registrata a Parigi nel 1979, una basica 'Shame, Shame, Shame' di Jimmy Reed, la cui versione originale è del 1963 e la ballata 'Drift Away' portata al successo da Dobie Gray nel 1973 e che gli Stones già registrarono in studio un anno dopo durante le session di It's Only Rock'n'roll. 


Naturalmente rimangono fuori altre innumerevoli tracce. Troveranno un loro posto nel cinquantennale. 

"Sono solo tracce che sono state registrate in qualsiasi momento dal 1972 al 1981. Non era proprio un album. Era dappertutto. Non ha una sorta di centro" ha detto recentemente Mick Jagger. 

A completare l'operazione nostalgia, il concerto allo stadio di Wembley del 25 Giugno 1982 (fratello dell'edito Still Life), concerto che in scaletta presenta per la prima volta qualche canzone di Tattoo You ma anche alcune cover ('Just My Imagination' dei Temptations, 'Twenty Flight Rock' di Eddie Cochran, 'Going To A Go Go' dei Miracles e 'Chantilly Lace' di Big Bopper, mai apparsa prima ufficialmente).

L'operazione uscita in vari formati per accontentare tutte le tasche, da uno spaccato reale di cos'era la band in quegli anni, scanditi da album in studio e tour. I "già vecchi" Stones erano veramente dappertutto in quei primissimi anni ottanta. Ancora oggi, nonostante tutto.





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