mercoledì 3 ottobre 2018

DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA # 69: PSYCHEFUNKAPUS (Skin)

PSYCHEFUNKAPUS   Skin (1991)





con la benedizione di Talking Heads, Funkadelic e il re della chitarra surf Dick Dale

Il nome quasi impronunciabile non ha portato loro molto fortuna. Nonostante tutto ritengo SKIN uno dei migliori esempi della ricca scena crossover anni '90. La compagnia in quegli anni, fine ottanta primi novanta, era numerosa e variegata (Primus, Red Hot Chili Peppers, Jane’s Addiction, Fishbone, Living Colour, Faith No More e qui mi fermo ma si potrebbe andare avanti per molte righe) e le parole d’ordine erano osare, mischiare, stravolgere. Alcuni dischi hanno passato brillantemente la prova del tempo, rimanendo freschi e vitali a quasi trent’anni di distanza, altri meno tanto da risultare datati, a tutti però non si può negare un certo coraggio.
Gli Psychefunkapus da San Francisco, dentro al crossover ci sguazzano che è un piacere e la diversa etnia dei componenti non può che essere uno stimolo e un vantaggio per la composizione di brani surreali e folli. A produrli si scomodò Jerry Harrison, allora "seconda mente" dei geniacci TALKING HEADS da poco sciolti (“una delle band che ha una grossa influenza sulla nostra musica”) e con l'aiuto di Bernie Worrel gran compositore dei Funkadelic e dei Parliament (“un musicista geniale, dotato di tanta umiltà “) , due band cardine del funk settantiano, tra le principali influenze del gruppo californiano (il nome non è un caso) il ricco quadro è completo.
L’apertura del disco con ‘Evol Ving’, canzone cupa e psichedelica in odor di progressive, mette subito in chiaro la totale libertà di movimento del gruppo che subito dopo passa con ‘A New Beginning’ ad un funk rock sulla scia dei primi Red Hot Chili Peppers.

 L'ascolto del disco è un continuo sobbalzo da un genere musicale all'altro: il singolo scelto fu ‘Surfin On Jupiter’, surf song che rimanda tanto ai Beach Boys quanto ai primissimi Who. Ospite un vecchio chitarrista surf degli anni '60: l’oggi ottantenne Dick Dale, il re della chitarra surf. Anche se: "sinceramente prima che il management ci parlasse di lui non sapevamo nemmeno che esistesse, ma ha svolto bene il suo compito. A noi serviva proprio quel suono di chitarra per cui era famoso negli abbi '60".
Se i fiati di ‘Autumn Leaves’, canzone malinconica, rimandano a un castello medievale, il divertente country di ‘Hillbilly Happy Smash’ ci catapulta in un vecchio saloon del west. Non mancano canzoni piu' tirate e hard come ‘No Time’, ‘Syria’ o ‘Work like a horse/drink like a fish’ fino ad arrivare alla lunga e finale ‘Banana Slut King’, canzone che non avrebbe sfigurato su qualche disco dei Faith No More.
Questo secondo disco targato 1991 fu anche il loro canto del cigno, da allora di tali Jon Axtell, Atom B.Ellis, Mooshi Moo Moo e Manny Martinez si persero inspiegabilmente le tracce. Trovai solamente qualcosa sul vetusto Myspace a loro dedicato, alcune tracce e un video, la notizia di una reunion targata 2010 per scopi benefici e poi il nulla.




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