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mercoledì 28 luglio 2010
DISCHI IN ASCOLTO...in rigoroso ordine casuale...
THE BLACK CROWES Croweology (Silver Arrow Records, 2010)
Poco tempo per apprezzarne il ritorno, i due album Warpaint e Before the frost...until the freeze che i Black Crowes decidono di salutarci per un pò.
Croweology è un doppio album umplugged registrato live nel 2009 ed esce per festeggiare i 20 anni trascorsi dal loro debutto discografico Shake your money maker e si candida ad essere il lavoro che mette un freno alla loro carriera, si spera momentaneo.
L'album ripercorre l'intera carriera della band dei fratelli Robinson, mostrando il lato puramente roots ed acustico che già si intravedeva in Until the breeze, la seconda parte della precedente uscita discografica.
Mandolini, lap steel, pedal steel e violini colorano di americana grandi canzoni del loro repertorio come She talks to angels, Remedy, Soul singing, Sister luck, per un totale di venti canzoni tra cui la cover di She di Gram Parsons e alcune chicche. Registrato al Sunset Sound di Los Angeles ci mostra una band mai così unita e soprattutto alla continua ricerca di semplicità come testimoniano le loro ultime uscite, suonate e registrate dal vivo , lontane da sovraincisioni da studio.
La brutta notizia che ci rimane è quella di perderli nuovamente dopo il lungo tour che li terrà impegnati fino a dicembre negli states e che naturalmente non toccherà l'Europa.
LOS LOBOS Tin Can Trust (Shout! Factory, 2010)
Dopo il divertente antipasto Los Lobos goes Disney, album di cover dei classici Walt Dysney, i Los Lobos tornano a fare sul serio, incidendo un album che musicalmente racchiude tutte le caratteristiche poliedriche del loro sound.
Rock quasi oscuro e younghiano come nell'iniziale Burn it down(con l'ospitata di Susan Tedeschi)e nella finale 27 Spanishes, blues profondo in Jupiter or the moon il latino-messicano festaiolo e ballabile di Mujer ingrata, con tanto di fisarmonica e di Yo canto. Le ballate come All my bridges burning, la strumentale Do the murray che potrebbe essere benissimo una outtakes del miglior Santana anni settanta e in più la cover di West L.A. Fadeaway dei Grateful Dead.
Insomma un buon ritorno, vario e pieno di sfumature, per un disco che si candida ad essere il mio disco dell'estate.
JOHNNY FLYNN Been Listening (Transgressive, 2010)
Il debutto di due anni fa,A Larum,aveva già fatto intravedere le qualità di questo giovane ragazzo londinese che si candidò ad essere il portabandiera della nuova scena neo-folk britannica. Passato recentemente in Italia insieme ai Mumford & sons, altra rivelazione dell'anno 2009, ora ci stupisce con un lavoro che si stacca quasi totalmente dall'esordio, per colorare le sue canzoni folk con strumenti a fiato e ritmi provenienti da mondi lontani. Il primo paragone che salta in mente è il Paul Simon del periodo Graceland/The rhythm of the saints. Se alcune canzoni rimangono legate al precedente disco come Lost and found e Been listening, l'ascolto di Churlish May, dove percussioni e fiati arricchiscono i suoni di calore sudamericano, quasi stupisce. Sempre accompagnato dai fidi e giovani musicisti del debutto, Johnny Flynn con questo lavoro si conferma artista a tutto tondo, voglioso e curioso di dare alla sua musica sempre spunti nuovi da cui partire ed arrivare.
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