mercoledì 9 ottobre 2019

DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA # 78: MOTÖRHEAD (Overkill)

MOTÖRHEAD  Overkill (1979)





"shake your head you must be dead if it don't make you fly"

Dalla finestra dei Roadhouse Studios di Londra si può vedere la neve scendere giù copiosa. Quella sera, Ian "Lemmy" Kilmister, "Fast" Eddie Clark e "Filthy Animal" Taylor stavano attendendo che il loro produttore Jimmy Miller arrivasse nello studio: avevano una sola nottata per portare a termine le registrazioni del loro secondo album Overkill. Un secondo disco importante per la loro sorte dopo un esordio passato inosservato e un seguente singolo, la cover 'Louie Louie' di Richard Berry che invece ebbe un inaspettato successo. Una volta sul mercato, Overkill diventerà importante per loro e la sorte di tanti altri gruppi. Iniziò a serpeggiare nervosismo in sala, l'affitto dello studio non era propriamente economico, quando ad un certo punto dalla finestra videro il loro produttore rotolarsi nella neve del marciapiede. Quando Miller entrò in sala fradicio dalla testa ai piedi con cinque ore di ritardo sui tempi previsti iniziò a scartabellare il lungo elenco di inconvenienti che a dir suo furono la causa del ritardo, tra cui una lunga camminata sotto la neve. Naturalmente nessuno ci credette, Miller era un bugiardo nato, dentro alla droga come i suoi scarponi lo erano nella neve bianca. A Miller non piacevano i Motorhead ma a Lemmy e compagni piace Miller, quello che aveva già lavorato sui dischi importanti di Rolling Stones, Traffic e Blind Faith. Quella notte prese forma un disco che farà scuola alla nascente scena britannica di heavy metal quanto al futuro thrash metal americano. La title track è uno dei più micidiali inizi disco che si ricordi: la doppia cassa di Taylor e quel susseguirsi di finti finali entreranno nella storia, insieme alle restanti nove canzoni: dal riff rubato agli ZZ Top che fa da impalcatura a 'No Class' a 'Stay Clean', dal riff alla Chuck Berry velocizzato di 'Damage Case' alla psichedelica 'Capricorn' (segno zodiacale di Lemmy) con l'assolo di chitarra registrato all'insaputa di Eddie Clark mentre si stava scaldando in studio. Nessun riempitivo inutile: il blues diventa pesante, tirato e aggressivo come non lo fu mai prima. Il grande successo li porterà in tour con le Schoolgirl e all'incisione di Bomber a soli sette mesi da Overkill. Da qui in avanti nessuno li fermerà più. Top.





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