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lunedì 13 luglio 2015

BUSCADERO DAY Pusiano (CO), 11 Luglio 2015 (JAMES McMURTRY, DAVID CORLEY, CHRIS JAGGER, BOBO RONDELLI, BOCEPHUS KING...)


James McMurtry
Il primo impatto con il parco comunale di Pusiano ha lo stesso effetto di un piatto che cade dalla credenza: sorpresa e rumore che passano in un attimo. E' tarda mattina quando il padrone di casa Andrea Parodi (organizzazione impeccabile) cazzia duramente un ambulante di vinili, reo d'aver piazzato il gazebo nel posto sbagliato. Viene chiamato in causa anche il sindaco, si alzano in aria parole ma tutto si sistemerà in breve tempo. Ad ognuno il proprio posto. Chi invece si trova a proprio agio in qualunque luogo venga messo è il canadese Bocephus King, vero prezzemolo della giornata. A lui l'onore di aprire la mia maratona musicale tra i due palchi allestiti al Buscadero Day di quest'anno. Non più piatti che cascano ma portate prelibate servite su piatti che brillano come l'argento, ma alla portata di tutti. Dategli una canzone e la farà sua, dategli una chitarra e vi intratterrà per ore. L'attacco con Jokerman di Dylan è subito delizia, Is Your Love In Vain da Street Legal, album che ama (amo) follemente è straordinaria. Yellow Submarine è un siparietto divertente e simpatico. Nel Bodo Acoustic Corner, ricavato sotto la tettoia a ridosso dei tavoli adibiti per pranzo e cena (ottimi prezzi!) ci si ripara dai raggi solari in una atmosfera intima e raccolta, si ritrovano amici e se ne conoscono di nuovi. Ci sono anche piacevoli sorprese: a fine set la giovanissima Alice Pisano (ne parlerò dopo) si unisce a Bocephus King per un altro omaggio a Dylan.

Bocephus King

Matt Waldon
Il sole batte forte, invece, quando sul Main Stage sale Matt Waldon con la sua band per un set elettrico con le chitarre piazzate davanti a tutto che raggiungono il culmine nell'omaggio finale all'ultimo Tom Petty con American Plan B. Waldon presenta anche tre nuove canzoni che sembrano dare un indirizzo ben preciso al prossimo album. Vedremo.
Cerco l'ombra nel parco, trovo l'erba e mi ci sdraio, sento i concerti della Gabriele Scaratti Band e Salutumana da lì. La siesta pomeridiana con la musica in sottofondo è quasi rigenerante. Mi alzo per i Fireplaces di Caterino Washboard Riccardi, uno che ha trasformato i famosi quindici minuti di popolarità (ormai sapete tutti in quale palco è salito munito di washboard, vero?) in una buona opportunità per far girare la sua musica. Il gruppo, che per l'occasione è arricchito dalla chitarra di Anthony Basso (W.i.n.d.), è un ruspante trattore di campagna che ara i campi del rock'n'roll/folk/blues, sì rock'n'roll/folk/blues può andare: chitarre e chitarristi molto seventies, attitudine da bluegrass band di campagna e Caterino che dirige i suoi "caminetti" come un piccolo Boss del Brenta. La dedica del brano Shelter From The Storm (anche titolo del loro CD) ai poveri alluvionati vittime del recentissimo uragano che ha colpito il Veneto fa loro onore.
The Fireplaces

Me Pek e Barba
Quando sale sul palco la numerosa combriccola dei Me Pek e Barba, il sole ha allungato i suoi raggi ancora di più, occupando tutta l'area del pubblico. I parmensi suonano un Irish Folk contagioso dove antiche tradizioni, costumi popolari, attualità e letteratura si fondono bene insieme e l'ultimo album uscito Carta Canta (di cui parlerò presto) è una bella, curata ed ambiziosa sfida lanciata sul mercato.
Intanto nell'angolo acustico, Cesare Carugi, armato di sola chitarra, cuce il folk/rock americano al suo passaporto italiano come farebbero le buone massaie di una volta alle prese con dei pantaloni bucati sulle ginocchia. Ago e filo resistente che durerà almeno un'altra vita. Carugi presenta anche nuovi brani che usciranno nel prossimo disco (2016?), seguito del già ben accolto Pontchartrain (2013). Segue Alice Pisano, cantautrice che di anni ne ha solo venti, e di vita ne ha ancora molta davanti, ma è determinatissima: fa la spola tra Londra e la Toscana con la musica ben in testa. Sa quello che vuole, la sua musica preferita (l'EP di debutto si intitola Something Good) è quella giusta e con un po' di gavetta ben fatta potrà togliersi belle soddisfazioni. Intanto nella due giorni di concerti al Buscadero Day ha tanti spazi per farsi conoscere. A fine set, Bocephus King ricambia il favore e duetta con lei in Landslide dei Fleetwood Mac.
Cesare Carugi
 
Alice Pisano
Richard Lindgren
Lunghissimo il soundcheck per lo svedese Richard Lindgren  accompagnato da un trio con tanto di sax. Le sue tastiere hanno poca voglia di suonare o semplicemente stanno soffrendo anche loro il caldo. Si perdono minuti. Il suo ultimo album Sundown On A Lemon Tree con titolo dedicato alla Liguria, il cappello da gondoliere veneziano e immediata citazione del prosecco bevuto a pranzo la dicono lunga sul carattere e sull' amore incondizionato per l'Italia. Lui sembra alticcio, ma la voce non da tutti e le canzoni arrangiate, stasera, in modo gentile e soffuso sono giuste per accompagnare il veloce pranzo della sera.

Bobo Rondelli & Bocephus King
Tra i concerti più divertenti, ma non vi erano dubbi, c'è quello di Bobo Rondelli. Partenza in sordina e finale scatenato insieme al prezzemolo Bocephus King che pare appena uscito dal set di Jesus Christ Superstar. Un omaggio sgangherato al rock'n'roll a cui si uniscono i musicisti della Chris Jagger Atcha Band. Una jam divertente che conclude un concerto improvvisato ma quasi perfetto con tanto di apparizioni di principesse e polemica che pare quasi una messa in scena creata ad hoc: uno spettatore gradisce poco il linguaggio colorito del toscanaccio, ma evidentemente lo conosce solo poco. Rondelli ci sguazza.
Bobo Rondelli
 
Chris Jagger
Come sarà stata la vita di Chris Jagger? Almeno cinquant'anni li avrà passati a rispondere a domande sul fratello. A vederlo gigioneggiare sul palco con la sua Atcha Band sembra divertirsi un mondo mentre suona canzoni imbevute di cajun, folk inglese, country americano e rock'n'roll che a volte attaccano come fossero delle riuscite b-sides dei parenti stretti Stones. Un divertente aperitivo per il sopraggiungere della serata e una delle scalette meglio riuscite della giornata.
David Corley
La prima grande attesa della serata è per il cantautore americano David Corley. Corley arriva dall'Indiana ed è un composto e onesto lavoratore del rock giunto al debutto Available Light-osannato dalla stampa straniera- in tarda età, dimostrazione che i treni possono passare anche in ritardo...ma passano. Ballate profonde e sporcate di polvere, narrate con quella voce roca che spesso chiama in causa il fantasma di Lou Reed. A mio avviso mancano ancora un tocco di personalità, maggiore versatilità di scrittura e perché no: la canzone che possa fare da traino. Ma il ragazzo (53 anni) è al debutto ed ha ancora tanta strada davanti a sé.
David Corley
James McMurtry
Alle 22, James McMurtry cala per la prima volta in Italia, in solitaria. I suoi piccoli romanzi americani tradotti in musica (è pur sempre figlio del premio Pulitzer Larry McMurtry) vivrebbero bene anche con le sole parole scritte su un foglio. Stasera manca l'impianto elettrico di una band per rendere il tutto più fruibile e scorrevole ma le sue storie escono ancora più forti per chi mastica bene l'inglese. Cappello calato in testa, sapienti dita sulla chitarra, piccoli occhiali, capelli ricci e lungo pizzetto bianchi, serio, onesto e concentrato così come abbiamo imparato a riconoscerlo negli ultimi anni. Lo sfondo è però lo stesso che campeggiava nel suo debutto Too Long In The Wasteland del 1989 che gli fu prodotto da John Mellencamp: un paesaggio terroso, spoglio e silenzioso, una lunga strada diritta senza fine e nessun segno di vita nelle vicinanze.
McMurtry ha appena rilasciato un disco, Complicated Game, il nono della sua carriera, con poche pecche e tanti alti, perfettamente in linea con tutta la sua carriera. Niente per cercare il facile consenso, ma tutto per proseguire l'eredità lasciata dai grandi cantautori texani dei '70, anche nel riconoscibile timbro vocale vibrato e parlato. Stasera è esattamente così: silenzioso, spoglio e diritto per la sua strada, e non si può non volergli bene.

James McMurtry
James McMurtry

 
vedi anche:
RECENSIONE: CESARE CARUGI- Pontchartrain (2013)
RECENSIONE & INTERVISTA: MATT WALDON-Learn To Love (2014)
RECENSIONE: ME PEK & BARBA-Mé, Pék e Barba 2003-2013 (2013)



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