mercoledì 16 ottobre 2019

RECENSIONE: KADAVAR (For The Dead Travel Fast)

 KADAVAR   For The Dead Travel Fast (Nuclear Blast, 2019)



 
 
For The Dead Travel Fast, il nuovo disco dei berlinesi KADAVAR che prende il titolo da una frase citata nel Dracula di Bram Stoker potrebbe essere una delle più belle sorprese di questo 2019 a certe latitudini rock. In copertina si fanno fotografare in Transilvania, ai piedi del castello di Bran (quello di Vlad Tepes, sì proprio quello!) e da quella terra sembrano aver preso il mood che anima le nove canzoni del disco.
Certamente il loro disco più ambizioso fino ad ora, il quinto: mantengono le vecchie radici doom, sabbathiane (la scura e finale 'Long Forgotten Song', la più lunga e pesante ) e hard rock del passato (la dinamica 'Evil Forces' con il maligno falsetto del cantante e chitarrista Lupus Lindemann) ma allungano le canzoni che diventano meno dirette ma più magnetiche e aperte ('The Devil's Masters'), arricchite da nuove cangianti sfumature che vanno a raccogliere le influenze nella psichedelia (le malinconiche carezze sixties di 'Saturnales' e la dissonante e malata 'Demons In My Mind'), nel prog (il tango nero di 'Dancing With The Dead') , ma soprattutto nell'occulto, nell'horror e nella teatralità per tematiche ('Children Of The Night' pare uscire direttamente dal canzoniere anni settanta di Alice Cooper), rievocando vecchi film e relative colonne sonore. Una totale libertà d'azione che li rimanda direttamente indietro alle più influenti e ispirate stagioni rock, abbracciandone una fetta ancora più consistente rispetto al passato.
Quasi un concept sulla morte e le forze oscure registrato in presa diretta, in analogico, nel loro studio di registrazione a Berlino, modus operandi che permette loro di comportarsi esattamente come fossero sopra ad un palco.
"Qualcosa del genere non sarebbe stato possibile all'inizio della nostra carriera. Solo ora ci conosciamo abbastanza bene da riuscire a realizzare qualcosa del genere". Per me il passo è quello giusto per distinguersi senza perdere la credibilità conquistata in questi anni.








 

Nessun commento:

Posta un commento