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mercoledì 6 maggio 2020

RECENSIONE: RUBEN LEVI RHODES (Abbeville)

RUBEN LEVI RHODES   Abbeville (2020)





non è mai troppo tardi

Ruben Rivera si presenta al suo debutto discografico sotto il nome Ruben Levi Rhodes e se pensate che nel 2020 sia impossibile fare musica senza avere in rete un sito, una pagina Facebook, uno straccio di biografia eccovi accontentati. C'è solo il canale Spotify dove potrete ascoltare il disco. Per ora ho scoperto solo che è originario della California del sud. E allora si naviga a vista, nel vero senso della parola. Per esempio, guardandolo in foto non sembra più giovanissimo. Un buon indizio. Ascoltando le sue canzoni però si percepisce che storie da raccontare, raccolte nell'America del suo quotidiano, ne ha e ce le racconta alla vecchia maniera, seguendo canovacci ormai lisi ma sempre affascinanti come fa nell'apertura 'Sunday Song' un country rock alla John Prine che in questi giorni sanno quasi di omaggio o nella seguente 'White Line Flyin', un honky tonk country in stile Waylon Jennings.
Un inizio in cui non cerca certo di stupirci con i trend musicali del momento. Quali sono poi? Da 'Lonesome Is Never Alone' e 'Me And Maria' con la sua fisarmonica, affiorano sapori Tex mex cari a personaggi come Joe Ely e Tom Russell, 'Avery' è country alla Willie Nelson, 'California' è pura brezza da viaggio on the road con tanto di lap steel così come 'Ford Truck' ma dal piglio più malinconico, sembra più adatta a un viaggio di ritorno. Mentre con 'Jack Of Diamonds', chitarra e armonica e il passo lento da border song, con una 'Talkin Cannonball Blues' che richiama Bob Dylan, con la ballata al pianoforte e hammond 'Waiting On A Train' e con una 'Iron Wings' che sa dello Springsteen acustico scopre il suo lato più nascosto e intimista.
Pura americana che sa di tradizione e antico. Canzoni che non cambieranno di certo il mondo con l'unica pretesa di mantenere in piedi la tradizione dell'American Music. Naturalmente il primo consiglio per il buon Ruben è quello di essere più presente nei social. Anche se poi a pensarci bene, forse ha ragione lui.
Bravo Ruben.









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