GO GO DIABLOS Accidents (New LM Records/Crotalo Ed.Musicali, 2013)
Se il vostro navigatore musicale vi porta nell'estremo nord est della penisola, assecondatelo ancora una volta, non si sta sbagliando. Ultimamente sta fallendo poche volte e quella zona alta dello stivale è una delle più battute: scena ricca, scena rock, scena blues, quella che vi si presenterà appena entrati in Friuli (W.I.N.D., Rusted Pearls & The Fancy Free, Tex Mex, in ordine di apparizione nel mio stereo negli ultimi due anni) e vi accompagnerà fino ai confini stranieri, anche oltre, dove è stato registrato questo debutto, agli Jork Studios di Dekani in Slovenia. Da Gorizia arrivano i Go Go Diablos, quartetto di quelli tosti e onesti, nato nel 2011 dall'unione di navigati ed esperti musicisti, tutti con un curriculum vitae- costruito su collaborazioni eccellenti-vario, lungo e perfino impressionante se leggete i nomi tutto d'un fiato: Mick Taylor, Guido Toffoletti, Bob Margolin, Tolo Marton,Mike Sponza, Alberto Fortis, Stefano Zabeo & Tv Mama, Ian Siegal, Dana Gillespie, Aldo Tagliapietra, Prozac +, Sick Tamburo, Maurizio Solieri, Alan Sorrenti, Elisa, Rudy Rotta. Quattro musicisti che da datore di lavoro assumeresti subito per esperienza, sulla fiducia, senza fare troppe domande. Promossi all'istante. Quella fiducia che si conquistano sin dall'apertura Motorpsycho, viziosa, ululante e saltellante canzone che al pari del video-una divertente e riuscita parodia- si stampa in testa seduta stante: perverso, selvaggio e veloce viaggio nel mondo del regista "cult" Russ Meyer, tra procaci e temerarie valchirie, polvere, copertoni fischianti e motori sparati a mille. Nello spiritoso video è un po' diverso, ma c'è tutto ugualmente. Fidatevi. Amanti del classic rock avvolto dalle comuni radici blues (bello il solo, tra la slide imperante, dell'ospite Federico Zabeo nel tenebroso e riuscito blues Elusive), dove la stagione californiana dei '60, british blues, glam '70, sleaze (Baby I Don't Care), hard e cantautorato americano stringono un patto d'acciaio che ha come comune denominatore la grande passione per la musica dei quattro musicisti: la duttile e vissuta voce di Simone Bertogna che spesso fa l'occhiolino all'amato Jim Morrison, la chitarra fulcro del suono di Federico Spanghero, la sezione ritmica essenziale ed esplosiva-si dice sempre così, ma qui è vero- (Mauro Tolot al basso, Carlo Bonazza alla batteria).
I Go Go Diablos sono una macchina oliata ed esperta, capace di passare dagli umori "doorsiani" di I Am A Man (Who Loves You) e Black Kiss che parte alla Danzig per poi muoversi sui lenti territori psichedelici guidati dall'ospite Christian Rigano alle tastiere, al puro e incontaminato rock'n'roll, quello stradaiolo di Champagne On Ice, il rockabilly scalciante boogie di Call My Shot, la "bastarda" The Harder Side, figlia di un amplesso tra Stones e Iggy Pop, e la elegiaca e notturna Hollywood Heartbreaker che pare riesumare anche il fantasma del vecchio e compianto Lou Reed.
"Siate pronti è l'ora del rock'n'roll".
La loro It's Time To Rock And Roll non è altro che un manifesto da appendere su tutti i muri che costeggiano i lati delle strade trafficate da chi è in cerca del sano e puro divertimento rock. Nulla di più, nulla di meno. Ad essere pignoli: in più c'è la tanta esperienza che fa la differenza. Si sente. Uscito un anno fa, Incidents vedrà presto un successore, intanto non è mai troppo tardi per scoprirli.
vedi anche RECENSIONE: TEX MEX-The Best Has Yet To Come (2013)
vedi anche RECENSIONE: GENERAL STRATOCUSTER AND THE MARSHALS-Double Trouble (2013)
vedi anche RECENSIONE & INTERVISTA: GUY LITTELL-Whipping The Devil Back (2014)
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