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lunedì 30 maggio 2016

RECENSIONE: MATT ANDERSEN (Honest Man)

MATT ANDERSEN   Honest Man (True North Records/IRD, 2016)







Questo no, questo no. Questo! La copertina mi suggerisce un sì. Disco perfetto per un sabato mattina con il sole già alto e curioso di entrare dalle finestre. Matt Andersen è un omone canadese, grande e grosso con una voce avvolgente, rassicurante e che arriva. HONEST MAN è l'ottavo disco della sua carriera, registrato a New York insieme al produttore Commissioner Gordon (Amy Winehouse, Josh Stone). Le precedenti uscite fecero incetta di nomination nelle classifiche di fine anno e questo sembra essere ancora più immediato dei precedenti cercando la strada del mainstream ma con una certa classe che di certo non gli rovinerà la reputazione costruita in passato.
Un disco che si apre con una traccia solare (ah, ok è mattina) che mi ricorda Jack Johnson. Mi spaventa, ma poi le restanti nove canzoni (tra il personale e qualche stoccata politica) si prendono per mano una buona mezz'ora della giornata trascinandola in un fedele cassetto stracolmo di ballate soul, R&B di casa Motown Stax, e southern blues con i fiati che spesso vincono sui numerosi ma non invadenti loop moderni inseriti dal produttore, che vorrebbero portare tutto verso le strade del pop, ma fortunatamente non ci riescono ancora del tutto. Insomma, nonostante tutto, rimane ancora un uomo onesto. Nel finale compare pure un flauto jazzy e lui sembra vestire e riempire bene i larghi vestiti del vecchio, compianto Joe Cocker. Non un capolavoro ma un onesto ascolto per passare i migliori momenti  di una giornata.




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