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venerdì 10 luglio 2020

RECENSIONE: THERAPY? (Greatest Hits-The Abbey Road Session)

THERAPY?   Greatest Hits - The Abbey Road Session (2020)





 welcome to the church of noise 
A parte un paio di stagioni trascorse con tutti gli onori e gli oneri della cronaca (il biennio 1994-1995, con TROUBLEGUM e INFERNAL LOVE sul podio non solo della loro carriera ma tra i dischi più influenti del decennio dei novanta per il rock alternativo), i nord irlandesi THERAPY? non hanno mai raccolto tutto quello che avrebbero meritato in popolarità. E quando penso a quegli anni e a certi gruppi britannici in cima al mondo, senza trovare i Therapy?, un po' mi incazzo. Troppo scomodi e inclassificabili. Oggi, però, a differenza di tanti altri compagni di viaggio persi per le tortuose strade degli anni trascorsi o magari alle prese con improbabili reunion, sono ancora qui a girare per i palchi di tutto il mondo, grandi e piccoli, guidati dalla inseparabile coppia-unita saldamente da una vera e palpabile amicizia- formata da Andy Cairns e Michael McKeegan, a proporre la loro carriera in musica che non si è mai fermata di fronte a nulla: più forti dei cambi di formazione (batteristi che vanno e vengono, formazione a tre che diventa a quattro e poi di nuovo trio), mode musicali passeggere, attentati, crisi economiche mondiali e pandemie incluse e la vita. Andy Cairns ne sa qualcosa. Una certezza, tanto che il punto interrogativo alla fine del loro nome andrebbe trasformato in esclamativo e sottolineato in neretto. Uno di quei gruppi a cui ti affezioni in giovane età e che non molli più, seguendo fedelmente la loro bizzarra vena creativa che si contorce come una montagna russa senza mai fine. Una band che avrebbe potuto costruire una carriera su hits come ‘Nowhere’, ‘Screamager’ o ‘Stories’ e che invece ha proseguito a testa bassa, andando spesso incontro alla cieca critica che li dava per morti quando invece di continuare a sfornare singoli, si avventurarono in percorsi musicali più ostici e meno immediati, voltando lo sguardo a ritroso verso i loro esordi industrial/noise rumoristi, scatenando pure le ire delle loro case discografiche. Spigolosi e accomodanti quando serve: dai dischi più melodici e rock'n'roll (SHAMELESS-2001, HIGH Anxiety-2003) ai quelli ostici e poco penetrabili (SUICIDE PACT YOU FIRST-1999, CROOKED Timber-2009 fino al buon CLEAVE di due anni fa) il tutto senza farsi influenzare da mode musicali e lontano da qualsiasi catalogazione. E forse sta lì la loro disgrazia: quando alternative rock, noise, post punk, grunge, industrial, metal si ritrovano in un solo gruppo, il rischio è quello di spiazzare e confondere.. L'uscita di questa atipica raccolta in un momento così nefasto per l'umanità sembra solo confermare il trend della loro carriera. Andy Cairns, Michael McKeegan e Neil Cooper prendono dodici canzoni del loro repertorio (da 'Teethgrinder' a 'Opal Mantra' passando per 'Loose', 'Church Of Noise' 'Diane' (la cover dei mentori Husker Du) fino a una 'Die Laughing' insieme a James Dean Bradfield dei Manic Street Preachers e le risuonano nude e crude live agli Abbey Road Studios insieme al fido produttore Chris Sheldon. Nulla di nuovo, solo un altro segnale che i Therapy? ci sono sempre e lottano insieme a noi. Esiste anche una versione con un CD in più che raccoglie altre canzoni registrate live tra il 1990 e il 2020.





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