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giovedì 31 gennaio 2013

RECENSIONE: VOIVOD (Target Earth)

VOIVOD  Target Earth (Century Media, 2013)

Angel Rat, anno 1991, è l’ultimo disco che la formazione storica dei Voivod registrò. Un piccolo capolavoro. Dopo due anni arrivò anche The Outer Limits ma il bassista Blacky era già fuori squadra. Il nuovo album Target Earth riprende la storia da quegli anni, non che il periodo con Eric Forrest e l'ultimo decennio con i dischi costruiti un po’ meccanicamente con i lasciti del compianto chitarrista e fondatore Denis "Piggy" D’Amour siano da cancellare, tutt’altro-i Voivod non hanno mai sbagliato un’uscita discografica pur combattendo (e vincendo) con un destino spesso avverso- ma solo ora, dopo l’assimilazione dell’importante perdita, in primis affettiva e poi artistica ("Piggy è lo "spirito" dei Voivod "come scrivono tra le note dei ringraziamenti) ed un periodo di giusta riflessione sul futuro della band, i canadesi sembrano ritrovare gli elementi vitali per il loro sound, sacrificati a favore di groove, melodia e potenza sonora. Gli scenari sci-fi e spaziali, ma sempre intrecciati con il desolante destino terrestre, disegnati dalla mente di Michel "Away" Longevin avevano bisogno, per rendere al massimo, di tutta la contorta commistione tra il complesso e irregolare thrash metal e la vena progressiva, avanguardista e fantascientifica, spesso smarrita negli ultimi vent’anni.
Il nuovo chitarrista Daniel "Chewy" Mongrain è cresciuto artisticamente studiando i riff di D’Amour, e pur assomigliandogli anche nel fisico, non lo sta scimiottando ma sta eseguendo con grande devozione e rispetto quello che avrebbe fatto Piggy se ancora in vita davanti a composizioni del genere, tanto da sembrarne la reincarnazione. 
Il cantante Denis “Snake” Belanger è tornato in splendida forma vocale come dimostra nell'allucinata Kaleidos, così come il bassista Jean-Yves "Blacky" Theriault, presenza ben rodata durante i tour che hanno preceduto l'uscita e reintegrato dopo vent'anni di assenza come se non fosse mai uscito dal gruppo. 
I Voivod sembrano tornati alla stabilità che giova all’ispirazione, permettendo loro di volgere lo sguardo ai vecchi e complessi capolavori Killing Technology (1987), Dimension Hatross (1988) e Nothingface (1989), riprendendone i complicati cambi di tempo e le dissonanze (Target Earth), le aperture progressive in Empathy For The Enemy , gli assalti thrash dai chorus quasi hardcore di Kluskap O'Kom e di Corps Etranger cantata in francese, le stranianti e avvolgenti atmosfere circolari di Mechanical Mind, l'oscuro incedere pinkfloydiano che precede gli apocalittici scenari di Warchaic, la prima parte melodica di Resistance che si trasforma in un lento, sinistro e cadenzato macigno doom, la strepitosa archittettura di Artefact, un vortice  scuro che inghiotte tutto ciò che incontra sulla strada.  
I Voivod rimangono, oltre che inimitabili, uno dei pochi gruppi che possono permettersi di volgere lo sguardo al loro passato, riprenderne le idee, le atmosfere, le tematiche senza risultare vecchi o nostalgici, o più banalmente una copia di se stessi. Il motivo? Avanti - di molto-lo erano già trent'anni fa, tanto da sembrarlo ancora oggi. Rimane solo da scoprire di quanti anni erano(sono) oltre. Un giorno, qualcuno lo scoprirà ma sicuramente non sarà di questo pianeta. 


lunedì 28 gennaio 2013

RECENSIONE: TYLER BRYANT & THE SHAKEDOWN (Wild Child)

TYLER BRYANT & THE SHAKEDOWN  Wild Child (Carved Records , 2013)

Nel 1997, Tyler Bryant aveva solo 6 anni. C'è un frammento di video su YouTube che lo mostra vestito e pettinato come Elvis Presley mentre sopra ad un palco, probabilmente di qualche talent show americano per bambini, si muove e dimena, scimmiottando "The King". Nulla di eccezionale ma il bambino ci credeva e i genitori (sic) forse ancora di più: "C'è stato un momento della mia vita, alle elementari, in cui credevo di essere Elvis!" dice. Cose viste e purtroppo straviste anche da noi in quelle malsane trasmissioni televisive del sabato sera, figlie degenerate della vecchia trasmissione "Piccoli Fans", a sua volta figlia del più candido e innocente Zecchino d'Oro. C'è un però. Il piccolo Tyler ha una chitarra in mano, piccola, forse un giocattolo, non si capisce.
Andiamo avanti con gli anni. Nel 2011 quella chitarra si è ingrandita e ha già diviso il palco e aperto i tour di B.B. King, Jeff Beck, Aerosmith, Joe Bonamassa, Heart, Lynyrd Skynyrd, Eric Clapton, Reo Speedwagon e molti altri. Roba da far impallidire chiunque. Può bastare per farci capire che Tyler Bryant, ora ventunenne, ma ancora la faccia pulita da ragazzino, è considerato una delle più fulgide promesse americane delle sei corde.
Cresciuto praticamente dentro al negozio di chitarre a Paris TX dove i suoi genitori gli comprarono la sua prima  Epiphone Les Paul rossa e dove l'incontro con il vecchio bluesman Roosevelt Twitty fu determinante per improntare lo stile chitarristico e far uscire allo scoperto l'innato talento.
Questo Wild Child è il primo disco e segue la pubblicazione di due EP My Radio e From The Sandcastle (molti brani di questo EP sono presenti qui, nel suo debutto).
Che un produttore del calibro di Kevin Shirley si sia già mosso in suo aiuto, garantisce sulla alta professionalità che circonda il progetto di Tyler Bryant e la sua fedele band The Shakedown, messa in piedi dopo essersi spostato a Nashville (con tutta la famiglia) e composta da: Graham Whitford (chitarra) figlio di Brad Whitford chitarrista degli Aerosmith, da Noah Denney (basso) e Caleb Crosby (batteria).
Sdoganato al grande pubblico dal film documentario Rock Prophecies di Robert Knight che lo affiancava a grandi chitarristi già affermati, la musica di Bryant ha tutto per attirare l'attenzione di chi ama la buona musica rock/blues pur disseminando qua e là qualche difetto imputabile alla giovane età ma rimediabile con il tempo: Bryant rischia poco, rifugiandosi in qualcosa che abbiamo già sentito tante volte, cedendo anche, in alcuni punti, alla piacioneria da airplay radiofonico come nel suo inno generazionale, molto bonjoviano, Still Young e nel tambureggiante Rock'n'Roll di Say a Prayer.
Ma qualche giovane estimatore lo troverà.
Lo salvano l'età, l'ingenuità, l'energia, il talento innato e la grande passione per le sei corde- direi totalitaria-  riversata nelle canzoni, sia quando si catapulta a testa bassa nella "Fast and Furious" House Of Fire, sia quando ammoderna la sua visione del blues in Last One Leaving, o quando ripassa la lezione dell'hard blues inglese d'annata in  House That Jack Built  e Fool's Gold, anche debitrici di quello street metal che quel gruppo di Boston, quello dove milita il papà del secondo chitarrista, sapeva fare così bene.
Quando bottleneck/slide prendono il sopravvento nella paludosa Lipstick Wonder Woman, Poor Boys' Dream, Downtown Tonight si respira anche aria di buon blues (che sia già arrivato il tempo per il "nuovo Joe Bonamassa"?), portando in superficie tutto il suo amore per il rock semplice, melodico e genuino dei suoi amati Rolling Stones e Tom Petty And The Heartbrekers.
Il disco gira e suona bene, moderno, dinamico e ben fatto, a volte fin troppo per essere stato registrato in presa diretta in poco meno di due settimane con l'aiuto dell'amico Roger Nichols, e quando si è di fronte a talenti all'esordio di questa fattura, il giudizio definitivo emergerà meglio con il tempo (e gli album) o alla prova del nove definitiva, quella del palcoscenico, forse già anche superata, si vocifera.
"Volevo fare un disco rock per i giovani come me.Volevo fare un disco rock & roll per la mia generazione e abbiamo voluto che il suono uscisse vivo, sporco e crudo come quando ascolti quattro persone in piedi in una stanza". Da una intervista rilasciata a GlideMagazine.com 
Un disco che potrebbe far presa sulle nuove generazioni rock in cerca di nuovi idoli da idolatrare, un po' come fatto recentemente da gruppi come Black Stone Cherry, a patto che poi i giovani fan si vadano a studiare i fondamentali e le radici del rock. Tyler Bryant lo ha già fatto molto bene, ora deve solo studiare per trovare la sua unicità d'artista. Il talento c'è di sicuro e la strada imboccata è quella giusta.






giovedì 24 gennaio 2013

RECENSIONE: NEWSTED (Metal)

NEWSTED   Metal (Chophouse Records, 2013)

Se avevate ancora dubbi su quale fu la "parte metal" che nel 2001 si dileguò dopo lo split tra Metallica e Jason Newsted, ora avete la risposta definitiva. Se invece, come me, di dubbi non ne avete mai avuti, il titolo così chiaro, esplicito-poco originale ma perdonabile- di questo EP di sole quattro canzoni (22 minuti) ne è la conferma marchiata in musica. Ma soprattutto sembra essere uno sfottò bello e buono indirizzato agli ex compagni, stampato a chiare lettere nel titolo (non mi spiego altra ragione ad un titolo del genere) e rincarato dalle parole rilasciate in una intervista a The Classic Metal Show: “ Io sono tra quelli a cui piacciono soprattutto i primi tre album dei Metallica e a cui non piace la band dopo la morte di Cliff Burton. Sono di questa opinione. Sono orgoglioso degli album che ho registrato con quei ragazzi e sono belli per quello che sono. Ogni volta che ho suonato dal vivo con loro di fronte alla gente, l’ho fatto come se fosse stata l’ultima volta e ho spaccato il culo a chiunque ci fosse di fronte a me. Questo è quello che conta”.
Sarebbe comunque sbagliato e riduttivo relegare la carriera del bassista Jason Newsted ai soli Metallica. La sua è una carriera con un pedigree di tutto rispetto e devoto alla causa metallica (non il gruppo questa volta): partendo dai Flotsam And Jetsam di cui fu uno dei fondatori, gruppo tra i prime-movers del thrash metal ma sempre relegati dietro ai Fab Four per antonomasia, fino all'approdo nei seminali ed un "passo sempre avanti" Voivod (è appena uscito il loro nuovo ed entusiasmante Target Earth) con i quali collaborò dal 2002 al 2009. E poi, tanti altri progetti, piccoli e grandi, tra cui spiccano gli R8 e gli EchoBrain.
Ora, il buon Jason ha deciso di non sottostare a nessun altro dittatore musicale, libero di decidere, comporre, suonare la sua musica e formare la propria omonima band, composta da  Jessie Farnsworth alle chitarre e Jesus Mendez Jr. alla batteria. Quattro canzoni sono poche ma bastano a delineare quale sarà il futuro percorso: dal thrash metal lineare e old school, ora più veloce e motorhediano come nell'apertura Soldierhead, ora più pesante e cadenzato come in Godsnake con le vocal sinistre di Newsted che, come già dimostrato facendo le backing vocals nei Metallica, si conferma un cantante dalla piena sufficienza, vicino al timbro di Jeff Waters (Annihilator), anche se un retrogusto alla James Hetfield ogni tanta sembra affiorare. Mid-tempo pronti ad esplodere come King Of The Underdogs, un mix micidiale tra Voivod e Motorhead tra cui spicca l'assolo finale ed oscuro di Jesse Farusworth  e il roccioso hard/rock'n'roll dal sapore southern della conclusiva Skyscraper.
Quattro pezzi più che convincenti. Nulla di estremamente originale, tanto di già sentito, ma nell'insieme suona molto onesto e "metal" come è stata tutta la carriera di Newsted. A volte basta l'attitudine per avere la meglio su tutto il resto, fama compresa.



lunedì 21 gennaio 2013

RECENSIONE: THE LONE BELLOW (The Lone Bellow)

THE LONE BELLOW   The Lone Bellow ( Descendant Records, 2013)

Dalle peggiori disgrazie, molto spesso, nascono spinte artistiche di valore. E' quello che è successo a Zach Williams, fondatore e maggior autore del trio The Lone Bellow, dopo che la moglie, caduta rovinosamente da cavallo, è rimasta per molto tempo in balia di dottori e ospedali con l'ombra della paralisi sempre in agguato.
Zach non aveva mai pensato seriamente alla musica prima di allora. Il dolore, la rabbia, la speranza e l'incoraggiamento degli amici lo hanno portato a mettere su carta i sentimenti che solo successivamente diventeranno note.
Intanto la moglie, miracolosamente, migliora e lui decide di spostarsi dal profondo sud della natia Georgia verso New York per cercare fortuna nella musica. Dopo un primo tentativo da solista, trova i suoi fedeli compagni di viaggio in Kanene Pipkin alla seconda voce e Brian Elmquist alla chitarra elettrica e cori, e la sua personale favola sembra indirizzata verso il felice finale. Manca solo il disco: puntualmente arriva, con l'aiuto del produttore Charlie Peacock già al lavoro con il duoThe Civil Wars, band per la quale The Lone Bellow hanno aperto alcune date. Il produttore  fa registrare tutto in tre giorni e tre notti, sperimentando gli antichi spiriti camerateschi che generarono antichi capolavori musicali.
Il debutto dei The Lone Bellow se da una parte è collocabile nel filone indie-folk che imperversa e satura il mercato discografico da qualche anno, alcune buone intuizioni lo elevano tra i probabili dischi che faranno il botto nell'anno appena iniziato, come già sottolineato -e sponsorizzato- a chiare lettere da Billboard. La voce di Williams dà vita alle liriche che raccontano il carattere dei suoi luoghi d'origine, il forte legame alla famiglia, alla terra, alla fede a cui si è appellato nei momenti difficili, splendidamente doppiata da quella femminile di Kanene Pipkin come nel crescendo gospel della bella You Never Need Nobody, nel duetto country di You Don't Love Me Like You Used To, nella facile cantabilità pop di Teach Me To Know. Le armonie vocali sono parte integrante e protagoniste di tutto il disco.
Le soluzioni musicali del trio, almeno su disco, non sono quelle minimali e acustiche che imperversano in act come i Mumford And Sons (un esempio a caso), ma accanto alla tradizione assicurata da banjo, violini, mandolini e chitarre acustiche fiorisce una sezione ritmica ben presente con sprazzi di chitarra elettrica, pianoforte e tastiere garantite dalla presenza dei  tanti strumentisti che hanno partecipato alle due sessions di lavoro, la prima e principale a New York, la seconda a Nashville con alcuni musicisti locali. Bell'esempio della loro attitudine musicale può essere You Can Be All Kind Of Emotional, tra le mie preferite.
Dalle soluzioni più moderne come Bleeding Out, o come l'iniziale Green Eyes And A Heart Of Gold che può ricordare i tambureggianti crescendo emozionali dei migliori U2 e Arcade Fire,  passando per le folkie, malinconiche ed evocative Two Sides Of Lonely, Fire Red Horse, Looking For You e arrivando alla finale The One You Should've Let Go, rock chitarristico e graffiante, mosca bianca tra i solchi di questo debutto ma ben riuscita. Il tutto legato da uno spirito pop che aleggia senza avvolgere e disturbare più di tanto l'interiorità delle liriche, ma impreziosendo un disco trainato dalla forte vocalità di Zach Williams che in alcuni momenti può ricordare un Chris Martin (Coldplay) imprestato alla folk music. Un debutto in linea con ciò che tira di più oggi nell'inflazionato campo musicale indipendente USA: la tradizione americana rivista, corretta e rivestita di spirito moderno. Qui, in più: le buone armonie vocali dettate dal contrasto delle voci maschile/femminile e i testi di gran qualità. Se ne sentirà parlare.





giovedì 17 gennaio 2013

RECENSIONE: BACHI DA PIETRA (Quintale)

BACHI DA PIETRA  Quintale ( La Tempesta Dischi/Venus, 2013)

"Il posto è adesso e il tempo è qui, siam stati stupidi o forse solo soli, una vita da naufraghi inchiodati fissi ai nostri approdi..." da Mari Lontani. 
La musica dei Bachi Da Pietra è diventata pesante e inquietante come una pressa industriale arrugginita e di vecchia data lasciata incustodita, libera di muoversi, fuori controllo, verso il basso con tutta la sua pesante forza mentre piano piano si avvicina ai mal capitati ascoltatori, imprigionati nella fossa con gli occhi terrorizzati e spalancati all'insù.
Quello che visto da fuori poteva sembrare un progetto estemporaneo è, a tutti gli effetti, un nucleo massiccio e scalpitantemente vitale che ha tagliato l'importante traguardo del quinto disco in studio. Nati nel 2004 dall'unione di Giovanni Succi (Madrigali Magri) e Bruno Dorella (Ovo, Ronin ed ex Wolfango), il cammino dei Bachi Da Pietra non ha conosciuto ostacoli di sorta, mantenendo sempre vivo lo spirito del movimento, della indipendenza e libertà artistica. Il loro approccio primordiale alla materia musica, generato dalla scarna strumentazione (chitarra e batteria) con Quintale (titolo che ben si addice alla loro quinta opera dopo Il Terzo Tarlo e Quarzo)  diventa ancora più pesante, monolitico e asfissiante, toccando quella pesantezza hard rock sfiorata in passato ma non ancora così apertamente sviscerata come ora, ed in qualche modo anche lontani dal minimale blues del precedente Quarzo. A risentirne sono forse i testi che perdono la poeticità dei precedenti lavori, diventando più diretti, urlati, ermetici, forse più semplici ma mantenendo sempre intatta la cinica crudezza.
La musica dei Bachi Da Pietra avvolge, incolla, ferisce, provoca senza concedere troppe pause e riposi.
Il pesante vortice sludge di Haiti ha poco di solare; la rutilante Coleotteri ingabbia("sei libero coleottoro di essere come ti vogliono"); il lungo elenco di nomi famosi -e non- srotolati in Enigma  portano alla cacofonia finale; i versi quasi hip hop di Fessura ("...fa che riconosca me stesso e salvami la sete del meglio...") ne fanno una strana novità, portandomi addiritura alla mente i Casino Royale di metà carriera; il minaccioso treno Stoner di Paolo il Tarlo (con il sax ospite di Arrington De Dionyso) e Io Lo Vuole; la claustrofobica navigazione nella vita di Mari Lontani; i feedback iniziali di Sangue che si trasformano in pesanti riff di chitarra ("sangue sempre, venite gente, sangue sempre soprattutto per niente"); il testamento di Pensieri Parole Opere, fino ad arrivare là, dove  le acque si calmano nella teatralità  di Dio Del Suolo e Ma Anche No ("...anche il muschio sogna...) che risvegliano i loro (nostri) inquietanti paesaggi naturali, popolati da pietre, natura selvaggia e insetti. Tregua.
"La qualità audio di questo brano è molto scarsa...per la registrazione non abbiamo seviziato alcun fonico.E' stato registrato con un telefono e non ci è costato niente. A parte il telefono" introduce BARATTO@BACHIDAPIETRA.COM, (presente solo in digital download), puro gioco e provocazione a sacrosanta difesa del personale operato di musicisti.  
Prodotto e registrato totalmente in analogico senza passaggi in digitale da Giulio "Ragno" Favero (Il Teatro Degli Orrori) anche chitarra in Fessura, Quintale potrà far storcere il naso ad alcuni vecchi fan del gruppo, ma più onestamente credo sia solo un'altra tappa, diversa e forse più abbordabile(?), di un gruppo che non ha ancora conosciuto cali di malsana ispirazione.
Pensieri, Parole, Opere...Rock'n'Roll.

lunedì 14 gennaio 2013

RECENSIONE: TAG MY TOE (This Fear That Clouds Our Minds)

TAG MY TOE This Fear That Clouds Our Minds (autoproduzione, 2012)

Il coraggio dovrebbe essere sempre premiato. Fabrizio Zortea (voce) e Riccardo Stura (chitarra e seconda voce) hanno calcato insieme tanti palchi della provincia biellese (e non) suonando nelle più svariate cover band: dagli omaggi demenziali in chiave hard/metal a cose più "serie" come Black Sabbath, Van Halen e l'epopea Crossover/Grunge degli anni novanta convogliati nel loro progetto Baracus. Ora, la rodata amicizia e il coraggio di cui sopra li ha spinti in una impresa tanto curiosa quanto rischiosa, soprattutto qui in Italia per chi, da sempre, è abituato a portare in giro musica propria. Sappiamo tutti quanto i piccoli locali di provincia difficilmente rischino le loro "serate" puntando su qualcosa di originale, ancor più se la proposta non è troppo immediata e commerciale. L'idea è tanto spartana quanto emozionalmente invitante: cercare ispirazione ed estrapolare l'aspetto acustico dai loro idoli musicali, convergendolo in musiche e liriche appositamente scritte di proprio pugno, il tutto con spavaldo spirito DIY, dalla registrazione alla realizzazione dell'artwork, agli strumenti usati. Nel disco troverete solo voce e chitarre acustiche, nulla di più, nulla di meno (un megafono e qualche battito sulla cassa delle chitarre per esagerare). 
Assistendo alla prima presentazione del disco, ho potuto constatare quanto la dimensione dimessa ed unplugged, se presa con lo spirito giusto, possa funzionare, soprattutto quando il cantante Zortea fa valere, oltre alla sua impostazione vocale legata al classico hard rock, la sua indole da cabarettista mancato che stempera ma allo stesso tempo esalta il carattere buio e dimesso del songwriting del gruppo.
Proprio il carattere unplugged di tutte le canzoni porta i primi riferimenti (in particolare nelle armonie vocali) oltre al lato meno assolato della west-coast '70 anche verso le fredde strade di Seattle di metà anni novanta, quelle degli Alice In Chains seduti in cerchio sopra agli sgabelli e attorniati dalle fioche luci delle candele a creare tepore. Nascono così canzoni oscure, dall'arpeggiato crescendo come l'iniziale Something Wicked This Way Comes, dall'umore nero (Black & Six Feet Low) che strizzano l'occhio al man in black per eccellenza, tendende al grigio come in Grey, con  liriche che si soffermano sul trascorrere del tempo tra rimpianti e dura quotidinianità (My Destiny Is Gone, Me Again) o cercando risposte nella fede (If God).
Un sussulto morriconiano- con la profondità vocale alla Mark Lanegan- esce da 45 Rounds, nata per omaggiare l'amicizia tra due vecchi pugili (Nino Benvenuti e Emile Griffith) che per anni si sono combattuti sopra ad un ring ma che il tempo e le disgrazie umane hanno riavvicinato in una profonda amicizia sfociata in solidarietà reciproca. Mentre la strumentale 780 evidenzia tutto l'amore di Stura anche per il carattere intimo del rock (il chitarrista ha anche un progetto personale legato allo Springsteen acustico) e verso un personaggio e chitarrista come Zakk Wylde, che oltre a trapanare le orecchie suonando per Ozzy Osbourne e Black Label Society, è un fine autore acustico come ha dimostrato in dischi come Book Of Shadows, in bilico tra Neil Young e il southern rock acustico.
Un disco che ha bisogno di tempo e ascolti per crescere, pur soffrendo di una registrazione purtroppo non eccelsa, ma budget ed intenzioni erano proprio-e purtroppo- queste. Canzoni che in questi mesi invernali trovano il loro habitat naturale, aspettando qualcuno che creda in questo progetto, magari facendolo crescere come merita.
Se vi capiterà di vederli nell'intimità dei loro live potrete anche ascoltare come suonano Faith No More(Gravedigger), Bob Dylan (Masters Of War), John Hiatt (Down Around The Place), Alice In Chains (Would) e Black Sabbath rifatti alla loro scarna e povera maniera. Intanto, per confermare quanto il progetto sia una cosa seria, voci di corridoio li danno già al lavoro sul successore.

per contatti: http://tagmytoe.webnode.com/




giovedì 10 gennaio 2013

IL 2012 DEI PROTAGONISTI: dischi, concerti e progetti per il 2013.


Ho sempre amato immaginare la vita come una lunga linea composta da dure salite, precipitose discese, curve a gomito, ma anche tranquilli e sonnolenti rettilinei, più o meno lunghi, ma pieni di rilassante sicurezza. Con gli agenti atmosferici pronti a dettare tempi e colori: sole accecante, nebbie invisibili e uggiose giornate. Un insieme di tanti circuiti che hanno una durata variabile, spesso controllabile dalla nostra volontà, ma a volte talmente indipendente dal nostro volere che non rimane altro che aspettare o raggiungere il più velocemente possibile la nuova curva per scoprire cosa c'è dietro (consigliato). Sempre meglio che scavare il terreno per piantare paletti con incisi numeri da quattro cifre, a scadenza fissa. Purtroppo a conti fatti, bisogna stare anche al gioco e imparare le tabelline molto presto. 
Ecco, l'unica eccezione che faccio volentieri è nella Musica. Nella Musica, i ricordi hanno il nome di canzoni, dischi, concerti e associarli a qualche emozione e qualche data, aimè, è la cosa più spontanea che mi riesce. Chi non conosce l'anno di uscita del disco preferito? Di quel concerto che ha cambiato la vita? Chi si ricorda la data di scadenza dell'assicurazione? Il giorno delle elezioni?
Alcuni cantautori/musicisti italiani si sono arresi molto volentieri al gioco e hanno ripassato l'anno musicale appena trascorso. Anzi, direi che la maggior parte di loro ha risposto alle quattro, fin troppo banali domande con entusiamo (1-migliori dischi stranieri; 2- migliori dischi italiani; 3- concerto dell'anno 2012; 4- progetti per il 2013). Così mi hanno fatto credere, almeno. Anche chi non ha saputo rispondere, ha motivato, in qualche modo, i suoi perchè! Uno di loro mi ha detto: " trovami qualcuno a cui non piacciono questi giochini ed avrai trovato una mente deviata...". Ok, allora: partiamo, non prima di aver ringraziato tutti per la partecipazione, menti "deviate" e soprattutto non. La cosa mi fa pensare che, dopotutto, il gioco piace ancora e che... giuro: è il primo e ultimo giochetto per il 2012. Avanti con la prossima curva!

LORENZO SEMPRINI (MIAMI & THE GROOVERS)
dischi stranieri:-TALLEST MAN ON EARTH (There's No Leaving Now)
WALLFLOWERS(Glad All Over)
GASLIGHT ANTHEM (Handwritten)
dischi italiani: LOWLANDS (Beyond)
CHEAP WINE (Based On Lies)
SACRI CUORI (Rosario)
ENRICO GARDINI (No Keys For Monkee's Room)
concerto 2012: BRUCE SPRINGSTEEN Parigi 5 Luglio
progetti 2013:Registrazione cd/dvd live con due date nello spelndido teatro comunale di Cesenatico il 23 24 Marzo
ALFONSO SURACE (ARCANE OF SOULS)
non saprei rispondere alle domande, esco poco, non vedo concerti, non seguo le "nuove" tendenze....so solamente cosa faccio io e qualche amico in zona....veramente, non saprei cosa rispondere :-)
Non te la prendere ma sono un'eremita metropolitano....

MATT WALDON
dischi stranieri: JACK WHITE ( Blunderbuss)
dischi italiani: purtroppo ho ascoltato poco niente di "made in italy" quest'anno e quel poco che ho ascoltato non mi ha entusiasmato, salvo DE GREGORI giusto per la lode.
concerto 2012: TOM PETTY (Lucca)
progetti 2013: proseguirò con i live per sponsorizzare "Oktober" e in base a quello che sara' il riscontro economico e morale valutero' la possibilita' di tornare in studio, i brani per un nuovo album in realta' esistono gia'...
DANIELE TENCA
dischi stranieri:1. JACK WHITE (Blunderbuss)
2. CHRIS ROBINSON BROTHERHOOD (Big Moon Ritual)
3. BOB DYLAN (Tempest)
4. BRUCE SPRINGSTEEN (Wrecking Ball)
5. COUNTING CROWS (Underwater Sunshine)
dischi italiani:1. FRANCESCO PIU (Ma-Moo Tones) ma non so se vale, avendo partecipato alla scrittura di alcune canzoni...
2. MIAMI AND THE GROOVERS (Good Things)
3. CHEAP WINE ( Based on lies)
4. LOWLANDS (Beyond)
5. ALEX CAMBISE (L'umana resistenza)
concerto 2012: BRUCE SPRINGSTEEN & the E-Street Band - Wrecking Ball Tour - Oslo
progetti 2013: uscita del nuovo disco (Wake Up The Nation) il 12 Gennaio e presentazione a Milano allo Spazio Teatro 89
MARCO DIAMANTINI (CHEAP WINE)
dischi stranieri: BOB DYLAN (Tempest)
dischi italiani: LOWLANDS (Beyond)
MIAMI AND THE GROOVERS (Good Things)
concerto 2012: PATTI SMITH Roma (Auditorium)
progetti 2013: "Based On Lies tour"...suonare il più possibile

ROBERTO DIANA (LOWLANDS)
dischi stranieri: MUMFORD & SONS (Babel)
EDWARD SHARPE and the MAGNETIC ZERO (Here)
Due dischi che ho Consumato nei viaggi durante gli spostamenti del "Raighes Vol 1 solo tour" , dopo il primo impatto sospettoso me ne sono innamorato.
dischi italiani: un disco molto bello quest'anno FRANCESCO GUCCINI (L'ultima Thule)
Edward Abbiati, mi ha fatto riscoprire questo grande artista colmando questa mia grande lacuna.
Ho visto anche un grande fermento nella musica realmente indipendente e quindi ti voglio nominare i Cheap Wine, Miami and the Groovers, Francesco Piu, Alex Cambise, Cesare Carugi, Mandolin Brothers e sicuramente sto dimenticando qualche altro artista che merita di essere ascoltato per la passione, i km macinati per suonare la propria musica in piccoli e grandi locali, a volte per poca gente a volte per il locale pieno, ma sempre con grande passione.
concerto 2012: Il mio concerto dell'anno è stato in Scozia nell isola di Colonsay dove il pubblico cantava le melodie dei brani del mio disco strumentale "Raighes Vol 1" è stato emozionante.
Concerto dell'anno con i Lowlands invece Sothend on Sea (UK) energia pura.
progetti 2013: da Gennaio inizia il tour col "Roberto Diana Quartet" con una sonorità abbastanza particolare (Io: Chitarra acustica e Weissenborn, Christian Marras: Chapman Stick, Alex Bonacci: Batteria e Enrico Sotgiu: percussioni) il tour partirà dalla Sardegna e spero di girare un bel po, questa invece è una mega anticipazione, è appena nato a Luras in Sardegna il mio studio di registrazione il RAIGHES STUDIO in cui ho in programma di produrre tanti dischi miei e di altri artisti, lo studio verra innaugurato il 15 Gennaio in cui lavorerò con la grande cantautrice Scozzese Anna MacDonald e la fantastica pianista Finlandese Outi Smith conosciute durante il tour in UK.
Ho in lavorazione il Volume 2 di Raighes e un altro paio di dischi nel taschino,
Poi ci saranno i tour Europei con i Lowlands e credo che sarà un anno bello tosto.
ALESSANDRO NUTINI (BANDABARDO/GENERAL STRATOCUSTER AND THE MARSHALS)
dischi stranieri: BOB DYLAN ( Tempest)
dischi italiani: AFTERHOURS (Padania)
concerto 2012: WILCO
progetti 2013: Bandabardò sta ferma a scrivere il nuovo CD, stessa cosa i General Stratocuster: sto lavorando ad un programma radio e compilando un best-of di robe che ho scritto in questi anni, musicali e non. Tutto qua!
SANDRO PEZZAROSSA(ME PEK E BARBA)
dischi stranieri: MUMFORD & SONS (Babel)
dischi italiani: LASSOCIAZIONE (A Strapiombo)
concerto 2012: FRANCO BATTIATO all'arena giardino di Cremona sab 8 settembre
progetti 2013: Mé, Pék e Barba per il 2013:
Concerto evento al Fuori Orario (Taneto di Gattatico RE) sab 16 marzo per festeggiare i 10 anni della band. Saranno presenti sul palco con i Mé, Pék e Barba: Gigi Cavalli Cocchi, Alberto Morselli, Michela Ollari, Franco Giordani e la banda Giuseppe Verdi di Busseto (PR). Da li partiranno i live dedicati ai 10 anni e 4 cd pubblicati dalla band. A fine 2013 potrebbero esserci novità importanti...

BRUNO ROMANI(NO GURU/DETONAZIONE)
dischi stranieri: non saprei
dischi italiani: non saprei
concerto 2012: Kunstladen Monaco
progetti 2013: sopravvivere
FRANCO GIORDANI(LUIGI MAIERON/ME PEK E BARBA)
dischi stranieri: MARK LANEGAN (Blues funeral). Qualcuno sostiene (ed ha ragione) che Mark Lanegan è cupo e funereo. Amo profondamente questa sua terribile ed illuminante cupezza. Non tradisce mai Mark, ha un profondo senso dell'arte, e ballate come "The gravedigger's song" potrei ascoltarle all'infinito. La sua produzione è centellinata, perchè è veramente un grande.
MARK KNOPFLER (Privateering). Un altro Mark, un altro capolavoro. Questo disco per me è magia. Knopfler (come Johnny Cash), ha dimostrato che invecchiare non significa sempre "declinare". Brani come "Miss you blues" o "Dream of the drowned submariner" valgono l'intero costo del CD. Una grande sorpresa da parte di un'artista che non è mai risultato tra i miei preferiti.
dischi italiani: mancando Davide Van de Sfroos e (per partigianeria) Maieron, sempre per partigianeria, dico i ME PEK & BARBA (La scatola magica)
concerto 2012: almeno 2 devo citarli.
PRIMUS Palasport Pordenone 23 marzo 2012 "Green Naugahide Tour" (genialità allo stato puro)
DAMIEN RICE solo - Diga N. Sauro Grado 25 luglio 2012 (grandissimo)
progetti 2013: tante idee, tante progetti con Luigi Maieron & Band. Speriamo che nel 2013 possano concretizzarsi, anche se il periodo non è dei migliori per la musica d'autore ......... e non solo per quella !!!!

ANDREA MAURO (RUSTED PEARLS and The FANCY FREE)
dischi stranieri: (NB: non in ordine di importanza)
1: THE LEE BOYS (The Lee Boys)
2: IAN SIEGAL (Candy Store Kid)
3: MY DYNAMITE (My Dynamite)
4: DR.JOHN (Locked Down)
5: CURTIS STIGERS (Lets Go Out Tonight)
6: CHRIS ROBINSON BROTHERHOOD (Big Moon Ritual / Magic Door)
7: WARREN HAYNES BAND - (Live at the Moody Theatre)
concerto 2012: GOV'T MULE- Lasko Slovenia
progetti 2013: nei progetti del 2013, per i Rusted Pearls and The Fancy Free, c'è la registrazione del primo full lenght.Ovviamente vogliamo suonare il più possibile, cercando di migliorare, seguendo l'esempio delle bands rock che "jammano", alà Black Crowes e Allman.
CESARE CARUGI
dischi stranieri: IAN HUNTER (When I'm President)
Non è l'unico disco veramente bello che meriterebbe di stare in vetta, però è quello che ascolterei più spesso perchè mi fa battere il piede e gioire come nient'altro. A volte ci vuole un pò di sano rock n' roll senza troppi fronzoli, e in periodo di crisi dischi come questo possono cancellare gran parte delle preocupazioni.
dischi italiani: FRANCESCO PIU (Ma Moo Tones)
Se non si fosse a conoscenza del fatto che Francesco è un sardo purosangue, si penserebbe di essere davanti a un vero bluesman made in Mississippi. Gran voce (in cui sento alcune tonalità di un artista a me caro come il compianto Jeff Healey), groove pazzesco, bella produzione di Eric Bibb, e una manciata di canzoni di impianto blues ma che sfociano anche nel funky e nel soul. Chapeau.
concerto 2012: (anzi, della vita) TOM PETTY & The HEARTBREAKERS (Lucca, 29.06.2012)
Alieni. Questa parola basta e avanza.
progetti 2013: il mio nuovo cd "Pontchartrain" attualmente in lavorazione, e un pò di sana live music, con band o in acustico. Basta essere sul palco e sfoggiare quella passione e quell'entusiasmo necessari a farmi stare meglio.
CARLO LANCINI (MOJO FILTER)
dischi stranieri:THE SHEEPDOGS (The Sheepdogs)
CHRIS ROBINSON BROTHERHOOD (Big Moon Ritual)
CHRIS ROBINSON BROTHERHOOD (The Magic Door)
IAN HUNTER (When I'm President)
dischi italiani: CHEAP WINE (Based On Lies)
SACRI CUORI (Rosario)
LOWLANDS (Beyond)
concerto 2012: TOM PETTY & THE HEARTBREAKERS "Isle Of Wight Festival 22.06.2012"
progetto 2013: il 14 febbraio 2013 uscirà il nuovo disco dei Mojo Filter, The Roadkill Songs, supportato da una quindicina di date e dal video di "RED BANANA", il secondo pezzo del disco. Vorremmo poter crescere ancora, pensando ad un nuovo disco e a collaborazioni sempre interessanti. It's Only Rock And Roll But We Like It...and We Need It!!!!! Stay Tuned!!!!!
JAIME DOLCE
dischi stranieri: CODY CHESTNUTT (Landing On A Hundred)
dischi italiani: ALEX RICCI (Gonna Rossa)...veramente uscira' questo mese
concerto 2012: il concerto piu bello che ho visto quest'anno? Direi il 12/12/12 concerto per aiutare le vittime di Hurricane Sandy al Madison Square Garden (ho guardato in live streaming su internet)..soprattutto Eric Clapton in trio con Steve Jordan on drums & Willie Weeks on bass...& forse ancora piu bello-the WHO!...con Zack Starky on drums.
...& che ho fatto io nel 2012: sarebbe con il mio gruppo InnersoLe (con Filippo Buccianelli on Keyboards)al Teatro dei Tamburi il 6/Dicembre.
progetti 2013: per 2013 innersoLe sara' piu forte che mai...voglio che fare un disco LiVE!~
& sto cercando di finire un EP (solo 4 pezzi)che ho cominciato a Aprile(?)dove ho suonato tutti strumenti & c'e' Max De Bernardi che suona dobro su mio canzone~hOME...
+sto anche lavorando con Davide Corradi(un grande batterista di Parma)..suoniamo a volte in acustico & anche in elettrica a volume assurdi..& facciamo anche un tributo a Jimi Hendrix....Grazie miLLE

FABIO DRUSIN (W.I.N.D.)
dischi stranieri: WARREN HAYNES BAND (Live At The Moody Theater)
BONNIE RAITT (Slipstream)
CHRIS ROBINSON BROTHERHOOD (The Magic Door)
THE LEE BOYS (Testify)
HOWLIN' RAIN (The Russian Wilds)
JOHNNY NEEL( feat.W.I.N.D.) (Every Kinda' Blues)
dischi italiani: CHEAP WINE (Based On Lies)
concerto 2012:  GOV'T MULE (Lasko-Slovenia)
progetti 2013: dopo un intenso 2012, la collaborazione con Johnny Neel, jams con la Warren Haynes Band e Gov't Mule e varie date assieme ad Alvin Youngblood Hart, tra Febbraio e Marzo uscirà il nuovo album degli W.I.N.D. "Temporary Happiness", 11 brani tutti originali per una durata di oltre 70 minuti, al quale seguiranno diverse date in Italia ed Europa

GUY LITTELL
dischi stranieri: DINOSAUR JR (I Bet On Sky) perchè dalla reunion in poi è una magia che si ripete. Grandi
NEIL YOUNG with CRAZY HORSE (Psychedelic Pill) Ispiratissimo e tanto basta
MARK LANEGAN BAND (Blues Funeral) grande ritorno, anche dopo svariate collaborazioni ti accorgi che un disco tutto suo è necessario
BEACH HOUSE (Bloom) tonalità scure e belle melodie , un binomio a me sempre caro
BENJAMIN GIBBARD (Former Lives) ha fatto un bel disco secondo me , ma molti, ho letto, volevano di più, io dico che va bene così invece
dischi italiani:  non saprei davvero, posso dire però che ho molta voglia di ascoltare" Niente di Serio" dei DAFRAMMA
concerto 2012: il 2012 per me è stato un pò un anno di magra per i concerti. L'highlight è stato senza dubbio RYAN ADAMS a Dublino. Voce, chitarra e piano per versioni davvero emozionanti.
progetti 2013: spero di avere abbastanza materiale tra le mani che mi convinca e di registrarlo. Parte di esso già esiste e non vedo l'ora di farvelo ascoltare, anche dal vivo. Spero che la mia musica arrivi sempre a più persone.
FEDERICO BRUNO
dischi stranieri: THE JIM JONES REVUE (The Savage Heart) Non all'altezza dei precedenti e più sperimentale, ma quando un veterano come Jim Jones riesce a far convivere Jerry Lee Lewis e le bordate rock'n'roll "moderne"...vince a mani basse.
SOCIAL DISTORSION ( Acoustic Sessions)
Non è un album ufficiale, ma è comunque uscito nel 2012. Sempre piaciuto Mike Ness quando stacca il jack dall'ampli e sottolinea il suo amore per il country.
THE BONES ( Monkeys With Guns)
Ok, niente di destabilizzante, ma io continuo a muovere il culo con il loro album ormai da mesi, e se lo ascolto in macchina richio seriamente di beccare uno scatto dell'autovelox.
MEGADETH (Countdown to Extinction)
Dirai, "me è uscito 20 anni fa"...si, ma han fatto il cofanetto per la celebrazione, e siccome ci sono molto affezionato e ho sempre ritenuto quest'album una bomba, lo includo in lista e godo ancora come un 16enne!
...in realtà la maggior parte delle nuove uscite dei Dinosauri del rock mi hanno alquanto deluso, eccezion fatta per alcune mosche bianche: Mark Lanegan, ZZ Top, Bob Dylan, Leonard Cohen...ah, molto bello anche l'ultimo Deftones
dischi italiani: GIUDA - Racey Roller
del 2010, ma visto che han venduto da matti, hanno ristampato l'album su Fungo Records e quindi è ri-uscito nel 2012. All'estero ce li invidiano, e fanno bene!
giuro che non mi viene altro in mente.
concerto 2012: TYLA - O2 Academy Islington concerto per solo 300 anime; mi faccio la traversata Palermo Londra con la mia dolce metà appositamente per sentire Tyla cantare e suonare i pezzi dei primi due album dei Dogs D'amour. Trascorro quasi 3 ore in estasi e torno a casa felice come un bambino.
progetti 2013: trovare una distribuzione per "A Gentleman Loser", riuscire a pubblicarlo anche in Vinile, riuscire ad ultimare le riprese del videoclip, ma soprattutto riuscire a pubblicare il nuovo EP di 5 pezzi "...and a lifetime to go". Ah, vorrei anche sposarmi ma credo centri poco con la musica, o forse si...

DIEGO BERTANI (STOOP)
dischi stranieri: MARK LANEGAN (Blues Funeral)
dischi italiani: non saprei....ne ho ascoltati pochi e potrei non avere ascoltato molti dischi belli. Fra i dischi italiani che ho ascoltato mi è piaciuto Pacifico dei BAd LOVe EXPERINCE
concerto 2012: RADIOHEAD a Firenze
progetti 2013: promuovere il nuovo disco con qualche concerto

NASHVILLE TRIO
dischi stranieri: THE AVETT BROTHERS (The Carpenter)
dischi italiani: boh...
concerto 2012: TOM PETTY AND THE HEARTBREAKERS (Lucca)
progetti 2013: promuovere il nostro cd ovunque sia possibile...

MASSIMILIANO TORDINI (MIURA)
dischi stranieri: THE BLACK KEYS (El Camino), anche se nasce a cavallo tra il 2011-2012, lo considero un gran bel disco, forse il più bello della band.
dischi italiani: EDDA (Odio i Vivi), mi piace molto Edda, considero il suo disco un piccolo capolavoro, un lavoro ruvido, leale, nudo.
concerto 2012: Ho visto YANN TIERSEN al Carroponte quest'estate, grandi vibrazioni, grande artista.
progetti 2013:  abbiamo un lavoro in "naftalina" con i Miura, se tutto va bene dovremmo pubblicarlo on line lungo il 2013, ho intenzione di avviare delle collaborazioni, mi piacerebbe un progetto acustico, vedremo.

ANDREA POGGIO (GREEN LIKE JULY)
dischi stranieri: LEONARD COHEN (Old Ideas)
DAVID BYRNE & ST. VINCENT (Love This Giant)
BAT FOR LASHES (The Haunted Man)
dischi italiani: COLAPESCE (Un Meraviglioso Declino)
HOT GOSSIP (Hopeless)
TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI (Nel Giardino Dei Fantasmi)
concerto 2012: PATTI SMITH (Villa Arconati-Milano)
progetti 2013: lo scorso novembre abbiamo finito di missare il nostro nuovo disco.
Non è ancora stata decisa la data di pubblicazione ufficiale, diciamo nei prossimi mesi!

FRANCESCO PIU
dischi stranieri: ANDY J. FOREST (Other Rooms)
dischi italiani: FRANCESCO DE GREGORI (Sulla Strada)
concerto 2012: SU LA TESTA ad Albenga (SV)
progetti 2013: in Tour per tutto il 2013

LUCA GEMMA
dischi stranieri: MICHAEL KIWANUKA (Home Again)... più la raccolta completa dei Beatles in cd, uscita in edicola, visto che io li ho in vinile
dischi italiani: nessun disco italiano, tra quelli che ho sentito, mi ha entusiasmato. Per me il 2012 è stato un anno "in inglese"
concerto 2012:  i concerti migliori sono stati FINK e JOAN AS POLICEWOMAN a Milano tra giugno e luglio
progetti 2013: per il 2013 continuo con i Live di "Supernaturale" e intanto scrivo nuove canzoni . Sto lavorando a versioni in inglese di brani già scritti e usciti nei miei dischi e forse cominciamo a registrare qualcosa più avanti, ma ne so ancora troppo poco.

UNÒRSOMINÒRE
dischi stranieri: GRIZZLY BEAR (Shields)
MOTORPSYCHO (The death defying unicorn)
FIONA APPLE (The idler wheel)
dischi italiani: AFTERHOURS (Padania)
concerto 2012: IVANO FOSSATI, Filarmonico di Verona, 13/2/2012
progetti 2013: sopravvivere

FRANCESCO D'ELIA (KING OF THE OPERA)
dischi stranieri: SCOTT WALKER (Bish Bosch)
dischi italiani: FATHER MURPHY (Anyway, your Children will deny it)
concerto 2012: TUNE-YARDS al Locomotiv a Bologna 6.2.2012
progetti 2013: fare il disco solista di Wassilij Kropotkin e iniziare a lavorare sul secondo dei King of the Opera!

WALTER SOMA'
dischi stranieri: il disco straniero che ho ascoltato di più nel 2012 è, credo, "Ten$Ion", dei DIE ANTWOORD
dischi italiani: di uscite italiane, UOCHI TOKI (Idioti) . Loro sono sempre avanti e li ascolto dagli inizi.Una montagna di contenuti e idee sonore sempre molto strane. Secondo me, tra le migliori realtà musicali, in Italia. Poi se ho capito bene, sempre nel 2012 hanno fatto un EP su vinile, ma io non ho il giradischi, quindi non l'ho sentito.
concerto 2012: credo di aver visto solo 2 concerti nel 2012. Ci sono andato per amicizia e sono stati belli entrambi: EDDA e TEATRO DEGLI ORRORI. Comunque questi 2 sono quelli che ricordo.
progetti 2013:  stiamo preparando materiale nuovo, con Edda. L'idea è di fare un disco quest'anno. Vediamo che succede. Uscirà invece a brevissimo il disco che ho ideato e prodotto, con l'aiuto di Aldo Romano e Fabio Capalbo. Il progetto si chiama "IlVocifero". Credo sia un disco molto forte e strano, con tanta gente brava che ci suona dentro. Poi sto continuando a preparare canzoni con Dorina Leka. Roba dell'altro mondo secondo me. Ho un sacco di altre idee. Ma ho bisogno di molto aiuto per realizzarle per come le ho in mente. Vedremo.

ATTILIO KITSCH (KITSCH)
dischi stranieri: SWANS (The Seer)
MARK LANEGAN (Blues Funeral)
MUSE (The 2nd Law)
LED ZEPPELIN (Celebration Day)
JACK WHITE (Blinderbuss)
dischi italiani: IL TEATRO DEGLI ORRORI (Il Mondo nuovo)
AMOR FOU (Cento giorni da oggi)
EDDA (Odio i Vivi)
concerto 2012: DEADMAU5- FuturFestival (01.07.2012)
SIGUR ROS-a perfect day festival (02.09.2012)
GIOVANNI LINDO FERRETTI- Live Club di Trezzo (17.02.2012)
progetti 2013: sviluppare un'idea alternativa di live.