UOMINI-I RITMO TRIBALE, EDDA E LA SCENA MUSICALE MILANESE di
ELISA RUSSO (Odoya, 2014, 460 pagine, prezzo 22 euro)
Ci sono panchine e panchine. Quella in piazza Grandi a Milano è stata importante, il fulcro intorno a cui, negli anni ottanta, è nata una bella storia; ritrovo di amici, giovani studenti liceali in libera uscita con la musica in comune ed un futuro tutto da scrivere. Meno importante quella dove ero seduto io nel 1992, quasi ventenne, mentre sfogliando le pagine del defunto HM (tra le prime riviste Heavy Metal italiane dell'epoca, un mix tra una vecchia fanzine in bianco e nero e un periodico a colori) mi imbattei nel nome di un gruppo italiano. Arrivai un po' in ritardo, è vero. Era appena uscito
Tutti Vs. Tutti, il loro terzo album, se ne parlava talmente bene che il giorno dopo corsi a comprarmi il vinile da quello che all'epoca, a Biella, era già divenuto il mio spacciatore preferito di dischi. A scatola chiusa, senza aver mai ascoltato una nota, d'altro canto anche volendolo, a quei tempi (e sono solo vent'anni fa) non c'era nemmeno la possibilità di farlo tanto facilmente. Da quel giorno alla domanda: qual è la tua band italiana preferita? Iniziai a rispondere sempre e solo con un nome:
Ritmo Tribale.
Ho sempre sperato, anche dopo lo scioglimento, soprattutto dopo, che qualcuno tentasse di ripercorrere e raccontare la loro storia, riportare la band milanese al centro delle cronache musicali, di (ri)dare loro la giusta importanza e visibilità all'interno della scena rock italiana. Il tassello di "gruppo di culto" lo occupano ormai da molti anni ed è sempre più stretto. Ora il capitolo è completo, o quasi. Non crediate che sia finita qui però...
A raccontare quella storia ci è riuscita, e molto bene,
Elisa Russo, triestina, attiva come giornalista in campo musicale proprio da quei primi anni novanta fino ad arrivare ai giorni nostri: web, Radio e TV Capodistria, Il Piccolo di Trieste. Elisa la trovate lì se volete conoscerla. Io, invece, la incontrai via MySpace-ma esiste ancora?-intorno al 2007, quando cercando notizie sullo strepitoso concerto di reunion dei Ritmo Tribale al Fillmore di Cortemaggiore
(il famoso "il ritorno"), chiesi qualche delucidazione che lei mi diede gentilmente. Da allora, la seguo abitualmente grazie a Facebook-ecco perché MySpace non è più quello di prima-ed insieme a Zymbah, il tuttofare della tribù "tribale", è diventata un piccolo faro che illumina tutti i die-hard fans della band milanese. Seguire i suoi post e gli scambi di battute scritti in dialetto con il fratello Ricky Russo è uno vero spasso. Lo stesso Ricky, che ora vive a New York, ha scritto un intero libro in dialetto (
Per Bon, For Real) raccontando le sue avventure turistico/musicali nel "grande pomo". Capisco tutto-anni di estati passate in Friuli aiutano-ma non oso interagire. Per scrivere nel loro dialetto ci vogliono le scuole!
"Lo misi sul giradischi (parlando dell'LP
Kriminale)
e fu amore a primo ascolto. Non avevo sentito mai nulla del genere. Di musica ne ascoltavo tantissima mi piacevano i Litfiba e i Negazione, ed entrambi mi emozionavano parecchio, li sentivo in sintonia con ciò che ero. Ma i Ritmo Tribale mi travolsero, mi entrarono dentro ma in maniera differente. E' difficile da spiegare,
ma è una sensazione fisica, proprio come l'innamoramento. Dei Ritmo Tribale mi sono innamorata e la fiamma non si è mai spenta..." racconta Elisa nell'introduzione a pag.25.
Leggendo le 460 pagine si percepisce tutto. Non costruisci un libro del genere se non hai quel vero interesse che nasce dal cuore. Elisa ha fatto un "lavorone", frutto di anni di ricerca e di passione: tante nuove interviste con i protagonisti e con le persone che li hanno conosciuti nel tempo (fidanzate e mogli, vecchie e nuove, musicisti, amici ed ex amici, collaboratori, giornalisti), vecchie dichiarazioni estrapolate dai giornali dell'epoca, stralci di recensioni dei dischi, testi, tante foto inedite. Non manca nulla. Partiti sotto la spinta del ricco sottobosco hardcore/punk italiano (Negazione, Indigesti, Raw Power, Wretched erano un'istituzione in Italia ma anche e soprattutto all'estero) e poi una lenta e costante acquisizione d'identità grazie all'uso dei testi in italiano che faranno scuola (chiedere a Manuel Agnelli, qui intervistato), un crossover musicale d'impatto, un cantante carismatico, disturbato e fuori da ogni catalogazione-per me è sempre stato il nostro Mike Patton, prima ancora di Mike Patton-e poi uno sguardo approfondito sulla scena musicale milanese degli anni 80/90 (Afterhours, Karma, Casino Royale, La Crus); l'incredibile esperienza dello studio di registrazione Jungle Sound messo in piedi dal chitarrista Fabrizio Rioda; l'affascinante storia, la resurrezione e la carriera solista di Edda-quasi una favola a lieto fine-che prossimamente si arricchirà di un nuovo album ben presentato in un intero capitolo del libro (
Stavolta Come Mi Ammazzerai? in uscita il 27 Ottobre); il presente targato No Guru, il gruppo che vede riuniti i restanti Andrea Scaglia, Alex Marcheschi, Andrea "Briegel" Filipazzi, Luca "Talia" Accardi con Xabier Iriondo (Afterhours) e Bruno Romani (Detonazione).
Per presentare un romanzo lungo trent'anni che ha attraversato in corsa le striscie pedonali della Milano degli anni '80, scalciato i preziosi calici in vetro della "Milano da bere" per approdare sul marciapiede scivoloso della Milano più viva, barricadera e pulsante, quella dei centri sociali dove poter suonare, ma anche quella marcia e insidiosa (le droghe giravano indisturbate e disturbavano) ci sono volute ben tre prefazioni a firma di Federico Guglielmi, Christian Zingales e Vittorio Bongiorno.
Un tuffo al cuore per i fan, una bella storia da conoscere per chi vuole avvicinarsi al gruppo per la prima volta. Nel 1992, io sarò arrivato in ritardo, ma molti non ci sono arrivati ancora oggi. Questo è il momento giusto. Forza.
Uomini cattura. Ho iniziato a divorarlo ingordamente appena l'ho avuto fra le mani, poi ho rallentato. Pure bello e sostanzioso anche solo al tatto e alla vista. Sto centellinando la lettura per godermelo più a lungo, ma mancano una manciata di pagine, due, una, finito. Ma in fondo la vera storia non è ancora giunta a conclusione...giusto?
to be continued
vedi anche
RECENSIONE: EDDA-In Orbita (2010)
RECENSIONE: EDDA-Odio i Vivi (2012)
INTERVISTA a EDDA
LIVE EDDA, Tronzano Vercellese, 8 Gennaio 2011
RECENSIONE: RITMO TRIBALE-Bahamas
RECENSIONE: NO GURU-Milano Original Sountrack (2010)
INTERVISTA NO GURU (Alex Marcheschi)
RECENSIONE: EDDA-Stavolta Come Mi Ammazzerai? (2014)