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mercoledì 2 giugno 2021

RECENSIONE: BLACKBERRY SMOKE (You Hear Georgia)

BLACKBERRY SMOKE  You Hear Georgia (Thirty Tigers Records, 2021)


greetings from Georgia

Pur reggendosi sulla leadership del cantante e chitarrista Charlie Starr, chi ha visto almeno una volta dal vivo la band sa quanto il lavoro di squadra sia il loro vero punto di forza. I loro concerti non deludono. Questo nuovo album, registrato in soli dieci giorni e già pronto da circa un anno ("ci siamo chiesti se era il caso di farlo uscire senza presentarlo dal vivo" dice Starr, la risposta è ora nelle nostre orecchie) sembra enfatizzare la loro forza da live band, anche grazie al lavoro in produzione, alla vecchia maniera analogica, dell'esperto Dave Cobb dentro agli storici RCA Studios A di Nashville. Al passato guarda anche il disegno di copertina, una cartolina dalla loro Georgia, terra di grandi band (dai Black Crowes andando indietro) ma anche di ingombranti luoghi comuni che proprio la title track vuole sfatare e portare a galla. Dentro a queste dieci canzoni c'è tutto ciò che è necessario per confermare quanto Gregg Allman lasciò detto qualche anno fa prima di morire, predicendo un roseo futuro, una cosa tipo "riporteranno il southern rock sulla giusta strada" che suonava un po' come una benedizione o un battesimo dentro alle acque del fiume Chattahoochee. 

Una strada fatta di canzoni rock, solide, epiche e pesanti ('Morninside'), funky ('Live It Down'), tirate come 'All Rise Again' con la chitarra e la voce ospite di Warren Haynes, prima di una serie di pezzi che Haynes e Starr sembra abbiano scritto insieme. Ma anche di limpide e ariose camminate West Coast come 'Ain' t the Shame' anche se nel testo si narra dei problemi di un veterano di guerra, saltellanti funky colorati di nero che chiamano in causa i Little Feat ('Hey Delilah'), boogie da asfalto e polvere come 'All Over The Road' che ha  il primigenio tiro dei concittadini Black Crowes, poi la loro immancabile country side che esce prepotente nell'acustica pennellata old style di 'Old Enough To Know' che guarda a Willie Nelson e in  'Lonesome For a Livin' un lento walzer insieme a Jamey Johnson, un omaggio a George Jones, leggenda della country music, scomparso nel 2013. 'Old Scarecrow' chiude con le chitarre di Starr e Paul Jackson in bella evidenza in una canzone caratterizzata da continue esplosioni elettriche. 

Fa un po' sorridere leggere ancora in giro che i Blackberry Smoke siano considerati il futuro del southern rock vista l'ormai ventennale carriera, certamente rappresentano bene il presente di un genere che periodicamente, tra iella, disgrazie e grandi perdite, sa comunque come rigenerarsi. E nel genere, guardare al passato è fondamentale.




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