Pagine

martedì 4 agosto 2015

RECENSIONI: FRANCO GIORDANI (Incuintretimp) ME PEK E BARBA (Carta Canta)


FRANCO GIORDANI Incuintretimp (Block nota, 2015
ME PEK E BARBA Carta Canta (autoproduzione, 2015)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non è un caso. INCUINTRETIMP di Franco Giordani e CANTA CANTA dei Mé, Pék e Barba hanno tantissimi punti in comune. Sono due dischi, usciti quest’anno, che viaggiano quasi a braccetto pur essendo completamente slegati da qualsiasi logica di mercato che possa tentare di accomunarli: pensati, costruiti e suonati da persone con la musica che batte nel cuore, gira nella pancia ed esce dal cervello. Franco Giordani è un simpatico e talentuoso strumentista friulano, lo conosco da qualche anno solamente via facebook ma questa è l’impressione- sicuramente veritiera- con il folk che scorre nel sangue e con le scarpe ben sporche della sua amata terra.
Franco Giordani (foto:Gabriele Moretti)
In questo debutto solista ha messo tutto se stesso con il prezioso aiuto di Luigi Maieron, poeta e cantautore carnico (cercate il suo VINO TABACCO E CIELO del 2011) che lascia la firma su parecchi testi, sia in dialetto (friulano e clautano) che in italiano (‘Gente Persa Per La Città’). E poi c’è anche una piacevole parentesi  inglese con la finale rilettura di ‘The Old Triangle’ del drammaturgo e poeta irlandese  Brendan Behan.
I Mé, Pék e Barba, finalmente visti al recente Buscadero Day,  sono una nutrita truppa di sanguigni emiliani che ha lasciato un pezzetto di cuore in Irlanda, proprio come fecero i primissimi vicini di casa MCR.  Amano scavare nel passato dei luoghi, delle persone, degli avvenimenti (per un classe ’73 come me, come non identificarsi in ‘Rossi Gol’?), amano far ballare (‘Niù Folk’) e far pensare (‘Canto Barbaro’ ispirato da ‘Barbarico’ di G.L.Ferretti). CARTA CANTA si spinge anche oltre: è un prezioso concept album con dodici canzoni, anche qui dialetto e italiano si abbracciano, che traggono spunto da altrettanti libri e autori. Partono da Trans Europa Express di Paolo Rumiz e arrivano a Storia di Una Scatola Di sassi di Davide Persico. Strumenti della tradizione (banjo, ghironda, flauto, violino) guidati dal capo banda Sandro Pezzarossa, con la partecipazione di  importanti ospiti musicali tra cui spicca Marino Severini dei Gang che lascia la voce da bandito in  ‘La Tigre D’Ogliastra’.
Mé, Pék e Barba
Sia INCUINTRETIMP che CARTA CANTA sono due album da ascoltare ma anche da leggere: nel bellissimo libretto illustrato con le foto in bianco/nero di Gabriele Moretti ci sono sei brevi racconti di Franco che ci fanno conoscere un po’ del suo (e nostro) passato popolato da quei caratteristici personaggi di paese (in questo caso il paese è Claut incastonato nella vallata friulana Valcellina) sempre più rari e in via d'estinzione; nel disco dei Mé, Pék e Barba, confezionato in un suggestivo booklet, partecipano numerosi ospiti legati alla letteratura italiana contemporanea. Interventi scritti, parlati e recitati di: Erri De Luca (sua l’introduzione), Paolo Rumiz, Mauro Corona e Marcello Fois.
Infine, il legame che mi ha fatto accoppiare questi due dischi: Franco Giordani e i Me Pek e Barba sono buoni amici, si conoscono e hanno collaborato spesso insieme in passato, sia in studio che live.  Non è un caso.

vedi anche:
RECENSIONE: ME PEK E BARBA-La Scatola Magica (2012)
RECENSIONE: LUIGI MAIERON-Vino, Tabacco e Cielo (2011)




Nessun commento:

Posta un commento