giovedì 9 maggio 2019

RECENSIONE: HANDSOME JACK (Everything's Gonna Be Alright)

HANDSOME JACK Everything's Gonna Be Alright (AliveNaturalSound Records, 2018)





gente che tiene in vita il rock’n’roll ...
Figli dello stato di New York (provengono da Lockport), nipoti del southern rock revival degli novanta con la benedizione di Chris Robinson che li volle a tutti i costi per aprire i concerti alla sua “confraternita”, pronipoti dei grandi power trio hard blues dei settanta, fedeli al verbo “born on the bayou” dei Creedence Clearwater Revival (‘Keep On’) e del vecchio blues nero (‘Everything's, Gonna Be Alright’), gli HANDSOME JACK sono un trio, dopo il recente abbandono del vecchio chitarrista, in pista dal lontano 2004, che punta tutto sul calore che il rock può ancora sprigionare, senza l'aggiunta di strani additivi, fregandosene di essere più o meno alla moda anche se il funky solare con i fiati di ‘Why Do I Love You The Way I Do’ si mette in coda, sulle orme dei Black Keys.
Everything's Gonna Be Alright è il loro terzo disco ufficisle, prodotto da Zach Gabbard (All Them Witches) che riesce nel difficile compito di arricchire la loro proposta di nuovi colori, dipinti dall’aggiunta di un pianoforte, e dei fiati che accorciano la strada che conduce a un certo sound di casa Memphis, Chicago (‘Baby Be Cool’, ‘Got It Bad’), senza mai dimenticare quella spigolosità garage che solo una buona chitarra elettrica può dare (‘Holding Out’, ‘Getting Closer’).
Jamison Passuite (chitarra, voce), Joey Verdonselli (basso voce) e Bennie Hayes (batteria, voce) hanno la giusta attitudine, sono abbastanza brutti e hanno le unghie abbastanza sporche da risultare credibili e simpatici a prima vista e ascolto, naturalmente.






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