Il vento sbatte la porta socchiusa della veranda, un vecchio uomo texano dalla barba bianca armato di chitarra e armonica è intento ad accompagnare l'arrivo della sera seduto su una vecchia sedia cigolante. La sua voce calda ed avvolgente racconta storie di libertà, dolore e lo fa in solitudine come un vecchio zio che racconta ai suoi giovani nipoti cos'è la vita e come deve essere affrontata. Si mormora che questo uomo fu anche un attore bello e dannato che faceva cadere ai suoi piedi le donne e che scrisse quella canzone che tanto successo portò alla giovane e anch'essa dannata Janis Joplin, sì quella "Me and Bobby McGee" l'ha scritta proprio quel vecchio uomo.
Alla soglia dei settantatrè anni, Kris Kristofferson fa uscire un disco stupendo, che potrebbe essere benissimo il sesto capitolo mancante delle "American recordings" del compianto amico Johhny Cash. Proprio alle ultime registrazioni di Cash si è ispirato il produttore Don Was per far rinascere la carriera artistica di Kristofferson. Seguendo la strada di Rubin, Was con un operazione di taglio arrichisce la vena malinconica di queste undici composizioni scritte tutte dall'artista texano. Pochi strumenti e band (tra cui il recentemente somparso chitarrista Stephen Bruton e il batterista Jim Keltner) ridotta all'osso rendono le canzoni penetranti e ricche di quel feeling malinconico e struggente che l'ultimo Cash aveva creato. Proprio a Cash è dedicata una delle composizioni più solari del disco, "Good Morning John". Questa canzone è una dedica e un ricordo dell'amico scomparso, che già negli anni sessanta incoraggiò il giovane Kristofferson alla musica. E' inutile negarlo o nasconderlo, lo spettro di Cash esce un pò da tutti i solchi di questo lavoro come nelle crepuscolari "From Here To Forever" e "Holy Woman".
L'iniziale titletrack, già conosciuta ai tempi del supergruppo Highwaymen e sorretta dall'armonica di Kristofferson, protagonista in più tracce e che spesso portano alla mente le prime splendide ballate del giovane Dylan. Closer to the bone è un disco folk dall'anima country, pieno zeppo di dediche, oltre a quella per Cash, troviamo "Sister Sinead", dedicata alla O'Connor e infine la dedica finale al compagno di mille avventure Stephen Bruton, chitarrista della sua band e scomparso poco dopo le registrazioni.
Un disco d'altri tempi che ben si adatta all'arrivo di un altro inverno, in grado di scaldare anima e cuore, cullati dalla voce roca e saggia di Kristofferson che ci regala anche una traccia nascosta che non fa che confermare la bontà di questo lavoro e la nuova strada intrapresa da questo artista intento a vivere da protagonista anche questa sua fase di fine carriera. Il disco è uscito per la New West records e nella edizione limitata presenta un bonus disc con un live registrato a Dublino nel 2008 tra cui si possono ascoltare alcuni suoi vecchi successi come "Sunday Mornin' Comin' Down".
In origine compare su: http://www.debaser.it/recensionidb/ID_29489/Kris_Kristofferson_Closer_To_The_Bone.htm
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