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lunedì 20 aprile 2020

RECENSIONE: LUCINDA WILLIAMS (Good Souls Better Angels)


LUCINDA WILLIAMS  Good Souls Better Angels (Highway 20/Thirty Tigers, 2020)





no surrender
Ascoltando queste nuove dodici canzoni, il periodo nero, intimo e personale che caratterizzò l'ultima sua uscita discografica The Ghosts Of Highway 20 di quattro anni fa sembra ormai alle spalle. Lì sembrava quasi nascondersi dietro ai silenzi degli spazi infiniti dei luoghi. Quelle canzoni pigre, tormentate, rarefatte costruite sulle pagine del suo sud e che affrontavano il tema del viaggio segnato dalle perdite umane (il padre prima di tutti) sono ora delle cicatrici da guardare con tutto rispetto anche se non mancano anche qui ballate dolenti come 'Big Black Train' che scavano all'interno della depressione su un lento soul con le chitarre di Stuart Mathis a irrompere violente, le stesse chitarre (protagoniste assolute) che sporcano lo stomp blues d'apertura 'You Can't Rule Me' , un vecchio blues degli anni trenta di Memphis Minnie che svolge bene il suo compito di introduzione.
Proprio perché in questo disco convivono bene due anime: quella urbana e elettrica e quella più nera e blues dove il diavolo entra spesso in gioco senza permesso come ha dichiarato lei stessa (' Pray the Devil Back to Hell'). 
 Oggi Lucinda Williams sembra guardare avanti rimettendo le chitarre in prima linea come in passato però ('Drop by Drop ( Big Rotator)'). Ecco allora nuovamente Ray Kennedy in produzione, già conosciuto nel mai dimenticato e recentemente festeggiato Car Wheels On A Gravel Road (1998), il marito Tom Overly co autore di diversi pezzi, e una band solida ed essenziale formata oltre che da Mathis, da Butch Norton alla batteria e David Sutton al basso.
Scruta e allunga lo sguardo verso il mondo che gira intorno questa volta (" il mondo sta cadendo a pezzi è come l`apocalisse" ha dichiarato in una recente intervista, prima ancora che l'apocalisse ci piombasse veramente addosso) e ci grida in faccia cosa pensa ('Bad News Blues'), spesso con una visione assai pessimistica ma forse solo estremamente realista: dagli abusi domestici sulle donne su una tosta 'Wakin' Up', alla velocità accusatoria che viaggia su social media raccontata in 'Shadows & Doubts' , riferendosi a ciò che è capitato all'amico Ryan Adams, fino ai cinque minuti di 'Man Without A Soul' , che avanza sorniona con quelle schitarrate acide a gridare rabbia e sputare veleno. "Potete immaginare a chi sia dedicata" ha detto recentemente.
Non è difficile indovinare. Purtroppo ora c'è pure un nemico in più da combattere, non ha viso e neppure una ciuffo color paglia, ma che l'evocativa 'When the Way Gets Dark' cerca di scongiurare esortandoci a non mollare mai.





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