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sabato 10 ottobre 2020

RECENSIONE: GODSPELL TWINS (Badtism)

 


GODSPELL TWINS  Badtism (Outbreak Records, 2020)



… nel nome delle chitarre

Ecco un disco che potrebbe piacere a tutti gli amanti del buon vecchio rock con profonde radici americane. Nessuno escluso. Dietro al progetto Godspell Twins ci celano vecchie conoscenze come il musicista Nick Baracchi (voce, chitarra) e Carlo Lancini (chitarre, già nel Mojo Filter e ora Stone Garden), aiutati dalla sezione ritmica formata da Daniele Togni (basso) e Jacopo Moriggi (batteria) e da un manipolo di ospiti tra cui Francesco Più, Luca Milani, Elisa Mariani (voci), Filippo Manini (tastiere) e Joe Barreca e Daniele Negro dei Mandolin Brothers.

La copertina svela e mantiene quello che promette: la direzione impostata sul navigatore  è quella che da Bergamo, dove le canzoni sono nate in pieno lockdown tra Marzo e Giugno, porta direttamente tra le strade americane che incrociano spesso e volentieri le chitarre british degli Stones (nell'apertura 'Callie Crane'), che serpeggiano in mezzo alle verdi vallate di prati incontaminati del country ('This Old Town Will Bring Me Down'), che si inerpicano tra le vie buie e profonde del blues (l'acustica 'Kansas City' arricchita dalla chitarra di Francesco Piu). E basterebbe il viaggio affrontato e raccontato in una traccia come 'Way Down Mississippi' per capirlo. Canzone in grado di catturare al primo ascolto. Ci sono chilometri di vita vissuta, strade, sogni, speranze e qualche stoccata politica che in tempi come questi non fa mai male (la tesa 'Children Of War' con la voce di Luca Milani). A far peso sopra al pick up lanciato sull'asfalto la scelta di due cover come 'Willin' dei Little Feat, un classico "on the road" riletto alla loro maniera e una non facile interpretazione di 'Mellow My Mind' di Neil Young che però sembra sintetizzare bene ciò di cui abbiamo bisogno in questi infiniti mesi senza prospettive certe: "qualcuno che ci addolcisca la mente".                                                                            

I Godspell Twins ci provano, almeno per una buona mezz'ora, durata di un disco, sì battezzato in tempi incerti ma anche da una buona stella d'ispirazione.




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