Un gesto che può racchiudere in sè e spiegare quello che i Ministri sono riusciti a raggiungere dopo 8 anni di carriera. Una piccola dimostrazione di come la comunicazione tra artista e pubblico sia l'elemento in più che caratterizza la band milanese. Una presenza scenica che ha raggiunto con il tempo un'importanza rilevante dando alla comunicatività dei loro testi ancor più vista e rilevanza di quanto riescano a dare le stesse canzoni su disco. Una forza che spesso rimane in ombra durante l'ascolto dei loro dischi ma che si manifesta completamente sopra ad un palco, ancor meglio se in un contesto raccolto ed intimo come il Club di Castelletto Cervo
L'aiuto del "quarto uomo" F.Punto alla seconda chitarra e tastiere è certamente basilare nei live set che vedono il chitarrista Federico Dragogna come un infaticabile ed ossesso motore propulsivo, non si può certo dire che si muova al risparmio, lasciando sotto di sè laghi di sudore, così come il batterista Michele Esposito, sempre preciso e martellante.
Non avevo ancora inquadrato i Ministri ed alcune scelte del loro ultimo album "Fuori" mi erano parse inizialmente molto imbarazzanti, fino a giungere alla conclusione, dopo ripetuti ascolti, che il gruppo è un ottimo esempio di sforna hits in equilibrio stabile tra il pop e il rock alternativo italiano con testi intelligenti e provocanti ma con qualche puntata nella retorica che ne abbassava un pò le mie personali quotazioni. Una band certamente che merita l'attenzione fin qui raccolta, capace nel guadagnarsi la fama ma con ancora molte armi da sfoderare in infuturo.
Stasera nella set list, come giusto che sia, il protagonista è l'ultimo album, già dall'apertura affidata a Il sole(è importante che non ci sia) passando a canzoni che a pochi mesi dall'uscita del disco sembrano aver già trovato una loro collocazione tra i classici da concerto. Noi Fuori, Tutta roba nostra, Una questione politica, Due dita nel cuore, Gli Alberi dimostrano la straordinaria capacità del gruppo nello scrivere anthem di facile presa sul pubblico che però riescono ad inglobare al loro interno una certa forma di impegno e forza musicale. Un mix quasi perfetto che fa presa soprattutto sulle nuove generazioni, sempre alla ricerca di nuove guide spirituali.
Stasera nella set list, come giusto che sia, il protagonista è l'ultimo album, già dall'apertura affidata a Il sole(è importante che non ci sia) passando a canzoni che a pochi mesi dall'uscita del disco sembrano aver già trovato una loro collocazione tra i classici da concerto. Noi Fuori, Tutta roba nostra, Una questione politica, Due dita nel cuore, Gli Alberi dimostrano la straordinaria capacità del gruppo nello scrivere anthem di facile presa sul pubblico che però riescono ad inglobare al loro interno una certa forma di impegno e forza musicale. Un mix quasi perfetto che fa presa soprattutto sulle nuove generazioni, sempre alla ricerca di nuove guide spirituali.
Dalle canzoni più datate e rock del primissimo disco a Tempi bui, Bevo, Diritto al tetto del secondo, passano quasi due ore in cui tutte le cartucce a disposizione del gruppo vengono lanciate in pasto a fans devoti e incitanti dall'inizio alla fine.
I Ministri continueranno a rimanere un gruppo che dividerà in due chi prova ad scoltarli, saranno osannati da molti e criticati da altrettanti e questo è tangibile vedendo e sentendo i commenti su di loro, ma si può benissimo rimanere nel mezzo ed aprezzarne la semplicità, la comunicatività ed una attitudine che non stravolgeranno la musica rock italiana, ma nel loro piccolo stanno già indicando una nuova via da seguire a chi vuole far musica in Italia.
In conclusione una nota di merito anche per i giovani biellesi Invers e al loro post-indie-punk in italiano, che davanti al pubblico di casa, hanno aperto il concerto dopo aver vinto un contest per giovani bands indetto dallo stesso locale.
Foto di Roberto Tambone
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