giovedì 6 dicembre 2018

RECENSIONE: JEFF TWEEDY (Warm)


JEFF TWEEDY  Warm (dBpm Records, 2018)

 
 
 
 

la più calda delle autoanalisi
“Sono tra le più dirette, personali e autobiografiche canzoni che abbia mai scritto". Jeff Tweedy, 51 anni, arriva al suo primo vero disco solista (nel 2014 fece uscire Sukierae con il figlio Spencer, l’anno scorso Togheter At Last ma era un disco di vecchie canzoni dei Wilco rivisitate in acustico), dopo più di trent'anni di carriera e co...n un colpo da gran maestro spazza via gli ultimi poco incisivi lavori in studio con la band. Lo fa mettendosi completamente a nudo nei testi, che si rifanno all’autobiografia appena uscita, affrontando e ricordando i vecchi fantasmi di un tempo (depressione e dipendenze), si torna indietro ai tempi degli Uncle Tupelo, riflettendo sulla solitudine, gli errori e le opportunità perse, posando spesso il pensiero sulla morte (“tutti pensiamo alla morte” canta, dategli torto) , evidentemente ancora toccato dalla perdita del padre avvenuta lo scorso anno. Nonostante tutto le undici canzoni, registrate al The Loft di Chicago insieme all'ormai immancabile figlio Spencer e con il prezioso aiuto di Glenn Kotche (batterista dei Wilco) sono una botta di vita pazzesca, trascinanti e godibili nella loro semplicità acustica. Tanto semplici e morbide che i pesanti testi cuciti da Tweedy penetrano con facilità come un ago di ferro grezzo sulla stoffa, creando un tutt’uno affascinante e piacevole al tatto (sostituite con udito) dove country, malinconiche pedal steel, melodie beatlesiane (spesso sembra materializzarsi George Harrison) , i Byrds, anche i Wilco e Uncle Tupelo naturalmente, la fanno da padrone e conquistano.
George Saunders, scrittore e autore delle note di copertina del disco, sul The New Yorker ha scritto: “WARM è una delle raccolte di canzoni più gioiose, celebrative e contagiose che abbia mai ascoltato da molto tempo. È intimo e allo stesso tempo vasto e si sente che è stato realizzato con amore da persone reali, in un luogo particolare e non all’interno di un computer”. Che potrebbe essere il miglior riassunto di questo disco che si candida a diventare uno dei best seller dell’anno. Un last minute che non ti aspetti ma in grado di cambiare le prospettive. WARM, caldo. Da vivere con intensità, canzone dopo canzone.
In copertina Tweedy alza le braccia al cielo, non si capisce bene se in segno di vittoria o di liberazione. Potrebbero andare bene entrambe le cose: vittoria perché nonostante tutto è ancora qui a raccontarcele, liberazione perché con questo disco ha lasciato giù un bel po’ di peso dalla sua testa. Liberatorio.
 
 
 

 
 

Nessun commento:

Posta un commento