lunedì 17 giugno 2019

RECENSIONE: SUZI QUATRO (No Control)

SUZI QUATRO   No Control   (Streamhammer, 2019)




 pelle nera, blues e ormoni...
Il suo contributo ad accrescere i sogni bagnati dell'umanità di sesso maschile l’ha già dato in tempi non sospetti, ora Suzi Quatro, sempre fasciata di pelle nera, continua a fare quello che fa senza sosta da 55 anni (quest'anno la signora taglia il traguardo dei 69 anni, anche se non si dovrebbe dire) con tutta la libertà artistica di sempre (17 album in carriera), con una varietà musicale mai così accentuata e freschezza più che invidiabile. Sarà solo rock’n’roll ma è piacevole e ben fatto, dall’inizio alla fine.
“È un ritorno a casa, in un certo senso, ma con tutto quello che ho raccolto durante i miei viaggi. Questo è da dove viene la varietà. Nessuno mi ha mai messo alcun limite creativo.”Ad aiutarla il figlio Richard Tuckey, frutto del suo primo matrimonio, che ci mette la penna e la chitarra, Suzie il basso, la voce e la grinta di sempre.
Dal rock di ‘No Soul/No Control’ (in apertura) e ‘Macho Man’, al contagioso power pop di ‘Heavy Duty’, il piacevole retrogusto sixties di ‘I Can’t Teach You To Fly’, il blues di ‘Going Home’, ‘Going Down Blues’ con i fiati (presenti in gran quantità lungo tutto il disco) e di ‘Don’t Do Me Wrong, i sapori southern boogie di ‘Easy Pickings’ con tanto di armonica, pianoforte ed esplosione elettrica, il funky soul di ‘Strings’, il calypso da spiaggia di ‘Love Isn’t Fair’ e una ‘Bass Line’ che si aggiudica il premio per la bella costruzione e la modernità, tutto il disco scivola via che è un gran piacere.
Se per voi il rock è ancora principalmente un divertimento e Leather Tuscadero un'icona mai dimenticata che fa ancora danzare gli ormoni, No Control vi farà trascorrere 40 minuti di puro svago.








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