giovedì 27 dicembre 2018

RECENIONE: SUPERSUCKERS (Suck It)

SUPERSUCKERS  Suck It (Acetate Records, 2018)






Eddie Spaghetti ha la pellaccia dura e la gola d’acciaio: per i trent’anni dei suoi Supersuckers regala un nuovo disco ai suoi fan ma soprattutto ritorna più in forma che mai dopo la diagnosi di un tumore alla gola e un terribile incidente automobilistico. Riportati i cingolati della band sulla retta via, la strada non può che essere in discesa anche se in ‘Dead Inside’ si sofferma su quei giorni poco felici.
Suck It non manca l’appuntamento con il rock’n’roll senza compromessi che ha guidato l’intera carriera del gruppo dell’Arizona. Non ci sono grandi sorprese tra le dieci tracce ma nessuno le vuole e le chiede: si parte in quarta con ‘All Of The Mine’, una killer song che sarebbe piaciuta all’amico Lemmy Kilmister, ‘Breaking My Balls’ e ‘What’Up With This MF’N Thing’ sono due rutilanti punk rock che non lasciano erba sulla strada battuta così come ‘Till I Die’ è solida e cazzuta, ‘History Of Rock’n’Roll’ è una viziosa song dedicata al rock, alle band amate, messa in scena come un’orgia tra Iggy Pop e AC DC.
Si prende una boccata d’aria solo con il vivace rock’n’roll springsteeniano ‘Cold Wet Wind’ e con il rock melodico di ‘The Worst Thing Ever’. Il finale vira nel bollente southern con l’honky tonk chitarristico di ‘Private Parking Lot’, Tra Georgia Satellites e Social Distortion e la cover ‘Beer Drinkers & Hell Raisers’ dei ZZ Top cantata con Jesse Dayton e con le chitarre elettriche davanti a tutto. I Supersuckers si confermano una delle band più genuine, veraci e in your face in circolazione. Tremate Eddie Spaghetti è tornato.





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